Vittorio LussanaIn merito alla condizione femminile, solo di recente in Italia si sono registrati alcuni passi in avanti. Innanzitutto, si è scelto di coinvolgerle maggiormente in politica, attraverso meccanismi legislativi imposti dall'alto, come quello delle cosiddette 'quote rosa'. In secondo luogo, sono state nominate diverse donne ai vertici di aziende importanti. Ma ciò non basta per migliorare la condizione femminile nel nostro Paese. Al contrario, le disuguaglianze, in particolar modo nell'accesso al lavoro, si sono accentuate. Tutte devono affrontare la disoccupazione o un lavoro precario. Per non parlare del 'retaggio' che le vede responsabili della cura dell'infanzia, degli anziani o della famiglia. Mancano, inoltre, i 'nidi' per le mamme-lavoratrici e tutte quelle misure che dovrebbero garantire il mantenimento di un posto di lavoro, con uno stipendio in grado di sostenere le spese che una famiglia è costretta ad affrontare. Le ragazze più giovani spesso si ritrovano innanzi al 'bivio' tra l'intraprendere una carriera professionale, oppure fare figli: ecco da cosa deriva il nostro bassissimo tasso di natalità. Sul fronte dei maltrattamenti, ancora non abbiamo un piano antiviolenza concordato tra le organizzazioni specializzate, nonostante i media ci bombardino con notizie di 'femminicidi' quasi ogni giorno. E i centri antiviolenza vengono, spesso e volentieri, chiusi per mancanza di fondi, senza comprendere le conseguenze negative, psicologiche e pratiche, che simili decisioni comportano in un quartiere di periferia, in molte zone del Mezzogiorno, più in generale sull'intero territorio nazionale. L'immagine femminile veicolata da pubblicità e programmi televisivi è fuorviante e non rispecchia la realtà: una sorta di idealizzazione estetica che tende a dissociare i comportamenti, rendendoli imprevedibili. In sostanza, vengono presentate quasi sempre figure femminili totalmente antitetiche tra loro: le 'ipersessualizzate', che si contrappongono alle 'sante'. Mancano, infine, politiche sociali adeguate sul fronte dell'istruzione, dell'inserimento nel mondo del lavoro e della sanità. Un 'campanello di allarme' ben preciso è rappresentato dalla diminuzione della speranza di vita delle donne, notoriamente superiore a quella degli uomini, che in Italia si sta allineando a quella maschile. Per non parlare del mancato rispetto delle leggi che garantiscono i diritti sessuali e riproduttivi, o del trattamento, a dir poco vergognoso, riservato alle migranti, che vivono situazioni di precarietà e di diritti non riconosciuti. Insomma, l'Italia è un Paese caratterizzato da una specificità culturale e religiosa che entra in collisione con il rispetto delle leggi e delle convenzioni internazionali. Se guardiamo all'andamento storico dei diritti femminili, non si può affermare che non vi siano stati dei miglioramenti. Oggi, le donne possono votare e vedono riconosciuti i loro diritti al pari degli uomini; esistono convenzioni importanti che le tutelano; godono di una maggiore libertà. Quel che rimane ancora da realizzare è la 'declinazione concreta' di questi diritti, il più delle volte riconosciuti solo formalmente nella vita reale, nei linguaggi, nei pensieri e nelle azioni. Una 'mission impossible', in un Paese ancora oggi dominato da mentalità e posizioni culturali ipocrite, utili solamente a nascondere la nostra più totale mancanza di princìpi.

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Direttore responsabile di www.laici.it e della rivista mensile 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it)
(editoriale tratto dalla rivista 'Periodico italiano magazine' n. 37 - marzo 2018)


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Alba - Fabrica di Roma (VT) - Mail - giovedi 15 marzo 2018 1.25
Cominciamo dal pagare il lavoro delle donne come quello degli uomin
Cristina - Milano - Mail - mercoledi 14 marzo 2018 11.51
Sono d'accordo....come tanti altri simulacri di apparente evoluzione... Ricordo il mio primo colloquio di lavoro, ad appena 24 anni, dopo la laurea, (ormai decenni fa...) mi chiesero come prima domanda: "Lei Dottoressa vuole sposarsi e fare dei figli?" Potete immeginare la mia risposta... Pazzesco!!! Non ho mai dimenticato quell'episodio.
Vania - Terzo (Udine) - Mail - martedi 13 marzo 2018 19.29
Grazie infinite.


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