Abu Dhabi, la grande e ricca capitale degli
Emirati Arabi, emana profumi, odori ed è piena di colori. Il mare e il deserto sono in un suggestivo contrasto con gli ardimentosi grattacieli che dominano un dedalo di isole, ciascuna con una propria identità ben precisa. Così come coloro, per la maggior parte stranieri, che risiedono in questo luogo unico e multiforme. Basta osservare la gente pochi minuti per rendersene conto, tra
famiglie 'occidentali' in
shorts e
costume da bagno che prendono il sole sulla spiaggia e donne elegantissime alla
Melania Trump, che indossano
velo e
abaya, leggera veste nera sotto cui si intravedono
loubotin dal tacco vertiginoso. Gli uomini portano la
kandura, la tradizionale tunica bianca, con il copricapo fermato da una doppia corda nera. Fino a metà del secolo scorso,
l'Emirato non era che una distesa di sabbia con un'economia essenziale basata sulla pesca di perle e sulla coltivazione delle palme da dattero. Poi, la scoperta del petrolio ha cambiato tutto, trasformando
Abu Dhabi in modo definitivo. Nel segno del benessere e del lusso, certo, ma anche della cultura e della tolleranza religiosa, promosse dal padre fondatore degli Emirati Arabi Uniti:
Sheik Zayed, a cui è dedicata la grande e prestigiosa moschea dalle
80 cupole di marmo bianco di
Carrara, le
mille colonne finemente intarsiate, i
candelabri placcati in oro zecchino, i
mosaici preziosi, i
lampadari forgiati con cristalli
Swarovski e il pavimento in porfido verde, nero, grigio e rosso, coperto dal più grande tappeto del mondo annodato a mano. Il
Louvre Abu Dhabi, lo scorso
11 novembre 2017, ha inaugurato il suo polo culturale e artistico, in grado di attrarre visitatori e investitori da tutto il mondo: altro che la
'Nuvola' dell'Eur! Il
Louvre Abu Dhabi ha per tetto una
cupola a nido d'ape di otto strati, che ripropongono forme geometriche in stile arabo. All'ingresso, una
statua del neolitico, proveniente dalla
Giordania, accoglie i visitatori. È una delle più antiche della Storia dell'uomo e si compone di
due teste. Un
dualismo che sembra il marchio di fabbrica di quest'opera, pensata come
'ponte' tra passato e futuro, tra est e ovest. Il distretto culturale di
Saadiyat Island porta la firma di prestigiosi studi di architettura internazionali, che hanno cambiato addirittura l'atmosfera della capitale, dove accanto a uffici, alberghi e centri commerciali nascono laboratori creativi e
art gallery. Il
Louvre Abu Dhabi è nato da un accordo intergovernativo con la
Francia e disegnato da
Jean Nouvel con il sogno, realizzato, della ricostruzione precisa di una medina araba, un quartiere antico. Le stanze museali sono strutturate in
23 gallerie permanenti, uno spazio per
esposizioni temporanee, un
museo per bambini, auditorium, ristoranti, sale da te e
negozi aperti dalle più prestigiose
'maison' del mondo. L'esposizione delle opere d'arte, provenienti dai musei pubblici e privati di tutto il mondo, sono organizzate sulla base di tematiche comuni, più che su logiche spazio-temporali. Una curiosità incredibile è
'la duna' di
Foster and Partners, già mostrata
all'Expo 2010 di
Shanghai, che è stata smontata pezzo per pezzo e rimontata accuratamente in occasione dell'inaugurazione
dell'Abu Dhabi Art. In contrappunto, lo
Zayed National Museum, progettato sempre dallo studio londinese di
Sir Norman Foster e dedicato alle tradizioni culturali del Paese e al suo
'fondatore illuminato', al quale ha fatto seguito il
Guggenheim di
Frank Gehry, che ospita opere d'arte contemporanea provenienti da ogni parte del mondo. Per avere il quadro completo dell'incredibile sviluppo di
Saadiyat Island basta entrare al
Manarat, il centro culturale che ospita la mostra permanente sulla sua storia e sul suo progetto, oltre a esposizioni temporanee di opere già acquisite dal
Louvre Abu Dhabi, ma anche volte a sostenere giovani talenti locali. Reperti del periodo babilonese o l'installazione medicea del pechinese
Gu Dexin rendono unico il
Louvre Abu Dhabi, vanto della nuova politica degli
Emirati Arabi. Nell'Emirato si guarda al futuro, con una crescente attenzione all'ambiente e una politica economica sempre più indipendente dall'oro nero, nonostante vengano estratti
4 milioni di barili di petrolio ogni giorno nel territorio di
Abu Dhabi, posizionando il Paese al settimo posto come produttore mondiale.