Invece di fare quello che tipicamente si fa per invogliare il lettore ad arrivare alla fine di un articolo, dissertare lungamente per poi, solo alla fine, arrivare ad esprimere (quando c'è) il proprio pensiero, io come la penso sulla questione migranti
ve lo dico subito. Così, nel caso, si può anche smettere di leggermi immediatamente. Quello che penso (e non solo sull'ultima vicenda di questi giorni della nave
Aquarius, ma da molto tempo a questa parte) è che sulla vicenda migranti abbiamo perso.
Tutti. E adesso, per chi ha voglia di proseguire la lettura, spiego anche perché. Abbiamo perso, perché abbiamo
anteposto la politica all'umanità. E questo è riprovato dal
'vomitevole' (aggettivo ritornato prepotentemente in auge in queste ore e direi che ce n'è ben donde...) rimbalzo di responsabilità:
Malta rimbalza
sull'Italia, che rimbalza sulla
Spagna. E la
Francia ci rimbalza tutti. Ma anche la
sinistra rimbalza sulla
destra. E questa gli rimbalza, di ritorno, le responsabilità del
'93, con i
'pentastellati' che cercano di rimbalzare gli
alleati di governo, ma che intanto sono stati a loro volta rimbalzati dagli ultimi
risultati amministrativi. Insomma, a suon di rimbalzi, per forza viene il
vomito. Ormai la politica predilige
gli slogan alle
azioni concrete (d'altronde, basta un buon comunicatore e il gioco è fatto: poi mica devi dare seguito a quel che si è appena affermato...).
"Aprite i porti" é uno
slogan immediato e comprensibile per opporsi al
'signore degli slogan' per eccellenza e attuale
ministro degli Interni. Ma poi finisce lì. Come i tanti assembramenti di piazza che, con cadenza settimanale, si organizzano in tutta Italia. Battute amare a parte, quello che svilisce è che tutti, nessuno escluso, stanno cercando di spostare l'attenzione dalla questione vera, declassando a
'problema politico' quella che è
un'emergenza umanitaria che arriva da lontano. È dovere dei
ministri degli Esteri e degli
Interni di tutti i Paesi coinvolti mettere
l'Europa nelle condizioni di porre
ogni singolo Stato membro di fronte alle proprie
responsabilità, smettendola di giocare con la vita della povera gente.
L'Europa, di cui tanto e troppo si parla, ma di cui sempre troppo poco si conosce veramente, deve iniziare a
'investire' sulle migrazioni, non solo organizzando
corridoi umanitari, ma anche
contrastando i trafficanti di persone e gli
'scafisti', organizzando altresì l'accoglienza e l'integrazione in tutti i Paesi europei attraverso
flussi governati e ben gestiti, in prima persona, dalla stessa
Unione europea. La
Francia - e parlo da persona che ha vissuto per
18 anni della propria vita a
30 minuti di macchina dal confine e che, per tali motivi, ritiene di avere chiara cognizione di causa - ha sempre
difeso se stessa e il proprio agire, ma anche i
terroristi (chi non ne avesse contezza verifichi alla voce:
Battisti) e non si è fatta minimamente scrupolo di
bombardare la Libia, scatenando un
caos politico di proporzioni gigantesche. Perché è fondamentale andare all'origine dei fenomeni, se si vuol veramente comprenderli. Diversamente, è solo
qualunquismo. E da quello sì, che viene voglia di
scappare.