La
musica è un'arte potenzialmente infinita. Sin dagli albori dell'antichità, essa è stata utilizzata per finalità comunicative ed espressive di passioni, pensieri, stati d'animo individuali e collettivi.
L'esercito romano si faceva annunciare da un plotone di
trombettieri, poiché ciò serviva a rendere fanti e legionari ancor più
bellicosi prima di una battaglia. Dopo una lunga fase della Storia più antica in cui ogni continente della Terra ha prodotto
sonorità primitive, tribali o
etniche, nel medioevo cominciò a fiorire la
musica da camera e, nei secoli successivi, quella che noi oggi definiamo
'musica classica', che nella sua evoluzione ha raccolto un patrimonio di variazioni ed espansioni a dir poco inestimabile. Come conseguenza della
rivoluzione industriale si è avuta una prima
'accelerazione modernizzatrice': quella del
jazz. Un genere che, nella prima metà del
XX secolo, ha letteralmente dominato il mondo, rivoluzionando l'intera arte musicale grazie a un proprio
'spessore improvvisativo' che è persino riuscito a generare un
'figliastro' un po' eretico: il
blues. Con l'elettrificazione degli strumenti, il mondo ha poi vissuto l'avvento del
'rock and roll', il quale ha dispensato gioia di vivere e qualche primo
'spunto' poetico più pensoso. Gli artisti che possiamo assumere come
'punti cardinali' di questa svolta furono
Elvis Presley, i
Beatles e i
Rolling Stones. Il
rock e le sue successive contaminazioni con il
soul, il
reggae e il
rhythm 'n blues ci hanno infine condotti al
'funk', ovvero a un tentativo di fusione tra
cultura 'pop' e
musica 'dance' che, a sua volta, ha
'figliato' la prima generazione di
'rappers' afro-americani. Ebbene: tutto questo non sarebbe mai avvenuto senza l'avvento del
rock, che rimane il
'momento-soglia' fondamentale attorno al quale
'inquadrare' la storia della musica più recente, con le sue profonde
soluzioni simbolico-formali e
l'originalità del suo linguaggio. Negli ultimi decenni del secolo scorso, anche la
dance, l'heavy metal e il movimento
'punk' hanno lasciato tracce importanti, inaugurando nuove tendenze e
'varianti' innovative, come il genere
'dark' e quello
'new romantic'. Infine, nei primi due decenni del
XXI secolo sono avvenuti due processi contrapposti: da una parte, la fusione tra
cultura 'pop', il
rock e il
funk ha declinato artisti assai meno ingenui o banali; dall'altra, la
musica elettronica ha cominciato a dettare stili e sonorità che l'hanno resa molto meno
fredda e
radicale rispetto alle prime sperimentazioni di
Kraftwerk e
Tangerine Dream. Dalla prima
svolta 'psichedelica' dei
Pink Floyd sono infatti discesi numerosi gruppi, come per esempio i
Depeche Mode e i
Massive Attack, che hanno portato nuove sonorità e numerose
innovazioni post moderne. Tutto questo può solo condurci ad affermare che il mondo della musica è tutt'altro che
finito, o in fase
d'involuzione regressiva. Al contrario, tale nostra sintetica
'storicizzazione' conferma un valore essenziale della
musica: quello di essere una delle poche cose
realmente 'assolute' di questo mondo. La sua discendenza
dall'arte propriamente detta, cioè dalle più
elevate sfere spirituali, elettive o
'meta-empiriche', è molto
precisa, così come per il
cinema e il
teatro. Mondi della nostra cultura che andrebbero
ampliati e
sostenuti con maggior convinzione, per la loro infinita capacità di
produrre contenuti che, spesso, finiscono col caratterizzare interi cicli storici della società e della nostra stessa esistenza individuale. Senza mai dimenticare che fu proprio il
'rock 'n roll' la vera
rivoluzione del secolo che abbiamo alle nostre
'spalle': un genere artistico al contempo
'padre' e
'amico', che ha accompagnato - e ancora oggi accompagna - le passioni, le idee, le speranze e le prime difficili esperienze di vita di intere generazioni di giovani. Perché il
rock è pura
immanenza religiosa: un dio che esiste veramente e che corre ogni volta in aiuto di chiunque si ritrovi in un momento di
difficoltà, o stia vivendo le fasi più
delicate della propria vita.
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Direttore responsabile di www.laici.it e della rivista mensile 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it)
(editoriale tratto dalla rivista mensile 'Periodico italiano magazine' n. 40 - giugno 2018)