Padre, siamo
prigionieri. E oggi temo di non riuscire a dirti quale sia la nostra
colpa. Forse, quella di amare gli altri senza guardare al colore della loro
pelle. Ma il silenzio è una vergogna, perciò voglio scriverti cosa sta accadendo dentro di noi. Un male che vive da sempre rischia di
macchiare la nostra Storia. E la forza del suo potere è schierata contro di noi. Tu mi hai insegnato a giudicare se un uomo è colpevole o innocente. Ma contro di noi c'è il potere delle
menzogne: il potere della
paura e
dell'odio razziale. Mio caro padre, oggi ho capito che è tutto questo a tenerci prigionieri. E non mi vergogno nel confessarti la mia
colpa: quella di credere nella
fratellanza tra gli esseri umani. L'amore e l'innocenza sono dalla nostra parte. E questo mi fa sentire forte e sicuro, perché è la
speranza la mia forma di ribellione. Una rivoluzione non ha bisogno di odio, ma
d'immaginazione, quella forza morale capace di trasformare la
paura in una
luce consolando i nostri cuori: un amore che può curare il dolore di ogni essere umano. Tu sei stato la forza della mia vita, perché mi hai insegnato questo amore, che passa da
uomo a uomo e da
cuore a cuore. E quando guardo le stelle, sento di essere figlio di quella forza, perché la
morte è soltanto una
piccola cosa.