'Io mi libro' di
Alessandro Pagani, edito da
'96 rue-de-La-Fontaine' edizioni, è un lavoro umoristico che si legge in poche ore e che, in numerosi momenti, strappa al lettore un sorriso sincero. Si tratta, infatti, di una raccolta di aforismi, freddure e giochi di parole che non servono unicamente ad allontanare lo stress dopo una giornata difficile, bensì utilizza le parole lavorando per analogia con un
garbo a tratti
geniale. L'autore, in buona sostanza, viene a ricordarci che la nostra comicità possiede un lato
'british', più
laico e
razionale, assai distante da quella
satira 'maramaldesca' che, spesso, contraddistingue la nostra cultura umoristica. L'Autore riesce a evitare le volgarità e ci riporta con i piedi per terra, ricordandoci che esiste uno
'spirito' che ci lega tutti quanti, in particolar modo noi italiani:
l'allegria. Noi, in realtà, siamo un popolo allegro, brioso, niente affatto sguaiato. La
comicità istrionica e
buffonesca proviene, in parte, dal mondo
circense dei clown o, dall'altro lato, da quel
Giovanni Boccaccio che, per ragioni di
prestigio letterario, ci è stato imposto nella nostra letteratura.
Pagani non rinnega tali origini della nostra cultura letteraria. Al contrario, proprio dal
Boccaccio discende un lato del carattere degli italiani decisamente più
genuino, vivace, divertente: una
spontaneità che è sempre esistita e che si pone alla base della Storia della nostra cultura.
Pagani, tuttavia, ribalta il paradigma, producendo un qualcosa di più semplice, senza pretese di alta lettertura, ricordandoci che la nostra allegria proviene da una sorta di
'teatro dell'assurdo' che noi italiani, in realtà, possediamo da sempre nel nostro
Dna, sin dai tempi della
commedia dell'arte 'goldoniana'. Freddure come:
"Attentato alle terme: Fiuggi, Fiuggi generale" ci permettono di riassaporare il piacere di vivere la nostra quotidianità seppellendo con una risata le sue tendenze più
nevrasteniche e contraddittorie.
'Io mi libro' ci ricorda che la nostra umanità è antica, ben lontana dalla
volgare 'rissosità' del presente. E che essa discende da una
goliardìa e da un amore per il
'ghiribizzo' che ci fa riassaporare quella
nobile tradizione popolare italiana, che sapeva sorridere di se stessa poiché consapevole dei suoi
paradossi e delle sue innumerevoli contraddizioni. Perché la sola e unica via d'uscita dalla disperazione è proprio quella
consapevolezza che può renderci più
forti e
sereni, secondo i
'canoni' di un'eleganza formale che, spesso, sottende un preciso giudizio sostanziale, dunque una
scelta autentica: quella per le
minoranze avvedute, illuminate e
laiche, rispetto alla
piattezza logica del conformismo, che ci
'impaluda' tra
esagerazioni e
cattive frequentazioni. In fondo,
Alessandro Pagani pone il lettore di fronte a un
bivio: quello che va nella direzione di un
umorismo semplice, ma mai banale, rispetto alla
volgarità di massa, che appiattisce la nostra stessa
'koiné' linguistica ai livelli più bassi.
Io mi libro
di Alessandro Pagani
96 rue-de-La-Fontaine Edizioni
pagg. 78 - Euro 10,00