Così il prosismo
4 marzo andremo tutti a votare per
Partiti che non ci sono, o che promettono
un'Italia impossibile. Questo dà, o dovrebbe dare, la percezione - o, se è troppo, almeno il sospetto - della considerazione nella quale vengono tenuti gli italiani da coloro che li vogliono governare trattandoli da
deficienti. E' vero, altresì, che gli italiani fanno poco per non farsi considerare tali. Ma almeno, qualche domanda sul perché i
'Signori delle poltrone' non manifestino il pur minimo rispetto per loro se la dovrebbero fare. Tre paiono le strade che essi, gli italiani, hanno scelto:
1) farsi prendere per i fondelli, bestemmiando subito dopo contro tutto e tutti;
2) rovesciare cassonetti e prendersela con cestini della spazzatura divelti;
3) credere alle clamorose
'panzane' che vengono loro raccontate come se non ci fosse un domani. Perché, effettivamente, a un domani non ci credono. Dunque ecco spiegate, molto semplicemente, le ragioni per le quali si fanno promesse da
300 miliardi di euro e c'è chi ci crede - perché farsi domande sul come mai una legge finanziaria dello Stato si aggiri ormai sui
32/34 miliardi di euro a
'botta'? - e per le quali si crede a un
ultraottantenne con dentiera indipendente che ballonzola come un ragazzetto di primo pelo; a un
incolto trentenne, il cui ego arriva troppo più in là delle sue capacità; a un
ex presidente del Senato, scopertosi un comunista da mezzo milione di euro di reddito all'anno e ai suoi amichetti di sinistra radicale del
3%; a riflettere se continuare a votare l'attuale
Partito di governo semplicemente perché è quello che non promette la luna, benché sia scivolato sulle
candidature imposte e di
primarie non parla più.
"Così muore la democrazia", diceva un film, tra applausi e grida. E un
'sacco' di altre
'balle'.