Giuseppe LorinLo scorso 18 gennaio 2017, l'Italia centrale ha tremato ancora: quattro scosse con epicentro a Montereale, in provincia di L'Aquila, a Campotosto, a Capitignano e ad Amatrice, dove il campanile della chiesa di Sant'Agostino è crollato definitivamente. Crolli sono avvenuti anche ad Ascoli Piceno, Norcia e in vari altri paesi dell'Umbria, oltre che in Abruzzo e nel Lazio. Uno 'sciame' di scosse sismiche, di magnitudo Richter 5.3 e 5.4, che si sono alternate tra le 10.25 fino alle 20.33, mettendo in apprensione anche la popolazione della capitale. Ma ciò che ha letteralmente sconvolto l'opinione pubblica è stato lo spostamento di 10 metri dell'Hotel Rigopiano, nei pressi di Farindola (Pescara), spazzato via da una slavina staccatasi dal Gran Sasso in seguito alle ripetute scosse. L'albergo, situato sul versante pescarese del Gran Sasso, è stato letteralmente investito da una gigantesca valanga: i clienti erano in attesa di partire, preoccupati dalle scosse che si erano verificate nella zona e dalle copiose nevicate che avevano reso inagibile la strada per tornare a valle: stavano infatti attendendo che lo 'spazzaneve' aprisse loro la strada. L'intervento era previsto per le 15.00, ma poi è stato posticipato alle 19.00: la slavina ha dunque avuto tutto il tempo per 'piombare' sulle vittime. Nell'albergo erano presenti, al momento dell'impatto con la 'montagna di neve', almeno 34 persone: 22 ospiti registrati, 8 dipendenti dell'hotel e alcune persone in visita ma non residenti, o che avevano prolungato il soggiorno proprio per il maltempo: tra loro quattro bambini. Delle 34 persone coinvolte ne sono state messe in salvo solo 10, tra cui i 4 bambini. L'albergo era un resort con piscina piuttosto rinomato, a circa 1.200 metri di altitudine, in fondo a una strada lunga una decina di chilometri, che conduce a valle verso Farindola, primo centro abitato della zona. Tali eventi sismici non sono affatto una novità per l'Italia centrale: chi ne sta rilevando l'importanza, ipotizzando una divisione geologica della nostra penisola nel giro di pochi anni, sta allarmando inutilmente la popolazione: quanto sta avvenendo, in effetti, è indubbiamente un processo di divisione delle faglie appenniniche, caratterizzato, tuttavia, da tempistiche assai più lunghe, le quali presuppongono, purtroppo, un'alta probabilità che si verifichino, nel corso dei prossimi decenni, nuovi e ripetuti sommovimenti tellurici.

