Carla De LeoNelle recenti elezioni politiche, in pochi hanno fatto caso allo scarno risultato dei Partiti - se così vogliamo chiamarli - dell'area laico-liberale e riformista. Radicali e socialisti non sono riusciti a ottenere più da tanto, per l'ipocrisia generale di un ambiente che, ormai da decenni, sembra essere destinato verso il più pigro dei conservatorismi. Chissà come mai, al mondo liberale italiano è sempre convenuto maggiormente di allearsi con gli ambienti più accidiosi e qualunquisti del mondo cattolico-democratico, piuttosto che tentare un'operazione di accordo federativo in favore di un 'polo laico' politicamente attivo e autonomo. L'ipocrisìa, per esempio, è quella di aver considerato la lista 'Più Europa' un'operazione 'spuria', per via dell'accordo con il cattolico Bruno Tabacci: persona degnissima, in un panorama di 'squali'. La Bonino non si poteva sostenere, né votare, per motivazioni francamente opinabili da parte di coloro hanno sempre preferito orbitare attorno alla Democrazia cristiana per riuscire a ottenere un ministero e due sottosegretari. Dunque, ci si è rifugiati nel consueto sostegno a Forza Italia: una forza politica più morta che viva, dal destino ormai segnato. Per la serie: anche il 'diavolo' in persona, pur di non essere costretti a far rotta verso il 'mare aperto'. Noi non crediamo sia solamente un problema di soldi: incombe da sempre il forte rischio di generare l'ennesima disputa tra professionisti, intellettuali ed esponenti vari per la guida dell'operazione. Perché si sa: non si chieda mai a un liberale di alzare il proprio sguardo al di là del proprio 'orticello', anche se ormai si dovrebbe aver compreso che di leader alla Luigi Einaudi, Giovanni Malagodi e Ugo La Malfa di certo non ne nascono uno al giorno. Anzi, non se ne trovano proprio più. Nell'era in cui le religioni, dopo aver portato il loro 'attacco' più disperato contro la società laica e occidentale, diretta discendente della rivoluzione francese, hanno pienamente dimostrato la propria inattualità rispetto al mondo moderno, i liberali, in particolar modo quelli italiani, nemmeno si accorgono di dover celebrare una vittoria 'filosofico-culturale' che è soprattutto la loro. Niente da fare: nulla può distrarli dal proprio piccolo cabotaggio quotidiano, da sempre 'gabellato', chi lo sa il perché, per alta politica. Non c'è più nulla di spirituale nel mondo laico-liberale italiano, ormai appiattito su un materialismo spicciolo, in 'salsa' gerarchico-classista. Un triste conservatorismo, ormai ridotto a semplice detrito.


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