Lo scorso
18 gennaio 2017, l'Italia centrale ha tremato ancora: quattro scosse con epicentro a
Montereale, in provincia di
L'Aquila, a
Campotosto, a
Capitignano e ad
Amatrice, dove il campanile della
chiesa di Sant'Agostino è crollato definitivamente. Crolli sono avvenuti anche ad
Ascoli Piceno, Norcia e in vari altri paesi
dell'Umbria, oltre che in
Abruzzo e nel
Lazio. Uno
'sciame' di scosse sismiche, di magnitudo Richter
5.3 e
5.4, che si sono alternate tra le
10.25 fino alle
20.33, mettendo in apprensione anche la popolazione della capitale. Ma ciò che ha letteralmente sconvolto l'opinione pubblica è stato lo spostamento di 10 metri
dell'Hotel Rigopiano, nei pressi di
Farindola (Pescara), spazzato via da una
slavina staccatasi dal
Gran Sasso in seguito alle ripetute scosse. L'albergo, situato sul versante pescarese del
Gran Sasso, è stato letteralmente investito da una gigantesca valanga: i clienti erano in attesa di partire, preoccupati dalle scosse che si erano verificate nella zona e dalle copiose nevicate che avevano reso inagibile la strada per tornare a valle: stavano infatti attendendo che lo
'spazzaneve' aprisse loro la strada. L'intervento era previsto per le
15.00, ma poi è stato posticipato alle
19.00: la
slavina ha dunque avuto tutto il tempo per
'piombare' sulle vittime. Nell'albergo erano presenti, al momento dell'impatto con la
'montagna di neve', almeno
34 persone:
22 ospiti registrati,
8 dipendenti dell'hotel e alcune persone in visita ma non residenti, o che avevano prolungato il soggiorno proprio per il maltempo: tra loro
quattro bambini. Delle
34 persone coinvolte ne sono state messe in salvo solo
10, tra cui i
4 bambini. L'albergo era un resort con piscina piuttosto rinomato, a circa
1.200 metri di altitudine, in fondo a una strada lunga una decina di chilometri, che conduce a valle verso
Farindola, primo centro abitato della zona. Tali eventi sismici non sono affatto una novità per
l'Italia centrale: chi ne sta rilevando l'importanza, ipotizzando una divisione geologica della nostra penisola nel giro di pochi anni, sta
allarmando inutilmente la
popolazione: quanto sta avvenendo, in effetti, è indubbiamente un processo di divisione delle
faglie appenniniche, caratterizzato, tuttavia, da
tempistiche assai più
lunghe, le quali presuppongono, purtroppo, un'alta probabilità che si verifichino, nel corso dei prossimi decenni, nuovi e ripetuti
sommovimenti tellurici.Breve cronistoria dei terremoti a Roma e in Italia centraleLa questione dell'instabilità
dell'Appennino centrale, per una volta è soprattutto di natura
quantitativa ed
empirica. Molti terremoti, in epoca antica, hanno ripetutamente colpito
l'Italia centrale, venendo percepiti in modo grave anche a
Roma come, per esempio, quello
dell'Etruria del
217 avanti Cristo, o quello in
Sabina nel
174 avanti Cristo. Sappiamo, inoltre, che
Roma fu addirittura epicentro di un terremoto devastante, che ha mietuto molte vittime, tra il
442 e il
443 dopo Cristo, quando vennero danneggiati parte del
Colosseo e una navata della
basilica di San Paolo fuori le Mura. Risultarono altresì distrutti alcuni portici antichi, tra cui quelli del
Teatro di Pompeo. Pochi anni a seguire, nel
476 d. C., ebbe luogo uno dei più gravi episodi sismici che abbiano mai colpito la capitale: per
40 giorni si susseguirono scosse fortissime, che causarono la distruzione di numerosi edifici.
