Le tesi espresse dal professor
Paolo Savona nel volume
'L'euro è una gabbia tedesca: adesso il piano B', di prossima pubblicazione, oltre che pericolose per la nostra economia, sono storicamente
false. La rapida ripresa economica nazista degli anni
1933-'39 avvenne poiché
Adolf Hitler puntò tutte le sue
'carte' sul
riarmo, su corazzate, incrociatori e sommergibili, riaprendo quelle fabbriche di
industria 'pesante' e quelle
acciaierie che il
Trattato di Versailles aveva mandato in crisi profondissima, attraverso il noto meccanismo delle
'riparazioni' imposte alla
Germania alla fine della prima guerra mondiale. Al contrario, la
Germania di questi ultimi decenni ha effettuato uno sforzo di riorganizzazione industriale caparbio e lodevole. In particolare,
Angela Merkel ha saputo approfittare delle riforme e degli investimenti fatti dai governi
socialdemocratici della seconda metà degli
anni '90, puntando sulle fonti rinnovabili e sul solare, su ricerca e innovazione. In sostanza, facendo quel che avremmo dovuto fare anche noi e che, purtroppo, i nostri governi, sia di
centrodestra, sia di
centrosinistra, non hanno nemmeno
avviato. Oltre a ciò, bisognerebbe anche ricordare come non sia stato affatto semplice convincere la
Germania a entrare
nell'area-euro, rinunciando a un
marco fortissimo: inizialmente, il
tasso di cambio della
'moneta unica' non era affatto conveniente per l'economia tedesca. Eppure,
Berlino ha saputo coerentemente proseguire nella politica di investimenti industriali programmati, riuscendo ben presto a tornare ai livelli di
export e di
produttività che aveva raggiunto ai tempi del
marco. Senza contare il
'peso' di una
'ex Rdt' da rilanciare completamente dopo la
riunificazione del 1990 e che, oggi, può considerarsi la prova migliore di un
Paese laborioso, tenace e
ostinato. Insomma, quello della
Repubblica federale tedesca è stato un percorso totalmente distinto rispetto alle vecchie politiche
militariste e
criminali della
Germania 'hitleriana'. Il fatto che il suo apparato produttivo oggi risulti all'avanguardia in campi come la
'green economy' o in quello
dell'efficienza energetica, tanto per fare alcuni esempi, significa che la
signora Merkel ha semplicemente capito dove volevano andare a
'parare' i
socialdemocratici e i
verdi tedeschi negli
anni '90 del secolo scorso: non ha gettato tutto quanto
'a mare'. La
signora Merkel ha dimostrato di essere una donna
dall'intelligenza politica indiscutibile, ma noi italiani, dopo averla
già insultata pesantemente in passato, ora ci permettiamo addirittura di rivolgerle
un'accusa vile e
pesantissima, decisamente grave per un popolo che a lungo ha sofferto un
senso di colpa tanto profondo, quanto sincero. Gli
italiani dovrebbero cominciare a
dubitare di certe tesi volutamente
provocatorie, smettendola di lasciarsi sedurre da una serie di falsità che, purtroppo, sembrano colpire lettori e cittadini come un vero e proprio
colpo in testa, rispetto alla semplice
verità. La quale, in genere, non necessita di testimonianza alcuna, poiché di solito
'parla' da sola. Estrarre dal
'cilindro' il professor
Paolo Savona significa, inoltre, indebolire i nostri rapporti bilaterali con la
Germania stessa. Un Paese che esporta molto qui da noi, ma importa anche molto. Invece, si continua ignobilmente a far finta di dimenticare che
l'Italia è un
Paese debitore - e non creditore - nei confronti
dell'Europa, poiché salvato finanziariamente nel
2011 proprio dalla
Germania e dalla
Bce. Se siamo riusciti a
'tirare avanti' fino a oggi, lo dobbiamo al fatto che la
Bce e la
Germania abbiano acquistato - e acquistino ancora oggi - i nostri
titoli di debito. E quando si ha un
credito, è facile diffidare di chi ti accusa di essere
"un Paese nazista", poiché a prescindere dalla frase in sé, si è portati a sospettare che si stia cercando un modo come un altro per
liberarsi dal
vincolo debitorio, anche a costo di devastare l'intero Paese. Cosa che accade regolarmente qui da noi, dove molto spesso non fallisce chi ha accumulato
sofferenze bancarie in allegria, ma chi detiene un
credito che non riesce in alcun modo a
recuperare. Insomma, la polemica scatenatasi in questi giorni è probabilmente un
pretesto: si cerca di far saltare la formazione del
Governo Conte per
tornare a votare e
colpevolizzare il capo dello Stato, reo di non aver voluto
"il Governo del cambiamento". Quella specie di
'Maramaldo' di
Matteo Salvini aveva già tentato di proporre al
presidente Mattarella, addirittura come
premier, il professor
Giulio Sapelli: un altro
stravagante signore che è solito dare la colpa di ogni male
all'Europa, anziché alla
globalizzazione, che invece è il vero
'fenomeno' che ha fatto
terra bruciata in molti settori,
pagando pochissimo i propri addetti al fine di
vendere sottocosto e
'svaccare' interi mercati. Fare politica non significa andare avanti attraverso continue
'conneries' di pessimo gusto. C'è un
rapporto deficit/Pil al
3% che ci sta stretto:
il nostro problema è tutto lì. Gli altri non c'entrano niente. Infine, per essere sinceramente
fieri della nostra
italianità non serve cercare un
nemico a ogni costo, un
'parafulmine' su cui scaricare le conseguenze negative di ogni problema: basta essere orgogliosi della nostra
Marina Militare, che in questi ultimi anni ha salvato
centinaia di migliaia di vite nel
Mediterraneo. Ma questo tipo di orgoglio, purtroppo, viene visto come un qualcosa di
'banale' da certe forze politiche
'maramaldesche', alla continua ricerca di un
Francesco Ferrucci da finire vigliaccamente, facendo finta di essere persone
'tutte d'un pezzo'.