Vittorio LussanaStrano destino quello dell'Italia. Un Paese che, dopo un cinquantennio quasi noioso di democrazia 'bloccata', ha visto l'avvento di una seconda Repubblica piuttosto inquieta, sfociata a sua volta in una terza che cerca di proporre un nuovo schema bipolare all'interno dello stesso esecutivo che essa esprime. C'è da dire che, per quanto riguarda i contenuti, questo nuovo governo 'giallo-verde' stimola un certo interesse 'sperimentale', quasi da laboratorio. L'accordo di governo posto al centro dell'azione politica di Lega e M5S sembra, infatti, vagamente radicato nelle atmosfere di una 'avantgarde' dalla natura sintetica, con in più la fascinazione di queste nuove tecnologie di comunicazione, come per esempio gli 'audio-video' su Facebook, che danno a chi ci guarda da fuori (anche 'molto' da fuori, come i Paesi sud americani o quelli dell'Europa orientale) l'idea di un'invasione di nuovi prototipi politici 'sub-umani'. Siamo molto lontani, per fortuna, dal 'meccanicismo' industriale profetizzato da Fritz Lang in 'Metropolis', ma assai vicini alla fascinazione ipnotica e manipolativa de 'Il dottor Mabuse' di Norbert Jacques, portata sul grande schermo sempre da Fritz Lang nel 1922. Una sorta di 'delirio espressionista', che ha saputo mettere insieme due tipologie di elettorati assai diversi tra loro: quello dei ceti produttivi del nord e quello della disperazione sociale del Mezzogiorno. Allo stesso tempo, lo schema 'M5S-Lega' si differenzia molto da quello composto a suo tempo dall'Ulivo e dalla Casa delle Libertà della seconda Repubblica: il propagandismo di Silvio Berlusconi, per esempio, presentava un'impostazione sinfonica e un impatto epico che si allontanavano dalle scarne e liofilizzate 'Tribune politiche' degli anni '70 del secolo scorso. In tal senso, Berlusconi è stato indubbiamente un grandissimo innovatore della comunicazione politica, poiché ha saputo dimostrare una versatilità a tutti sconosciuta prima di lui. Da un lato, il leader di Forza Italia ha avuto un orientamento marcatamente neo-classico, con il suo 'libertinismo estetico': una sorta di sublimazione del messaggio che, tuttavia, risentiva pienamente del mondo politico che lo aveva preceduto. La 'Metropolis berlusconiana' era a dir poco desolante sotto il profilo della realtà concreta, ma si trattava di una desolazione che, per lo meno, sapeva descrivere un processo già compiuto, all'interno del quale nulla poteva accadere sotto la coltre dell'immobilismo instaurata dal 'gattopardismo' conservatore degli italiani. Tuttavia, la seconda Repubblica non ha mai assunto connotati 'apocalittici' in maniera enfaticamente grandiosa. La melodia magnificente di slogan come "un nuovo miracolo italiano", oppure la scintillante promessa di "un milione di nuovi posti di lavoro" non annunciavano accadimenti dagli esiti devastanti: semplicemente, si trattava di cose che non si sarebbero mai realizzate. Una presa per i 'fondelli' pura e semplice, che alle volte divertiva anche un po'. Invece, il delirio di Lega e Movimento 5 stelle sembra totalmente imperniato sul compiacimento per la catastrofe: cataclismi ipotetici volutamente lasciati in sospeso, ma che potrebbero travolgerci da un momento all'altro. Più che post ideologici, la Lega di Matteo Salvini e il Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio sono movimenti che hanno impostato la loro ascesa al potere in base a una sfuggente inafferrabilità: non si capisce mai cosa 'caspita' vogliano combinare, o quali siano le loro 'ricette' precise. Ecco perché ha torto, oggi, Silvio Berlusconi, nel definirli: "Movimenti politici connotati da programmi distinti, se non addirittura opposti". Queste due forze basano la propria ideologia attorno a presupposti culturalmente diversi, questo è senz'altro vero. Ma sono perfettamente complementari e convergenti nel loro intento: generare un'atmosfera cupa e ambigua d'incertezza, che non è detto ci trascini verso la catastrofe, ma serve unicamente a creare un certo tipo di caos in cui un'opinione vale l'altra, anche se la prima è talmente vera da apparire persino banale, mentre la seconda è una 