Carla De LeoAlcune cose ci colpiscono assai più di altre: negli attentati di Nizza, Berlino e Londra, a cui si è tristemente aggiunto quello di Stoccolma di questi giorni, gli esecutori non sono più cellule militarizzate e addestrate ad azioni militari organizzate, bensì risultano affidati alle azioni estemporanee di sbandati o disadattati, spesso di periferia, istigati a colpire civili e persone comuni anziché obiettivi strategicamente importanti o simbolici. Ciò, probabilmente, deriva dalla difficoltà di addestramento che il fondamentalismo islamico, in questa fase, sta incontrando. Nonostante il dolore e la paura che l'Isis, al Qaeda e gli altri gruppi riescono ancora a diffondere, essi stanno attraversando un'evidente fase di crisi. E speriamo vivamente che la nostra non sia un'ipotesi troppo ottimista. In secondo luogo, l'utilizzo dei veicoli, furgoni e camion, usati al fine di travolgere innocenti passanti nei centri storici delle città: un metodo piuttosto rudimentale, soprattutto ripensando al terrorismo irlandese degli anni '70 del secolo scorso, o anche a quello degli indipendentisti baschi, assai sofisticato e ferocemente preciso. Formazioni come l'Ira o l'Eta non possedevano molte risorse. Eppure, il loro terrorismo 'artigianale' era molto ben organizzato e colpiva con estrema durezza. Ma irlandesi e baschi avevano, dalla loro, un alleato 'tecnico' molto importante: il tempo. Potevano cioè studiare in maniera approfondita e assai a lungo i propri obiettivi e il modo in cui colpirli. Per quanto terrificante, si trattava di terrorismo 'scientifico'. Invece, gli attentati di matrice 'jihadista', da quello di Nizza in poi sembrano improvvisati e colpiscono alla 'cieca'. Tali considerazioni corrono tuttavia il rischio di sottovalutare, involontariamente, un terzo aspetto, di segno totalmente opposto, che speriamo vivamente non si verifichi: quasi ogni Paese dell'Unione europea ha dovuto versare il proprio contributo di sangue. Pertanto, l'Italia deve stare molto attenta a non abbassare la guardia. Non dobbiamo illuderci che il nostro Paese possa esser stato esentato dall'essere colpito. E la stessa snervante attesa a cui le nostre Forze dell'ordine sono sottoposte può rappresentare un alleato prezioso per i terroristi, che proprio nei nostri riguardi potrebbero essersi presi il lusso di attendere a lungo, al fine di colpirci in un momento inaspettato. Infine, vogliamo dedicare due parole anche sull'Europa, il continente che più di tutti ha subito questi episodi così efferati. La situazione di crisi economica l'ha esposta, in questi anni, a dure critiche. E proprio il fatto che in pochissimi notino che è proprio il territorio della Ue quello che più di tutti è stato utilizzato come palcoscenico, rende bene l'idea di un progetto sovranazionale che proprio non riesce ad affrancarsi dagli estremismi ideologici, dai settarismi e dagli egoismi nazionalisti. Noi crediamo sia esattamente questa la difficile 'porta stretta' che l'Europa e la sua cultura di laicità deve riuscire a varcare, al fine di dimostrare al mondo di rappresentare un'idea e un sogno 'vincente'. Assai più di tutte le false apparenze che i suoi moltissimi nemici, non solamente islamici, le hanno ingiustamente dipinto addosso. L'Europa laica dimostrerà di essere un'ideale assai più nobile e cristiano delle ideologie e delle stesse credenze religiose.


Lascia il tuo commento

Nessun commento presente in archivio