Le elezioni del
4 marzo insegnano, una volta di più, che gli italiani del
"Signore, posa la tua santa mano sulle loro inutili teste" (Giovannino Guareschi, Don Camillo) non sono
stupidi: sono
disperati. Una disperazione che essi ritengono derivi dal
'cialtrume' che si trovano a dover sopportare, poveracci, dopo ogni elezione, perché ogni possibile
opportunista senza talento s'infila in
parlamento in qualsiasi modo, pur di
succhiare uno stipendio. Così pensando, finiscono inevitabilmente per votare proprio chi vorrebbero vedere
morto il giorno dopo, per essere tutto ciò che non vorrebbero vedere tra i governanti.
"Questi perfetti e inutili cialtroni" (Franco Battiato, Povera Patria) non si rendono conto, in realtà, che a spingerli a qualsiasi
imbecillità, solo apparentemente attratti dal primo
'umarell forte' che gliela racconta
'giusta', è solmente la loro insopprimibile voglia di percorrere sempre
la via più facile e di non voler cercare nessuna
soluzione reale ai propri problemi, che non sia qualcuno che promette loro di risolverglieli. Purtroppo, non è certo una novità. Ora, non resta che aspettare qualche
'furbone' che prometta di trasformare gli
escrementi in
diamanti e di regalare il ricavato della loro vendita agli abitanti dello
'stivale': immaginiamo percentuali del
70%.