Tra
Lazio e
Abruzzo si estende un sentiero che unisce paesi medievali e natura selvaggia:
'Il cammino dei briganti'. Esso percorre le antiche vie dei
briganti della
banda di Cartore e segue le tracce degli stessi, i quali dominavano la zona a cavallo tra la
Marsica (Abruzzo) e il
Cicolano (Lazio), antica linea di confine tra
Stato Pontificio e
Regno delle due Sicilie. Terre, queste, oggi confine tra le due regioni, ricche di boschi, montagne e storie di banditi. Violenze, soprusi e rapimenti fanno parte delle
leggende di queste
'bande', che si opposero
all'invasione sabauda, all'aumento delle
tasse, all'eliminazione dei
dazi doganali e
all'obbligo della leva. Molti
neo-italiani, infatti, furono costretti a entrare nel
Regio esercito del
Regno d'Italia e la clandestinità fu una via per salvarsi. Questo giro ad anello sulla dorsale appenninica tra
Abruzzo e
Lazio è un suggestivo percorso, di raro interesse storico. Esso è stato riscoperto grazie all'iniziativa di
Luca Gianotti, fondatore e guida de
'La compagnia dei cammini'. Il
'Cammino dei briganti', in precedenza non esisteva, mentre ora unisce vecchi sentieri e mulattiere tra le due regioni.
Giannotti, infatti, dopo aver perlustrato l'area a lungo, ha riaperto i
vecchi sentieri infrascati, con roncole e altri attrezzi, occupandosi anche della
segnaletica con vernice bianco-rossa, adeguandosi agli standard europei. Per percorrere il
'Cammino dei briganti' è necessario seguire alcune indicazioni:
a) si consiglia di prenotare sempre e in anticipo, per assicurarsi cibo e pernottamento;
b) non ci si deve aspettare qualcosa di simile alla
via Francigena, per esempio, dove la natura risulta
'addomesticata' e il tutto è ben organizzato, bensì un paesaggio più selvaggio, come si presenta quello abruzzese (serve, quindi, essere accorti);
c) munirsi di
bussola, di guida e di mappa (pubblicata dal 1 aprile 2017 - edizioni
Il Lupo) è indispensabile. La passeggiata dura
sette giorni ed è di
media difficoltà: si parte e si arriva da
Tagliacozzo (AQ). Sante Marie è la località di partenza del nostro itinerario, mentre al
Casale Le Crete (770 metri slm) cominciano molte escursioni, dove la guida con il suo gruppo si incammina lungo il sentiero. Si raggiunge quindi
Santo Stefano, per proseguire verso
Valdevarri (Lazio) e
Nesce, paesini quasi disabitati o poco conosciuti. Capita, infatti, di incontrare i pochi
stanziali, ancora legati alle tradizioni locali. Alle pendici del
Monte Velino (terzo gruppo montuoso dell'Appennino dopo il Gran Sasso e la Maiella), tra la conca del
Fùcino e le valli dei fiumi
Aterno e
Salto, al confine con le due regioni, si estendono invece i paesini che si incastonano nell'entroterra laziale e abruzzese, testimoni del passaggio delle antiche civiltà. Lungo il cammino si incontrano
Villerose, Spedino e
Cartore (tra la Val de Varri e la Valle del Salto), borgo che fu base dell'omonima banda dei briganti. Da qui si raggiungono:
Anello di Cartore e il
lago della Duchessa, tappa facoltativa secondo quanto suggerisce l'itinerario, per rientrare così in
Abruzzo. Inserito all'interno dell'omonima riserva, lungo le cornici
dell'Appennino montano, il lago si trova a
1788 metri sopra il livello del mare. Seguono, infine, i borghi di
Santa Maria in Valle Porclaneta: un luogo suggestivo, dove si può visitare la magnifica
chiesa romanica, capolavoro d'arte del
X secolo. Seguono:
Rosciolo, Scurcola Marsicana, uno dei borghi meglio conservati della
Marsica, Magliano de' Marsi e
Piani Palentini, per fare ritorno di nuovo a
Sante Marie. Proprio qui, nell'area archeologica di
Colle Nerino (località Santo Stefano di Sante Marie), sono tornate alla luce delle
tombe o
costruzioni funerarie utilizzate, in un secondo tempo, come
fornaci, una
struttura circolare e
strade di epoca romana che invitiamo a visitare. E' interessante sapere, inoltre, che la campagna scavi è stata finanziata dal comune di
Sante Marie, con il patrocinio del
ministero per i Beni e le Attività culturali, permettendo la realizzazione del percorso naturalistico. E' stata scoperta anche una
seconda struttura, di forma
poligonale, collegata a un altro percorso, ancora inaccessibile.
'Il cammino dei briganti' si può percorrere sia da soli, sia in compagnia, addirittura anche per singoli tratti: a piedi (da paese a paese) o in
mountain bike, oppure anche accompagnati dagli
asinelli per trasportare il proprio bagaglio. Ogni tappa è attrezzata: si usufruisce dei servizi messi a disposizione dalle strutture convenzionate
(B&B o
graziosi agriturismo), alcune a conduzione familiare. I turisti vengono bene accolti, facilitando la conoscenza del territorio circostante attraverso un incontro autentico. Anche il
cibo rientra in questa
'filosofia', tanto da essere prodotto ancora in modo tradizionale offrendo salumi, formaggi, bruschette e verdure sott'olio, sapori locali. A
quote medio-basse (800 e 1300 metri di altitudine), tra la
Val de Varri, la
Valle del Salto e le pendici del
Monte Velino, i viaggiatori
attuali rivivono l'esperienza di quelli
'antichi', rispettando sempre quelle che sono le
'regole' del percorso. Questo sentiero, infatti, è nato
'dal basso', senza alcun finanziamento pubblico. E richiede di condividere la
'reciprocità': l'intento de
'Il cammino dei briganti' è infatti quello di sostenere un territorio svantaggiato che, via via, si è spopolato. Pertanto, aiutarlo a sopravvivere
sviluppando economia è un grande impegno. Consigliamo di portarsi
soldi in contanti, poiché non c'è possibilità di prelevare denaro. Inoltre, per chi desiderasse viaggiare con il proprio
cellulare, si possono consultare le apposite
'mappe gps' relative alla zona in questione. Per percorrere l'interessante itinerario non bisogna pagare nulla. Tuttavia, è necessario:
1) mantenere pulito;
2) portarsi dietro le forbici, indispensabili per tagliare rovi o ortiche nei tratti che tendono a infrascarsi;
3) raccogliere rifiuti per il bene di tutti è
"dovere civile", per poi gettarli nei paesi limitrofi;
4) laddove i segnali risultino
'divelti', se ne possono ricostruire altri, affinché chi seguirà dopo di noi riconoscerà la giusta direzione.
'Il cammino dei briganti' si affronta senza fretta, almeno per chi viaggia in solitaria. Può capitare di trovarsi di fronte a un
bivio dove ancora non sono presenti i
segnali di legno. Dunque, è consigliabile ragionare con attenzione, per capire la direzione da seguire.