Dignità. Un principio fondamentale della nostra società, ma corollario disatteso, ridotto a una parola vuota. In questo periodo, manca totalmente la funzione educativa, genitoriale e non. Si delega alla scuola, alla politica e alle istituzioni, a chiunque, il compito fondamentale
dell'educazione, confondendola con
l'istruzione. Alla scuola si è delegato anche il compito di rendere i giovani
'consapevoli' nell'uso dei mezzi digitali. Ma partire dal basso non porta a nulla: non si può insegnare a correre senza prima saper camminare. Piuttosto che
autoresponsabilizzarsi e prendere e coscienza del
fallimento, si tende sempre a
sminuire. Di fatto, si evidenzia la mancanza totale di
valori e di
rispetto in questa
società liquida. Anzi, ormai possimao dire
'gassosa'. E si riscontra la mancanza più totale della
funzione educativa genitoriale. Si delega per
'lavarsi le mani' dalla propria
incapacità e
assenza. E sempre più fatti evidenziano aggressioni verso i poveri insegnanti di turno, colpevoli solo di provare a inoculare quel
'bagaglio' che ogni essere umano dovrebbe portarsi dietro per insegnamento famigliare. Servirebbe una punizione esemplare. E il poveretto di
Pistoia, dopo aver detto
"hanno ferito la mia dignità", li ha anche difesi, come se la
'baby gang' avesse fatto una
'bravata'. Ma quale
'bischerata'? Si è trattato di
lesioni gravissime, personali, con scherno su persona incapace e l'aggravante della
cattiveria, dell'uso improprio del mezzo di diffusione
internet e della non motivazione. Poteva morire, poteva avere danni irreversibili. Di fatto, il danno lo ha avuto e non solo morale. Il malessere lo sta manifestando
l'Italia intera, in tutti i modi possibili, nonostante stia
implodendo e non ricordi neanche più da lontano quelle meraviglie di
poeti, ingegneri, pittori, letterati e
padri del diritto di cui fu fonte e generatrice. E questi figli insensati non hanno evidenziato nessun
senso di pentimento per il fatto commesso. E le loro risate idiote e
'maramaldesche' rimbombano imperdonabili. Condanna esemplare: basta! Abbiamo bisogno che, in
Italia, viga la
certezza della pena. A che serve una
generazione senza ideali, né
benevolenza? Sono destinati solo a
delinquere. E la delinquenza non è soltanto quella
punibile, ma anche quella
invisibile, che lede l'integrità della persona nel suo
'Io', arrecando più dolore di una pugnalata.
L'anziano umiliato appartiene a una generazione in cui il
rispetto e la
morale erano la prima cosa. Quelli sì che erano uomini. Ma quale
'bischerata'? Il poveretto forse lo avrà dichiarato per paura di eventuali
ritorsioni di questi
omuncoli, che usano la violenza per non usare il cervello. E loro? Loro si che dovrebbero aver paura. Di loro stessi.
Esseri senz'anima, senza nessuna
compassione, empatia, rispetto della vita. Soprattutto della loro.