Giunti a questo punto della
campagna elettorale, riteniamo neessario fornire alcune indicazioni ai cittadini, per aiutarli a riflettere in merito al voto che essi esprimeranno il prossimo
4 marzo 2018. Il nostro consiglio è quello di orientarsi verso la
coalizione, il
Partito o il
movimento maggiormente in grado di garantire la
governabilità del Paese. Il criterio fondamentale, a nostro parere, rimane infatti quello di una
stabilità che possa dare nuovo slancio
all'Italia, al fine di agganciare definitivamente l'attuale fase di ripresa economica: un
'colpo di reni' che possa risollevare la nostra economia e la voglia d'intraprendere alcune novità innovative e all'avanguardia, soprattutto in un settore, quello delle
comunicazioni e
dell'informazione, che al momento vede dominare la
confusione delle
'fake news' e la strumentalizzazione di ogni fatto o notizia per finalità
autoreferenziali o
tardo-ideologiche, che dunque non aiutano la ricerca propositiva di soluzioni realmente praticabili. In tal senso, siamo disposti ad
accettare qualsiasi risultato che i cittadini indicheranno nelle urne, purché vengano
'smussati' alcuni
aspetti e
contenuti che riteniamo
avventurosi o puramente propagandistici. Nella
critica anti-europeista, o
'euroscettica' che dir si voglia, esistono alcuni elementi di verità:
a) il processo di
unificazione monetaria avrebbe dovuto essere programmato come
'tappa finale' della costruzione europea e non come punto di partenza;
b) una concezione burocraticamente
'pesante' di una struttura
'sovranazionale', non sempre in grado di contemperare o riequilibrare tempestivamente le diverse
esigenze, le
problematiche e i
'sovrani intendimenti' dei singoli Stati-membri, appare, con gli occhi dell'oggi, un tentativo
coraggioso, ma
estremamente complesso sotto il profilo dell'ingegneria istituzionale. Chiediamo pertanto alle forze
'No-Euro' e alla
Lega Nord di
Matteo Salvini in particolare, un futuro
'tavolo' di dialogo serio e approfondito in merito al processo di costruzione europea:
l'Europa che ci serve e quella che vogliamo. Un confronto dignitoso, da impostare con il contributo di tutti e finalizzato a riformulare un progetto di
Unione europea capace di ascoltare le distinte necessità e i molteplici bisogni delle comunità nazionali, territoriali e locali. L'intento di rilanciare il progetto europeo ricominciando dal
'basso', ovvero dalle
istanze provenienti dalle popolazioni, riflette un ragionamento a cui riconosciamo piena
legittimità politica. A condizione, tuttavia, che vengano abbandonati atteggiamenti e derive inutilmente
retoriche, poiché pericolosamente
'antisistema'. Rimanendo in un ambito di
confronto laico e democratico, siamo certi che si possano individuare idee e proposte innovative e vincenti, limitando al massimo ogni
inquietudine o
forzatura. Anche nel perimetro delle politiche della destra, al momento rappresentate da
Giorgia Meloni, si possono trovare soluzioni che producano, soprattutto sul
fronte giovanile, nuovi
indirizzi formativi, in grado di condurre le giovani generazioni lungo un sentiero che preveda, al termine del loro percorso di crescita, una visione di
stabilità occupazionale e
professionale, declinando altresì alcuni valori, princìpi e tradizioni in una chiave più moderna e adatta ai tempi. Una
'nuova idea' di destra potrebbe fare da sprone per tutte le altre formazioni politiche, al fine di recuperare collettivamente un nuovo modo di
aggredire i problemi, sviluppando al contempo un dialogo più aperto, sia tra i vari soggetti interessati, sia tra la futura area di governo e le forze di opposizione. Infine, anche sul fronte del mondo
cattolico, che per noi
laici rimane il vero terreno di
confronto culturale e
filosofico, offriamo una rinnovata
disponibilità e
attenzione, affinché non venga del tutto frenato quel cammino di
'laicità cristiana' che, in tutti questi anni, abbiamo cercato di proporre all'opinione pubblica. In base a simili coordinate,
noi laici possiamo provare a compiere un nuovo tratto di cammino con le forze
conservatrici. A condizione, ribadiamo, che tutto ciò che potrà nascere da tale confronto non si riveli, come spesso accaduto in passato, una presa in giro
puramente declamatoria nei confronti, in particolare, dei più
giovani. Noi crediamo, infatti, di aver individuato la vera causa sociale del loro abbandono, il motivo per il quale abbiamo tutti quanti preferito
'parcheggiare' i nostri ragazzi in una sorta di
'limbo' che, alla fine, ha procrastinato il loro
'decollo' verso una vita autonoma e adulta: abbiamo avuto
paura del tempo. Non si è trattato di
cinismo gerontocratico, ma di un
amore ingenuo e
disperato, che è riuscito a
confonderci, sino a condurci verso
l'utopìa di riuscire a mantenere i nostri figli
eternamente a noi vicini. Dobbiamo tutti imparare a essere maggiormente realisti e razionali, ricordando come la felicità dei nostri ragazzi possa trasformarsi nella nostra stessa felicità, senza ansie e angosce che, alla fine, servono unicamente a costruire nuove
'gabbie' o
'recinti'. Il ciclo della vita si ripete, sempre e comunque: intorno a tale principio,
noi laici per primi sappiamo di dover abbandonare il terreno del
relativismo scientista, al fine di accettare il
destino dell'umanità. Un'ultima annotazione vogliamo rivolgerla a tutto il
centrodestra italiano nel suo complesso, al fine di riusicre a
'inquadrare', nel merito dell'epocale
questione migratoria, quella
corretta 'via di mezzo' basata su una
sacrosanta metodologia 'crociana' di
distinzione e
selettività: chi ha diritto di essere accolto nel nostro Paese dev'essere aiutato e ospitato; chi non ne ha diritto, o lo perde a causa di comportamenti non allineabili a un'ordinaria concezione di
legalità, dev'essere riaccompagnato nel proprio Paese. Noi crediamo che questo possa essere il
criterio, la metodologia di orientamento delle nostre future politiche di
accoglienza, evitando, da una parte, la strumentalizzazione ideologica del problema e, dall'altra, di andare incontro a
sanzioni e
richiami da parte degli organismi di rappresentanza della
comunità internazionale. Se ognuno farà la propria parte, siamo certi di riuscire a compiere, insieme al nostro popolo, un nuovo tratto di cammino verso quella
'alternanza democratica' che rimane la
vera 'via d'uscita' dall'eterna transizione italiana. Impariamo tutti, vi prego, a riconoscere quei sentieri che possano farci uscire a
'testa alta' dai nostri
'inferni' del passato, secondo quel valore di
religiosità laica che
Mohandas K. Gandhi ha praticato e insegnato a tutto il mondo nel corso della sua intera vita.