Bilancio positivo quello delle
#FestedelDialogo, organizzate dal
1° all'11 settembre in
Italia e in
Terra Santa dalla
Co-mai, la comunità del mondo arabo in Italia, dal movimento internazionale e interprofessionale
'Uniti per unire' e dalla Confederazione internazionale, laica e interreligiosa:
#Cristianinmoschea. In tutte le regioni italiane sono state infatti organizzate preghiere comuni, incontri, dibattiti pubblici e cene di fratellanza che hanno fortemente contribuito al dialogo tra musulmani, cristiani, ebrei, fedeli di altre religioni e laici, per l'abbattimento dei muri dell'odio reciproco, del pregiudizio e del terrorismo. L'iniziativa ha avuto l'adesione di più di
2500 tra comunità islamiche, circoli culturali, associazioni, università, sindacati.
'Gran finale' a
Roma, Reggio Emilia e
Gerusalemme, il
10 e
11 settembre scorsi. Nell'Urbe, il dibattito è stato denso di interrogativi, ma anche di proposte concrete: organizzato dal professor
Foad Aodi, presidente di
Co-mai e
'Uniti per unire', nonché e fondatore di
#Cristianinmoschea, dal vescovo anglicano
Luis Miguel Perea Castrillon presso
l'Istituto delle Suore Oblate del Sacro Cuore di Gesù, alla via del Casaletto.
"Innanzitutto, dobbiamo tener presente", ha sottolineato il professo
Enrico Granara, ministro plenipotenziario del
ministero degli Affari Esteri, coordinatore degli interventi di cooperazione nel
Mediterraneo, "che il contesto istituzionale più adatto all'azione di tutte quelle realtà che vogliono sviluppare il dialogo nel Mediterraneo non può essere che quello dell'Unione euromediterranea. L'unico organismo sovranazionale, composto da 41 Paesi, che con i fondi di Bruxelles si occupa concretamente di tutto il Mediterraneo. Con queste nostre iniziative", ha invece precisato
Foad Aodi, 'Focal Point' per l'integrazione in Italia e per
l'Alleanza delle civiltà (UnaOc), organismo
dell'Onu, "iniziate ufficialmente con #Musulmaninchiesa del 31 luglio 2016, pochi giorni dopo il tragico attentato di Nizza e proseguite con la nascita della Confederazione #Cristianinmoschea, non vogliamo certo fare miracoli, ma combattere - sempre con le armi del dialogo, della conoscenza reciproca e della buona informazione - i fomentatori di odio e le strumentalizzazioni politiche di problemi complessi come, anzitutto, l'immigrazione irregolare. Vogliamo far vedere le cose a chi non vuol vedere, per far sì che l'ottuso cominci a ragionare. E con le #FestedelDialogo stiamo dando uno strumento per la miglior terapia delle 'zone grigie', anticamera del terrorismo. Proprio l'11 settembre abbiamo voluto chiudere le #FestedelDialogo dedicando questa grande partecipazione al ricordo e alla commemorazione di tutte le vittime del terrorismo, lanciando un appello per fermare qualsiasi discriminazione e qualsiasi massacro di etnìe e religioni". In stile
'I want you', l'intervento del vescovo anglicano
Luis Miguel Perea Castrillon, vicepresidente di
#Cristianinmoschea: "Ognuno di noi ha una qualche possibilità di partecipare a cambiare il mondo. Ed è nostro dovere non lasciarla cadere. Indegnamente, siamo chiamati tutti a trasformare questo pianeta col nostro impegno, partendo dal nostro vissuto quotidiano: la forza del dialogo deve permeare la cultura, la politica, lo sport, ogni aspetto della realtà". Sulla stessa linea, l'algerino
Kamel Belaitouche, segretario generale della
Co-mai: "Ogni civiltà nella Storia s'è sviluppata grazie al dialogo e all'interscambio con le altre, non con le chiusure nazionalistiche esaperate e ottuse", mentre l'imam
Salameh Ashour, responsabile del Dipartimento per il dialogo interreligioso della
Co-mai, ha ricordato
"il principio fondamentale, comune a tutte e 3 le grandi religioni monoteistiche, dell'uguaglianza di base tra gli uomini". Abdo Rad, sacerdote cattolico libanese, ha invece ricordato
"la radice di base comune a quasi tutte le religioni: la credenza in Dio e la natura delle varie religioni come 'rami', in fondo, di uno stesso albero. Anche per questo, il dialogo è, di per sè, una festa". Sono intervenuti, inoltre,
Kurosh Danesh, responsabile
Cgil per le
Politiche dell'immigrazione, in rappresentanza del Segretario generale,
Susanna Camusso; Andrea Tasciotti, ambasciatore per
l'Italia di varie organizzazioni intergovernative;
suor Swjitha Xavier, delle
Oblate del Sacro Cuore di Gesù, con esperienza di lavoro tra i musulmani nel suo Paese,
l'India e in
Guinea Bissau. "E' importante investire nelle nuove generazioni, dando loro esempi positivi cui ispirarsi", ha detto
Manuela Trombetta, coordinatrice del Dipartimento istruzione di
'Uniti per unire' e autrice del
Progetto 'S.C.U.O.L.A.', promosso da
Asi e
Unicef per parlare di valori etici e di solidarietà ai ragazzi tra gli
8 e i
13 anni: "Le #FestedelDialogo sono uno di questi esempi, un momento in cui parlare di fratellanza e testimoniare il valore del rispetto reciproco, dell'amicizia e della conoscenza, prevenendo il germe del pregiudizio". Altri due eventi conclusivi delle
#FestedelDialogo sono stati la festa, organizzata a
Reggio Emilia da
Sufi Mustapha, presidente del
Congresso europeo degli imam predicatori e le iniziative varate in
Terra Santa dalla scrittrice ebrea
Shazarahel, vicepresidente della
Confederazione internazionale laica e interreligiosa. "Sono stata accolta con grande calore dalla preside e dalla vicepreside della scuola di Jajulia", afferma
Shazarahel, "e abbiamo deciso insieme di dare il via a incontri in cui bambini musulmani potranno scoprire il mondo ebraico e bambini ebrei il mondo islamico, mettendo in valore tutto ciò che ci unisce. Questo, per esempio, invitando un rabbino che parli dell'ebraismo ai giovani studenti musulmani e facendo loro visitare una sinagoga. Tenteremo anche di fare l'inverso: lo scopo di queste iniziative è 'seminare' nelle giovani generazioni il seme della bellezza che nasce dalla scoperta del mondo altrui, che arricchisce e completa il nostro". Sempre
l'11 settembre, anniversario del terribile
'attentato-spartiacque' del
2001 alle
Torri Gemelle di
New York, a
Gerusalemme il rabbino
Mordechai Chriqui, all'istituto
'Rahman' (che sorge, tra l'altro, in un quartiere ortodosso della città) ha parlato su questi temi. Mentre
Shazarahel ha annunciato il lancio dell'altra iniziativa di
Co-mai e
'Uniti per unire', #Musulmaninsinagoga: un'iniziativa dalle straordinarie potenzialità pacificatrici in un'area come la
Terra Santa, che sarà presto organizzata su proposta di
Foad Aodi, sia là, sia in
Italia.