'stronzata pazzesca'. Un po' come quando si minaccia la propria auto-evirazione pur di riuscire a liberarsi dalle attenzioni un po' invadenti della suocera. Noi non crediamo che Lega e Movimento 5 Stelle vogliano trascinarci fuori dall'Euro: il 'nocciolo' politico della loro azione è la minaccia in sé, la teorizzazione di una nuova moneta svalutabile che tornerebbe comoda solamente per le esportazioni, scaraventando nel baratro proprio la nostra economia interna, cioè quella che si dice di voler sostenere e far ripartire. L'obiettivo di fondo di questi nostri nuovi protagonisti della scena politica non è il Terzo Reich di 'hitleriana memoria', ma la Repubblica di Weimar, quella in cui la gente si recava a far la spesa con i soldi dentro alle 'cariole' per via di un'inflazione 'galoppante', in cui un litro di latte arrivava a costare un miliardo e mezzo di marchi. Il 'nuovo Hitler', casomai, potrebbe arrivare subito dopo, quando gli italiani avranno finalmente capito e apriranno i loro occhi. Eccolo qui, dunque, il nostro 'dottor Mabuse', grande ipnotizzatore delle masse che vive nascosto nell'ombra, in attesa che giunga il suo momento. Lega e M5S sono solamente disordinate strumentazioni che si sovrappongono a nude, ritmate e violente percussioni propagandistiche: non riusciranno a far nulla di tutto quel che annunciano o dicono. E in parte ciò dispiace, perché qualche spunto e alcune idee sarebbero anche di buona fattura. Ma un disordine così scomposto può tradursi solamente nella deformazione sistematica della realtà, poiché l'espressionismo 'storpia' sempre forme e contenuti. Ciò che prima veniva eseguito secondo metodologie precise - liberali o socialiste che fossero - ora verrà realizzato in maniera frettolosa e pressappochista. Anche se non faranno più di tanto danni sotto il profilo concreto, Lega e Movimento 5 Stelle, alla fine, ci faranno perdere un'enormità di tempo, per le evidenti contraddizioni di cui gli stessi ministri di questo nuovo esecutivo 'giallo-verde' sono portatori. Tutto questo, alla fine, risulterà inquietante e disorientante, poiché l'estetica espressionista è indubbiamente ammaliante, ma rimane soprattutto un'estetica, dunque non in grado di fare alcun passo in avanti rispetto alla tirannia dell'evoluzione tecnologica degli algoritmi, alla deformazione delle percezioni ricercata dalla globalizzazione, alla creazione di un'umanità informe composta soprattutto da 'golem', alla manipolazione puramente propagandistica delle masse. Perché l'esteriorità 'lucente' si trasforma sempre e regolarmente in 'lucentezza fredda', quando non addirittura 'gelata'.




Direttore responsabile di www.laici.it e della rivista mensile 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it)

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Elena - Catania - Mail - martedi 5 giugno 2018 20.32
Rispondo anche io al sign. Mario. Non mi pare di aver letto alcuno dei suoi commenti tutte quelle volte che il Direttore si è espresso contro le sinistre, contro il Marxismo (di cui uno molto recente dedicato ai duecento anni dalla nascita di Marx) o in altre occasioni in cui persino la sottoscritta ha ritenuto di dover obiettare qualcosa, e certe volte piu' di qualcosa, al Direttore. E questa cosa dimostra pienamente lo scarso equilibrio delle sue critiche nei confronti di questo sito, che lei accomuna al "coro" di altre testate. La sua incapacita' a notare queste differenze, che non di rado sono molto piu' che sfumature, dimostra la sua tendenza a mettere tutti quanti in un unico "pentolone", senza distinzioni tra radicali, liberali, socialisti o comunisti come la sottoscritta. Per lei queste culture sono tutte nemiche. E questo spiega molto bene come l'opportunista sia lei, dato che quando e' d'accordo preferisce non esporsi, oppure non le interessa riconoscerlo. In tal senso, l'accusa di opportunismo del Direttore e' pienamente centrata. Una mancanza di equilibrio che puo' solamente provenire da un retaggio irrazionale e antidemocratico. Pertanto, non si permetta di farci lezioni di onesta' intellettuale o di lealta' morale. E non la saluto nemmeno, guardi....
