Elena RossiPresso la sala conferenze di 'Stampa romana', in piazza della Torretta nel centro di Roma, il presidente dell'Ordine dei Medici di Roma, Antonio Magi e il segretario dell'Associazione Stampa romana, Lazzaro Pappagallo, hanno firmato, il 26 aprile scorso, un 'accordo-quadro' per affrontare una serie di problemi comuni ad ambedue le professioni, quella medica e quella giornalistica. Ci riferiamo, anzitutto, a quelle situazioni di disagio e anche di pericolo, che i professionisti della sanità e dell'informazione affrontano molto spesso a causa di molteplici fattori: le aggressioni - verbali e anche fisiche -  che spesso subiscono i medici da parte di pazienti (o dai loro parenti) stanchi di attendere per ore per essere visitati ed esasperati dalle lungaggini burocratiche del Sistema sanitario nazionale. Dall'altro, le aggressioni analoghe che sempre più spesso subiscono i giornalisti (già 46 casi nel 2018). Per non parlare delle 'querele temerarie', anzi miliardarie, che arrivano accompagnate da richieste di risarcimento esorbitanti ad ambedue le categorie da parte di utenti che si ritengono, spesso a torto, vittime di casi di malasanità o di cittadini che si sentono calunniati. "Per combattere questi fenomeni", hanno precisato Magi e Pappagallo, "che rendono difficile e stressante il lavoro quotidiano, abbiamo deciso di firmare quest'accordo, che sviluppa la collaborazione tra le nostre due categorie, ma anche", ha sottolineato in particolare il presidente dell'Omceo di Roma, "per combattere l'altro preoccupante fenomeno delle 'fake news': le notizie errate che hanno effetti spesso devastanti, come per esempio l'abitudine di molti pazienti di cercare la cura 'fai da te' solo consultando in rete il 'Dottor Google', anzichè rivolgendosi al medico di famiglia o agli altri presìdi sanitari. Questo è possibile se si crea un presidio di primo intervento, una sorta di 'Pronto soccorso informativo' per i giornalisti su sanità e medicina che, gestito dall'Ordine mediante un numero telefonico a cui risponderanno medici qualificati, permetterà di dare ai giornalisti notizie sempre esatte e aggiornate. Stiamo inoltre pensando anche a specifiche 'app' di cui potranno usufruire tutti i cittadini. Oggi, del resto", ha aggiunto il segretario di 'Stampa romana', "nessuna categoria professionale può operare senza rapportarsi ad altre, senza avere una minima collaborazione. E, come giornalisti, dobbiamo chiederci cosa possiamo fare con i medici per offrire servizi veramente migliori ai cittadini, in un Paese che sta cambiando sempre di più e a un ritmo impressionante. Più in generale", ha poi aggiunto Magi, "l'Omceo di Roma si propone di sviluppare rapporti costruttivi con tutte le altre categorie professionali, contribuendo all'attivazione di quel 'tavolo interprofessionale' previsto da un'apposita legge della Regione Lazio, rimasta sinora inattuata. Interprofessionalità e rapporto stretto col territorio", ha aggiunto in chiusura il professor Foad Aodi, consigliere dell'Omceo di Roma, coordinatore dell'area Rapporti coi Comuni e Affari esteri, che ha così continuato: "Questi due aspetti sono stati centrali nel programma della lista 'Medici Uniti', vincitrice, a dicembre scorso, delle elezioni all'Ordine di Roma. Un applauso a questa iniziativa di oggi, che rafforza la collaborazione tra medici e giornalisti, dal territorio italiano sino ad arrivare a livello internazionale, sempre in prima linea per prevenire, curare e informare. Come dimostrato, per esempio, dal successo della 'Giornata della Salute' organizzata, il 21 aprile scorso, dal Comune di Ladispoli insieme all'Ordine Medici di Roma con più di mille visite specialistiche gratuite effettuate da medici qualificati. Il tutto grazie anche all'informazione ramificata sui quotidiani locali. Mentre, cosa ancor più importante, medici e giornalisti si trovano quotidianamente in prima linea nelle aree più calde del mondo, dalla Siria alla Libia, gli uni cercando il più possibile di curare le popolazioni, gli altri cercando di informare il mondo su quello che accade. La nostra solidarietà e il nostro pieno riconoscimento", ha spiegato Aodi, "vanno a tutti i medici e giornalisti che rischiano la propria vita per l'interesse comune, senza distinzioni. Le statistiche presentate dall'Ordine dei Medici di Roma sulle aggressioni ai medici (in media, 3 al giorno nel 2017, il 68% nei confronti di donne, il 32% di uomini e, tra queste, il 60% sono minacce semplici, il 20% percosse, il 10% minacce a mano armata, un altro 10% atti di vandalismo, il tutto con un costo, per la collettività, di 3.783 giornate lavorative in meno, e, per il Ssn, di 30.056.750,00 di euro) fanno preoccupare molto. Bisogna iniziare a curare questo male sociale, iniziando dalla collaborazione interprofessionale e dagli aspetti culturali, anche per quanto riguarda le discriminazioni nei confronti dei medici di origine straniera e di colore. come successo nei confronti del collega del Camerun in Lombardia ", ha concluso Aodi.





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