Sesto San Giovanni, poi
Piacenza e, prima di loro, altri comuni governati dalle
destre hanno deciso di uscire dalla
'rete anti-discriminazione' basata sull'orientamento sessuale, in quanto, appunto,
"di destra". Ispiratori di sì
'destrista gesto' sembrano essere i locali esponenti
'leghisti', che valutano la
civiltà o
l'inciviltà degli esseri umani su questioni importantissime, come
il colore della pelle, la
religione e le loro preferenze quando si gioca a dove si mette la
'salsiccia' (chiediamo scusa per la metafora un po'
'greve', ma ci uniformiamo per
amor di barbarie...). Anche per loro, come per troppi altri, la tanto sbandierata questione
dell'onestà, che comunque è solo e sempre quella
altrui, non ha molto a che vedere con
furti, truffe o
appropriazione di denaro pubblico, ma viene scambiata con l'illusione che a determinare chi è rispettabile e chi no sia il sapere e il far sapere
chi e
cosa 'si fa' a letto. Così anche
Piacenza, tristissima città di rara
'bruttezza culturale', piazzata appena prima del fiume
Po, si uniforma all'incombente ritorno al
medioevo vaticinato da
leghisti e
5 Stelle, gettandosi alle spalle quella
parvenza di civiltà che, insieme
all'Italia tutta, aveva da poco finto di conquistare, insieme a un
'falso interesse' verso quelle
minoranze che sono uguali in quanto a
doveri, ma non son degne di tutti i
diritti. Sul desiderio sessuale corre la differenza tra la
politica civile, che questo Paese merita e
l'incivile destra che questo stesso Paese vota. Ma si chiama
'schizofrenìa', non
'frocerìa'. Per curarla, la prima, occorrono specialisti, non programmi televisivi demenziali, non giornali indecenti, non giornalisti compiacenti e, soprattutto, non
'umanoidi' che si travestono da padri e madri di famiglia per prendere
'in giro', in un colpo solo, mogli, mariti, figli e la società tutta. Sentendosi fortunati, perché
i cespugli o certe
'fratte', come si dice a
Roma, non possono parlare...