Sul fronte pedagogico dell'educazione per l'infanzia, siamo di fronte a un
bivio cruciale della
Storia dell'umanità, in cui avremmo bisogno di nuovi
concetti, nuovi
valori e una nuova
visione d'insieme, finalizzata a guidare i nostri passi verso un futuro più
umano e
sostenibile. La consapevolezza dovrebbe innalzarsi da
locale ed
egocentrica a
globale e
planetaria. Ma tale nuova
'coscienza' richiede anche una visione più limpida e coerente di noi stessi, della società, della natura e del cosmo. Invece, proprio in questo campo ci ritroviamo all'interno di un dibattito assolutamente schematico tra
'montessoriani', cattolico-moralisti e
laici 'post gentiliani'. Forme di dialettica
'finte', che rischiano di lasciar spazio a quelle nuove discipline
'olistiche', per non dire
'new age', che quasi sempre degenerano verso
convinzioni astratte, come dimostrato dal recente dibattito sulle
vaccinazioni. La
pedagogia infantile è materia delicata e importante: vale la pena soffermarsi, ogni tanto, intorno a essa, al fine di comprendere alcune problematiche
spirituali, valoriali e di
principio, che rischiano di condurci verso una stravagante società
'rovesciata', in cui uno
sterile cinismo neo-materialista viene sostanzialmente confuso per intelligenza. Dobbiamo renderci conto che
l'Italia è il
Paese dei paradossi per eccellenza, vittima di una
'surrealtà' cristallizzatasi per troppo tempo: uno strano
'schema-non schema' in cui ogni principio di responsabilità individuale
latita fortemente, perché di ogni evento e di ogni fatto è sempre colpevole qualcun altro. Un modo di
giudicare, scegliere e
decidere totalmente
'sbandato', che finisce col trasformare intere generazioni di bambini in nuovi
'capri espiatori' di una società che è
l'esatto contrario di ciò che viene
insegnato loro. Troppi aspetti
retorici, cronicizzati all'interno dei nostri comportamenti, si contrappongono a nuove
esigenze autoeducative le quali, purtroppo, vengono interpretate come semplici
meccanismi: mere
verità 'automatiche' che falsano, sotto il profilo della
'purezza' filosofica, ogni forma di spontaneità e autenticità individuale. Non si tratta di uno scontro tra
metodologie scientifiche distinte tra loro, bensì dell'impossibilità collettiva a emergere da una
crisi antropologica ancor più profonda di quella economica, che ha avvolto l'intera società in una sorta di
guerra 'post ideologica' tra
'poveri', generata a sua volta da una
globalizzazione che ha massacrato interi ceti sociali. L'inconsistenza o l'attuale non esistenza di quello che una volta veniva definito
'ceto medio' ci sta trascinando verso un
'buco nero' senza alcuna via d'uscita, in cui i nostri figli risultano predestinati a
'implodere' come
'piccole stelle' innanzi all'orizzonte degli eventi, come già accaduto alle ultime generazioni che li hanno preceduti. Ed è esattamente per questo motivo che molti italiani
rinunciano a procreare nuovi esseri umani: per evitare di dare alla luce nuove
esistenze, tanto
vuote, quanto
infelici.PER POTER LEGGERE IL NOSTRO MENSILE 'SFOGLIABILE' CLICCARE QUI
Direttore responsabile di www.laici.it e della rivista mensile 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it)
(editoriale tratto dal mensile 'Periodico italiano magazine' n. 28 - maggio 2017)