Breve cronistoria dei terremoti a Roma e in Italia centrale
La questione dell'instabilità dell'Appennino centrale, per una volta è soprattutto di natura quantitativa ed empirica. Molti terremoti, in epoca antica, hanno ripetutamente colpito l'Italia centrale, venendo percepiti in modo grave anche a Roma come, per esempio, quello dell'Etruria del 217 avanti Cristo, o quello in Sabina nel 174 avanti Cristo. Sappiamo, inoltre, che Roma fu addirittura epicentro di un terremoto devastante, che ha mietuto molte vittime, tra il 442 e il 443 dopo Cristo, quando vennero danneggiati parte del Colosseo e una navata della basilica di San Paolo fuori le Mura. Risultarono altresì distrutti alcuni portici antichi, tra cui quelli del Teatro di Pompeo. Pochi anni a seguire, nel 476 d. C., ebbe luogo uno dei più gravi episodi sismici che abbiano mai colpito la capitale: per 40 giorni si susseguirono scosse fortissime, che causarono la distruzione di numerosi edifici. Nell'847, un nuovo sisma causò diversi danni sempre al Colosseo, mentre nell'849 un altro terremoto causò la caduta dell'obelisco di piazza Montecitorio. Nell'896, la basilica lateranense di San Giovanni, per un terremoto "sprofondò dall'altare alle porte" e la cittadinanza fu decimata. Nel 1231, le scosse che colpirono Roma causarono nuovi danni alla parete sud-ovest del Colosseo. Crollò, inoltre, anche la parte superiore della Torre dei Conti. Nel 1349, un terremoto di forte magnitudo colpì il Molise, causando distruzione in tutta l'Italia centro-meridionale. Ovviamente, Roma non rimase immune al sisma. E il lato sud del Colosseo, costruito su una parte meno stabile di terreno, crollò. Nel 1351, il poeta Francesco Petrarca raccontò il suo viaggio da pellegrino a Roma e notò come fossero ancora chiaramente visibili i segni lasciati dalla "mortal scossa". Nel 1703, si verificarono ben 3 terremoti, che furono chiaramente avvertiti anche nella 'città dei 7 colli'. Nei giorni successivi, Papa Clemente XI (1700-1721) radunò i cittadini per pregare in diverse occasioni. La basilica di San Lorenzo fu danneggiata e altri archi del Colosseo crollarono. Nonostante ciò, non si verificarono vittime, in questi episodi del XVIII secolo. Tuttavia, per lunghi mesi numerosi cittadini decisero di dormire all'aperto. In piazza di Spagna si verificarono danni al suolo che causarono una voragine nel terreno, la quale portò alla luce un antico acquedotto. Nel 1899, una scossa di magnitudo 5.2 della scala Mercalli interessò i Colli Albani, evento seguito, nel 1909, da un nuovo terremoto di magnitudo 4.8 Msc (scala Mercalli, ndr) che ebbe come epicentro l'attuale quartiere romano di Montemario. Nel 1911, un nuovo sisma di magnitudo 4.6 della scala Mercalli ebbe come epicentro Frascati. Nel 1915, il tragico terremoto che colpì Avezzano, con una magnitudo di 7.0 Msc, fu percepito anche a Roma, dove causò vari danni, non gravi ma piuttosto diffusi. Tra questi, si segnalarono alcune lesioni alle chiese di Sant'Agata dei Goti e di Santa Maria della Scala, alle Mura Aureliane e all'Acquedotto Claudio presso Porta Furba, dal quale caddero alcuni metri di muro. Nel 1919, un nuovo terremoto di magnitudo 5.5 della scala Mercalli colpì Anzio, cui seguì, nel 1927, un'altra scossa del 5.0 Msc sui Colli Albani.

Gli eventi sismici più recenti
Nell'estate del 1979 è stato avvertito il terremoto di 5.9 della scala Richter, che dal 1935 in poi misura, più oggettivamente, intensità e ampiezza delle scosse sismiche, con epicentro nella Val Nerina. Negli anni successivi, la capitale d'Italia ha percepito in modo chiaro alcuni dei più gravi terremoti dell'Italia centro-meridionale, come quello del 1980 in Irpinia: un grave sisma di magnitudo 6.5 della scala Richter che causò 2.914 vittime. Un episodio sismico importante fu anche quello umbro avvenuto nell'autunno 1997, con epicentro a Massa Martana (Pg), ripetutosi nella primavera del 1998. Infine, quello che, nel 2009, ha colpito L'Aquila. Nel 2011 iniziò a circolare la voce di una profezia che avrebbe voluto un terremoto nella 'città eterna' esattamente nel giorno 11 maggio, sisma che non ha avuto luogo, ma che ha causato un parziale 'panico preventivo' tra i cittadini, che in alcuni casi hanno preferito tenere chiusi i negozi o assentarsi dal lavoro. Nel 2016, la città ha chiaramente avvertito le scosse che hanno colpito l'Italia centrale: in occasione di quelle del 24 agosto in quelle del 26 e del 30 ottobre, di magnitudo Richter 5.4 e 5.9, i ripetuti sussulti che hanno raso al suolo Accumoli e Amatrice, lasciando in piedi solo il campanile della chiesa di Sant'Agostino, che era diventato il simbolo del nefasto cataclisma, prima di crollare del tutto durante gli eventi dello scorso 18 gennaio 2017. Lo 'sciame sismico' in atto dalla scorsa estate ha, inoltre, causato la tragica distruzione di parte della basilica di San Benedetto a Norcia, mentre a Roma sono state riscontrate alcune lesioni presso la basilica di San Paolo e la chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza.


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