Vittorio Lussana - Roma/Milano/Bergamo - Mail - martedi 5 giugno 2018 19.32
RISPOSTA AL SIG. MARIO N 2: gentilissimo lettore, la invito, COME GIA' ALTRE VOLTE ESPRESSO, a cercare nell'archivio di questo sito tutti i miei interventi critici contro il governo Renzi, in particolare nella campagna per il referendum costituzionale, nella quale il presente sito e io personalmente ci siamo schierati per il 'No', come corentemente espresso nei miei editoriali. Articoli che hanno spesso preceduto quelli di altri. Ulteriori interventi, probabilmente non si sono concentrati contro altri esecutivi di sinistra (parola grossa per il Pd...) o a guida Pd, poiché magari mi sono semplicemente occupato di altro, mantenendo un'ottica assolutamente laica e liberale. Un liberalismo gobettiano, probabilmente più vicino alle posizioni dei Radicali italiani e a Emma Bonino, ma di certo non aderente a quell'estremismo di sinistra di cui lei mi accusa. E' lei a non sopportare la mia critica per partito preso, poiché lei vorrebbe sostanzialmente una 'non critica', un allineamento vero e proprio. Beh, sappia che questo non è possibile, poiché in democrazia ognuno riflette, scrive e pensa con la propria testa. Lei non mi accusa di una critica faziosa: più semplicemente, lei mi accusa di esprimere una critica. E ciò la qualifica perfettamente. Soprattutto, sotto il profilo democratico. Cordiali saluti. VL
mario - italia - Mail - martedi 5 giugno 2018 16.4
Il suo articolo è allineato al coro delle critiche pregiudizievoli sul governo appena insediato e già messo sotto la lente di critiche fuori luogo. Non ricordo altrettanto quando si insediarono Monti Letta e Renzi. Esiste una misura che è quella della decenza che sembra spesso manchi quando si evidenzia la sua allergia a tutto ciò che non rispecchi il pensiero “unico” dettato dalla sinistra. Se reputa il mio un atteggiamento opportunista, altrettanto lo vedo nella sua mancanza di onestà intellettuale. Non c’è dubbio alcuno sulla qualità indiscussa dei suoi interventi (altrimenti sarebbe consigliato di fare altro lavoro) ma che però mi consenta di definirla di “erudita indecenza di contenuti”.
Mario - Roma - Mail - martedi 5 giugno 2018 12.18
Ma anche il Dada umpa...
Vittorio Lussana - Roma/Milano/Bergamo - Mail - martedi 5 giugno 2018 2.24
RISPOSTA AL SIG. CADORNA: gentilissimo, le assicuro che comprendo. E le assicuro anche che sono interessato, come ho scritto all'inizio del mio articolo, a notare gli sviluppi di questo esperimento, che magari può servirci, per lo meno, ad allontanarci da tante cose. Non sono così critico come sembra: questo mio brano era anche un modo per scherzarci un po' su. Per esempio, con la frase dell'auto-evirazione, che mi ha divertito molto nell'inserirla in questo contesto. Quel che proprio non capisco, invece, sono certe visioni assolutiste che tendono a catalogare qualsiasi criitca come se questa non dovesse neanche esistere, di nessun genere o tipo essa sia. E' un po' come tentare di fare una trasfusione di sangue uilizzando le sanguisughe, come si faceva un tempo. Non credo che sia questo il modo corretto di fare notizia. Anzi, è l'esempio di come si confonda il semplice paradosso retorico con la comprensione reale dei fenomeni in corso o in atto. Fare notizia non significa questo.
Sonia - Cagliari - Mail - martedi 5 giugno 2018 2.18
Una sintesi davvero interessante. Complimenti.
Carlo Cadorna - Frascati - Mail - lunedi 4 giugno 2018 19.17
E' un fatto che i governi degli ultimi anni, scelti dalla Sig.ra Merkel, non hanno portato che stagnazione senza alcuna possibilità di uscirne stante l'attuale livello della tassazione. Quindi è normale che l'elettorato abbia richiesto un cambiamento a delle forze nuove che hanno già mostrato di essere consapevoli del fatto che governare è qualcosa di diverso dalla campagna elettorale. D'altro canto i passati governi non hanno nemmeno tentato alcune strade che hanno risolto problemi analoghi in altri paesi e, sulla strada delle riforme, si sono fermati all'antipasto. E' una questione di volontà politica che non c'è stata perché hanno prevalso i privilegi. Come si può escludere che ora vi sia?
Vittorio Lussana - Roma/Milano/Bergamo - Mail - lunedi 4 giugno 2018 17.2
RISPOSTA AL SIG. MARIO: gentile lettore, quello che lei afferma non è affatto vero. Non è così negativo, questo articolo. E' anche scherzoso, per le stupidaggini ad 'alzo zero' che vengono 'sparate'. Mi sono riferito soprattutto a quello, che sembra una caratteristica inoppugnabile dei due movimenti, ma non ho ancora espresso un giudizio politico completo e definitivo. Casomai, ho formulato, verso la fine, una mia previsione. Ma si tratta di un'opinione personale, una mera impressione, non di un giudizio inappellabile. E' lei che interpreta tutto come le torna comodo. Lei è un opportunista: di un articolo, prende solo e unicamente quello che torna comodo a ciò che vuole dimostrare lei, colpevolizzando il primo che le passa 'a tiro'. Il mio giudizio è ancora sospeso, glielo assicuro.
mario - ravenna - Mail - lunedi 4 giugno 2018 14.19
Appena insediati i giallo verdi sembrano essere il male assoluto….terribile come la capacità di certi intellettuali siano ancorati al loro pensiero come la coperta di linus. Ormai puzzolente la tengono stretta per affezione.


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