Ecco una sintetica scheda di orientamento, redatta dalla nostra redazione, relativa ai quesiti referendari del 12 e 13 giugno.

Quesito n. 1
La legge n. 40 del 2004 vieta la ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali, quelle cioè prelevate da embrioni non utilizzati. Si tratta di cellule in grado di moltiplicarsi consentendo la cura di malattie come l’Alzheimer o il morbo di Parkinson.

Le ragioni del Sì: La legge vieta la ricerca sulle cellule staminali embrionali prodotte in Italia, ma non su quelle importate dall’estero. La ricerca sulle staminali embrionali sta già dando clamorosi risultati in molti Paesi nel mondo: appare assurdo che l’Italia non utilizzi l’enorme potenzialità di queste cellule.

Le ragioni del No: L’uso delle cellule staminali embrionali non è ancora un processo scientifico governabile. Molte malattie possono essere curate mediante l’uso di cellule staminali adulte e la ricerca può essere effettuata attraverso quelle provenienti dai feti o dai cordoni ombelicali.

Quesito n. 2
Si chiede l’abrogazione della norma che non ammette il congelamento degli embrioni e impone la produzione di non più di tre embrioni da impiantare negli interventi di fecondazione assistita, con la conseguenza di rischiare di sottoporre le donne che ricorrono a tali tecniche a più stimolazioni ormonali ai fini dell’attecchimento delle gravidanze. Si chiede altresì che alle tecniche di fecondazione assistita possano accedere anche le coppie non sterili portatrici di malattie genetiche e che sia possibile l’analisi preimpianto.

Le ragioni del Sì: Stabilire per legge il numero di embrioni da impiantare nell’utero femminile pone sul medesimo piano le possibilità di riuscita di un impianto in una donna di 20 anni e una di 40. Senza il congelamento degli embrioni diminuisce la probabilità di gravidanze. Per le malattie genetiche, la diagnosi sull’embrione eviterebbe l’aborto.

Le ragioni del No: Il numero di gravidanze ottenuto senza il congelamento degli embrioni è del 24,2% contro il 27% del passato: una flessione piuttosto lieve. Con il limite d’impianto ad un numero massimo di tre embrioni, le donne che accedono alle tecniche di fecondazione assistita vengono sottoposte a stimolazioni ormonali più blande. La diagnosi preimpianto non risolve il problema delle malattie genetiche.

Quesito n. 3
La legge n. 40 assicura al concepito gli stessi diritti della madre e della persona nata. Per concepito si intende l’ovulo fecondato ancor prima che si sia formato l’embrione. Si chiede l’abrogazione di questa norma poiché giuridicamente in antinomia con la legge n. 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza.

Le ragioni del Sì: Per la scienza, la vita comincia quando lo decide la donna. Dal momento in cui lo spermatozoo tocca l’uovo, esistono differenti stadi di sviluppo tali da rendere la decisione di inizio della vita umana una scelta individuale.

Le ragioni del No: La vita inizia con il concepimento e non esiste alcuna distinzione tra embrione e pre-embrione.

Quesito n. 4
La legge n. 40 vieta la possibilità di ricorrere alla donazione di gameti esterni alla coppia, il seme maschile se la sterilità è dell’uomo, l’ovocita se la sterilità e della donna. Si chiede di abrogare tale divieto per i casi di grave sterilità di uno dei componenti della coppia, anche perché tale tecnica risulta regolamentabile come avviene nella maggior parte dei Paesi europei.

Le ragioni del Sì: La legge n. 40 semplifica in modo grave i problemi connessi al ricorso alla fecondazione assistita. Risulta assai invasivo verso i diritti di libertà dei cittadini decretare per legge il modo in cui debbano essere concepiti i bambini. La genitorialità non è solo un fatto biologico e il non anonimato dei dati di provenienza del seme risolverebbe la questione della rintracciabilità del genitore naturale.

Le ragioni del No: Utilizzare gameti esterni alla coppia significa sottoporre un figlio al ‘buio’ delle proprie origini biologiche.


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