Questo numero di
'Periodico italiano magazine' è dedicato al
miracolo della vita. Ma la nostra volontà di occuparci di una tema del genere discende da un punto di vista
estremamente critico nei confronti della
società globalizzata, la quale ha letteralmente trasformato il
popolo in
massa. Molti studiosi e osservatori credono che la
crisi delle nascite nella società moderna derivi dalla
precarizzazione del lavoro, che ha ridotto ogni possibilità di costruirsi una
famiglia delle
generazioni più giovani. Purtroppo, le cose non stanno esattamente così: anche nei casi in cui le
fondamenta economico-strutturali esistono, i rapporti di coppia
falliscono. Il
matrimonio e la
famiglia, in quanto istituzioni, non reggono il confronto con la
modernità globalizzata, perché quest'ultima ha annullato i valori e gli ideali del passato.
Cristianità, liberalismo e
socialismo sono stati letteralmente scaraventati in una
'tinozza di merda'. E ciò è accaduto per la volontà sistematica di chi ha cercato e voluto l'avvento di una
globalizzazione economica basata su presupposti
edonistici, per non dire
epicurei. Anche la stessa trasformazione dei nostri
corpi, oggi schiavizzati da imposizioni
salutiste ed
estetiche, è frutto del
'dominio orizzontale' di una visione che ci impone di essere
snelli, belli e in
buona salute, per poter vivere più a lungo e
godere individualmente. In pratica, è stata sottilmente imposta una concezione della vita totalmente finalizzata al
godimento del singolo, anziché su
progetti di vita collettivi o di
coppia. Il concetto di
sacrificio, che i nostri genitori hanno
accettato e
applicato per farci studiare, nelle giovani coppie di oggi
non esiste più: non appena qualcosa s'incrina, il rapporto
'salta' totalmente, nell'illusione che il tempo sia immobile e che si possano sempre
sperimentare nuovi tentativi e
nuove storie. Ma quest'imposizione al godimento della società globalizzata è una visione, al contempo,
sadica e
illiberale: sadica, poiché ci ha condotti in un mondo completamente
privo di valori, in cui sono i
corpi a possedersi orgiasticamente tra loro, limitando, se non addirittura annullando, i
sentimenti; illiberale, poiché il singolo individuo, inglobato all'interno della massa, viene spinto a godere fino al limite estremo della propria
autodistruzione. La
libertà, dunque, all'interno della società globalizzata è, sostanzialmente,
un obbligo, una
costrizione a consumare, non solamente
beni e
prodotti, bensì anche
se stessi, il proprio tempo, i propri anni, la propria stessa vita. Una ricerca continua di
godimento fisico, totalmente
dissociato da ogni visione,
religiosa o
laica, di evoluzione e trasformazione della società. Esattamente quello che accadde al
popolo Ebreo descritto nella
Bibbia, allorquando rinunciò a marciare verso la
'Terra promessa' per adorare il
'vitello d'oro'. Tutto questo discende dal definitivo tramonto di ogni
dimensione ideale della vita, sia sul versante
religioso, in cui il sistema globalizzato ci ha condotti ad abbandonare persino il
monoteismo, al fine di farci adorare una
pluralità di idoli imposti dalla televisione, sia sul fronte
politico, in cui il raggiungimento di una società più
equilibrata e più
giusta è stata sostituita dal
narcisismo individualista e
dall'egoismo autoreferenziale, che ci impediscono di dedicare la nostra vita
agli altri, anche fossero i nostri stessi
figli. Cioè coloro che avrebbero dovuto guidare il popolo verso la
'Terra promessa' di una società che, purtroppo,
non vedremo mai.
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Direttore responsabile di www.laici.it e della rivista mensile 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it)
(editoriale tratto dalla rivista 'Periodico italiano magazine' n. 27 - aprile 2017)