Nell'847, un nuovo sisma causò diversi danni sempre al
Colosseo, mentre
nell'849 un altro terremoto causò la caduta
dell'obelisco di
piazza Montecitorio. Nell'896, la basilica lateranense di
San Giovanni, per un terremoto
"sprofondò dall'altare alle porte" e la cittadinanza fu decimata. Nel
1231, le scosse che colpirono
Roma causarono nuovi danni alla parete sud-ovest del
Colosseo. Crollò, inoltre, anche la parte superiore della
Torre dei Conti. Nel
1349, un terremoto di forte magnitudo colpì il
Molise, causando distruzione in tutta
l'Italia centro-meridionale. Ovviamente,
Roma non rimase immune al sisma. E il lato sud del
Colosseo, costruito su una parte meno stabile di terreno, crollò. Nel
1351, il poeta
Francesco Petrarca raccontò il suo viaggio da pellegrino a
Roma e notò come fossero ancora chiaramente visibili i segni lasciati dalla
"mortal scossa". Nel
1703, si verificarono ben
3 terremoti, che furono chiaramente avvertiti anche nella
'città dei 7 colli'. Nei giorni successivi,
Papa Clemente XI (1700-1721) radunò i cittadini per pregare in diverse occasioni. La
basilica di San Lorenzo fu danneggiata e altri archi del
Colosseo crollarono. Nonostante ciò, non si verificarono vittime, in questi episodi del
XVIII secolo. Tuttavia, per lunghi mesi numerosi cittadini decisero di dormire all'aperto. In
piazza di Spagna si verificarono danni al suolo che causarono una voragine nel terreno, la quale portò alla luce un antico acquedotto. Nel
1899, una scossa di magnitudo
5.2 della
scala Mercalli interessò i
Colli Albani, evento seguito, nel
1909, da un nuovo terremoto di magnitudo
4.8 Msc (scala Mercalli,
ndr) che ebbe come epicentro l'attuale quartiere romano di
Montemario. Nel
1911, un nuovo sisma di magnitudo
4.6 della
scala Mercalli ebbe come epicentro
Frascati. Nel
1915, il tragico terremoto che colpì
Avezzano, con una magnitudo di
7.0 Msc, fu percepito anche a
Roma, dove causò vari danni, non gravi ma piuttosto diffusi. Tra questi, si segnalarono alcune lesioni alle chiese di
Sant'Agata dei Goti e di
Santa Maria della Scala, alle
Mura Aureliane e
all'Acquedotto Claudio presso
Porta Furba, dal quale caddero alcuni metri di muro. Nel
1919, un nuovo terremoto di magnitudo
5.5 della
scala Mercalli colpì
Anzio, cui seguì, nel
1927, un'altra scossa del
5.0 Msc sui
Colli Albani.
Gli eventi sismici più recentiNell'estate del
1979 è stato avvertito il terremoto di
5.9 della
scala Richter, che dal
1935 in poi misura, più oggettivamente, intensità e ampiezza delle scosse sismiche, con epicentro nella
Val Nerina. Negli anni successivi, la capitale d'Italia ha percepito in modo chiaro alcuni dei più gravi terremoti
dell'Italia centro-meridionale, come quello del
1980 in
Irpinia: un grave sisma di magnitudo
6.5 della
scala Richter che causò
2.914 vittime. Un episodio sismico importante fu anche quello
umbro avvenuto
nell'autunno 1997, con epicentro a
Massa Martana (Pg), ripetutosi nella primavera del
1998. Infine, quello che, nel
2009, ha colpito
L'Aquila. Nel
2011 iniziò a circolare la voce di una
profezia che avrebbe voluto un terremoto nella
'città eterna' esattamente nel giorno
11 maggio, sisma che non ha avuto luogo, ma che ha causato un parziale
'panico preventivo' tra i cittadini, che in alcuni casi hanno preferito tenere chiusi i negozi o assentarsi dal lavoro. Nel
2016, la città ha chiaramente avvertito le scosse che hanno colpito
l'Italia centrale: in occasione di quelle del
24 agosto in quelle del
26 e del
30 ottobre, di magnitudo
Richter 5.4 e
5.9, i ripetuti sussulti che hanno raso al suolo
Accumoli e
Amatrice, lasciando in piedi solo il campanile della
chiesa di Sant'Agostino, che era diventato il simbolo del nefasto cataclisma, prima di crollare del tutto durante gli eventi dello scorso
18 gennaio 2017. Lo
'sciame sismico' in atto dalla scorsa estate ha, inoltre, causato la tragica distruzione di parte della
basilica di San Benedetto a
Norcia, mentre a
Roma sono state riscontrate alcune lesioni presso la
basilica di San Paolo e la
chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza.