Clelia MoscarielloTutti siamo stati 'Charlie' quando dovevamo esserlo. Adesso, nessuno vuole essere più 'Charlie', perché la testata parigina ha messo in pagina una vignetta dal titolo 'Sisma all'italiana', creata da Felix. Tutti siamo stati 'Charlie' dopo l'attacco terroristico alla redazione, avvenuto il 7 gennaio 2015. Il mondo ha rivendicato, allora, il sacrosanto diritto alla satira. Ma esiste un'etica, una deontologia anche nell'irrisione e nella dissacrazione. Il numero porta in copertina una vignetta sul 'burkini'. Ma mentre Amatrice e tutta l'Italia piangeva e commemorava i suoi 300 morti, la testata francese ha pensato bene di paragonarli al cibo italiano, alle lasagne e quant'altro. Addirittura, ha comparato il sangue alla salsa di pomodoro. Nella stessa pagina, un altro 'exploit': "Non si sa se il terremoto abbia urlato 'Allah U Akbar', prima di colpire". Insomma, su tutto si può scherzare, ridere e fare satira. E anche se qualcuno ha voluto interpretare la vignetta di Felix come un'ironia sulla nostra edilizia, il troppo 'stroppia', come sempre. Non si può scherzare anche sulle tragedie, perché esiste un principio di umanità che non dovrebbe permettere eccessi di superficialità intorno a un dramma del genere. E questo dovrebbe valere per tutti i popoli. Le reazioni dei nostri parlamentari non si sono fatte attendere: neppure quelle della rete; nemmeno quella del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi. Accumoli e Amatrice sono state l'epicentro di un terremoto che ha distrutto un'intero territorio. Il sindaco di Amatrice ha dichiarato: "Ben venga l'ironia, ma sulle disgrazie e sui morti non si fa satira. Sapremo mostrare come il popolo italiano sia un grande popolo: lo è stato nell'emergenza e lo sarà nella ricostruzione". Gianpiero D'Alia, presidente dell'Udc e deputato di 'Area Popolare', ha commentato invece: "Nella vignetta di Charlie Hebdo non c'è satira, né ironia: c'è solo uno stupido insulto verso l'Italia e i morti del terremoto. Conosciamo la linea editoriale 'corrosiva' del periodico francese. E ci siamo stretti doverosamente alla sua redazione dopo il brutale assalto terroristico del gennaio dello scorso anno. Questo però non può vietarci di dire, proprio per il rispetto che si deve alla morte di persone innocenti, che questa volta si è andati oltre ogni buon gusto e buon senso". Oggi, possiamo ancora gridare tutti "Je suis Charlie", esprimendo, come abbiamo già fatto, la nostra solidarietà. Ma ci aspettiamo anche che 'Charlie Hebdo' ammetta che, in questo caso, ha esagerato. Non è semplice fare giornalismo satirico, un genere molto sottile, in cui conta il colpo di 'fioretto' più che quello della 'clava'. Ma gli italiani sono un popolo assai variegato: non sono tutti degli 'epicurei' che pensano solamente al piacere del cibo. E' forse vera la seconda parte del ragionamento: quando si tratta di costruire un edificio pubblico, si tende a lesinare sui materiali, per risparmiare e ricavarne un guadagno. Ma ciò ci conduce su un territorio diverso, non esclusivamente italiano: alla difficoltà degli imprenditori edili a rinunciare alla loro avidità, alla reiterata ricerca di un extra-profitto in ogni situazione e condizione, anche in un periodo di crisi economica. Un problema etico che in molti casi esiste, ma che poteva essere sollevato in ben altro modo. Senza passare dalla parte del 'torto'. E' infatti proprio questo il 'rischio' da cui ci si deve guardare nel giornalismo satirico: 'stupire' a tutti i costi.


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Mario - Chiari/Italia - Mail - lunedi 5 settembre 2016 7.31
Era opportuno e giusto scrivere ..... ALCUNI .... imprenditori italiani.


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