L'Italia è divenuto un Paese decisamente
curioso, in cui si organizzano trasmissioni televisive nel corso delle quali vengono presentati personaggi totalmente privi di
orrore nei riguardi di se stessi. E' questo il caso dello psicanalista
Massimo Recalcati, il quale, ospite da
Lilli Gruber a
'La7', è stato capace di affermare che il problema del mondo progressista è quello di
"colpevolizzare i cittadini", imputando, a sua volta, tale capo d'accusa al
Movimento dei democratici e progressisti, reo di aver abbandonato le radiose albe di progresso di
Matteo Renzi e del
Partito democratico. Un ragionamento che fa tornare alla mente un vecchio titolo de
'il Manifesto' che, dopo la sconfitta elettorale del
Pci alle elezioni politiche del
1979, recitava più o meno così:
"Berlinguer si difende autoaccusando gli altri". Insomma, un modo quanto mai
banale e
superficiale di
'spostare' i problemi, nel tentativo d'intestarli ad altri. E quali sono questi benedetti problemi? Bene: ecco qui di seguito un breve
elenco 'freudiano', da noi predisposto per riportare l'esimio psicanalista alla realtà:
a) una
cittadinanza in larga parte
indifferente al fatto che, negli ultimi 5 anni di esecutivi a
'guida Pd', sono state salvate centinaia di migliaia di vite nel Mediterraneo;
b) una società
ipocritamente 'fredda' di fronte ai
3 mila 'femminicidi' avvenuti nel nostro Paese dal
2000 a oggi;
c) una
'testa di turco' cattolico-reazionaria, completamente ottusa innanzi alle tematiche relative ai diritti individuali e alle nuove libertà pubbliche, come per esempio le
'Unioni civili', il testamento biologico e lo
'Ius soli'; d) una gigantesca
'nebulosa qualunquista', animata da una pervicace
mentalità regressiva nei confronti di tutto ciò che è
culturale, storico, analitico, sociologico o di
costume. Ebbene, questo sintetico elenco di questioni non rappresenta, secondo certi nostri
'accademici d'Italia', la
'tara' di fondo di una società sempre più spinta ad allontanarsi dai suoi
princìpi basilari e
originari di
convivenza democratica, bensì risulta cagionata dalle libere scelte di alcuni uomini della sinistra italiana, i quali si rifiutano ostinatamente di unirsi come una
'falange' dietro a un sol uomo, al fine d'imporre all'intero Paese una visione
oligarchica, personalistica, populista e, in fondo, anche un po'
autoritaria delle nostre istituzioni. Il referendum del
4 dicembre 2016 è stato perduto da questa gente qui proprio a causa di tale
'visione dall'alto', abbarbicata sulla più
'cretina' delle
'scale di astrazione' piccolo borghesi. Un'ottica secondo la quale
Massimo D'Alema, Pierluigi Bersani e, più recentemente,
Bobo Craxi sarebbero già oggi, cioè
prima ancora di andare a votare, responsabili di ogni male.
Prodi, D'Alema, Bersani e
Craxi sono un gruppo di esponenti politici e di governo che hanno saputo
'portare a casa', in passato, obiettivi e risultati assolutamente concreti, come
l'Expo di Milano, un primo tentativo di
liberalizzazioni, l'entrata in
Europa con i nostri conti pubblici dignitosamente rimessi a posto. Ma quel che più fa
'specie', in particolare, è la contraddizione in termini di alcuni personaggi a dir poco pittoreschi.
Riccardo Nencini, per esempio, attuale viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, nonché segretario di un
minuscolo Psi, avvinghiato parassitariamente al
Pd come una
'cozza' su uno scoglio del porto di
Anzio, in questi ultimi anni ha occupato intere pagine di giornali, siti web e agenzie di stampa per parlare malissimo di
Bobo Craxi e, oggi, ha persino la
'faccia tosta' di chiudere la sua più recente requisitoria sugli
efferati crimini commessi dall'ex sottosegretario agli Esteri con la frase:
"Non intendo parlare mai più di questa storia". Dopo anni e anni di
monologhi e
'pipponi', all'improvviso il segretario dell'ultimo
'rimasuglio' di Psi rimasto
in 'campo' si ricorda che, in politica, è sempre meglio essere
'caustici', soprattutto in un ambiente - inteso in senso generico e non riferito esclusivamente al
Psi - in cui
"il più pulito ha la rogna". E invece, no: sono gli altri a essere
esasperatamente pedagogici nei confronti degli italiani, i quali nemmeno la capiscono la disistima nutrita nei loro confronti, dato che per costringerli a
leggere un giornale, anche
'on line', bisogna
minacciarli con una
pistola alla tempia. Insomma, la solita retorica, ipocrita e moralista, dei
'salotti buoni' della
'sinistra al caviale'. E il
'bello', in tutto questo, è che il
'post-margheritino' della
provincia di Firenze non può neanche vantare risultati di governo
'mostruosi'. E invece ancora parlano questi qui, come se ci avessero condotti tutti quanti assai vicino alla
'piena occupazione'. Massimo D'Alema, Pieluigi Bersani, Roberto Speranza e
Bobo Craxi sono colpevoli di non volersi adeguare alla
deriva 'sanremese' di
Matteo Renzi e
'compagnia cantante'. Una
'narrazione' (la chiamano proprio così,
Gesù mio: aspettami lì sulla croce, che adesso salgo anch'io per
tapparti le orecchie, ndd) interamente imperniata sulla
rima 'cuore-amore' e altre banalità di questo genere. Chissà di cosa
'diamine' bisogna parlare ai cittadini, secondo questi qui. Forse, del
milione di posti di lavoro generati dal
'Jobs act'? Tipo quelli degli addetti ai pacchi di
Amazon, costretti a scioperare in
mezza Europa perché sottoposti a un
'turn over' da
'cottimisti'? Mah... Noi rimaniamo alquanto perplessi. Sia come sia, tornando allo psicanalista
Massimo Recalcati, del quale abbiamo condiviso, in passato, ampie parti della sua analisi sulla
'poetica pasoliniana', siamo veramente dispiaciuti e anche un po'
schifati: ormai può bastare, in questo benedetto Paese, la semplice
nomina al vertice di una
scuola di Partito, per rivendersi immediatamente tutto quel che di buono si è prodotto negli anni. E ciò unicamente al fine di andare a difendere quell'antico e stravagante
amore per gli 'arruffapopoli' di una società che più
qualunquista e
senza scrupoli di così, si
'muore'. Un popolo
sedicente cattolico, intenzionato a prenderci tutti a
'calci in bocca' solamente per aver fatto del bene a tanti poveri disgraziati che rischiavano di annegare innanzi alle porte di
casa nostra. Giunti a questo punto,
ben venga la destra, ragazzi.
Ben venga! In primo luogo, la logica
dell'alternanza è questa e funziona un po' così; in secondo luogo, noi siamo persone formatesi nei lunghissimi decenni
d'inamovibilità democristiana. Eppure, siamo sopravvissuti lo stesso. Anzi, siamo ancora tutti qui, vivi e vegeti e in buona salute. E non dobbiamo nemmeno
ringraziare qualcuno, di questo. Men che meno, il signor
Riccardo Nencini.