Michele Di MuroSiamo già alla 'resa dei Conti' a Radio Rai? Pare di no. Nei medesimi giorni dalle attese 'nomine' dei direttori dei telegiornali, si sono moltiplicate le polemiche relative a quanto stava avvenendo nelle emittenti della nostra rete radiofonica nazionale. Tra annunci, saluti, mobilitazioni sui social network, ritrattazioni e  smentite ufficiali, la situazione al momento appare alquanto confusa. Ma veniamo ai fatti: nelle ultime settimane hanno avuto vasta eco, sui social e sulle pagine degli organi di stampa, notizie e indiscrezioni riguardanti possibili cancellazioni dai palinsesti radiofonici di programmi  'storici', quali 'Babylon', 'Mu' e '610', andati in onda per anni sul secondo canale. I primi due spazi, con modalità e approccio differente, sono di natura specificatamente musicale, mentre il terzo è un programma di varietà avente come protagonisti gli umoristi Lillo e Greg, in compagnia di Alex Braga. In quest'ultimo caso, la rete diretta da Paola Marchesini pare abbia offerto agli autori di spostare '610' nel week end per "ricaricarsi", ricevendone però un rifiuto. Nella serata del 2 agosto, un post sulla pagina ufficiale Facebook di Radio Due ha poi diffuso la notizia secondo la quale la creatura radiofonica di stampo umoristico, nata ben quattordici anni addietro, riaprirà i battenti durante la prossima stagione e andrà in onda dalla sala 'B' di via Asiago, con la partecipazione del pubblico. A ciò si aggiungano le indiscrezioni trapelate circa il presunto spostamento di 'Caterpillar', un'istituzione sulla carta inamovibile, dalle 17.30 alle 20 (ma è più probabile lo slittamento solamente di un'ora) e l'imposta rinuncia alla musica 'live' per 'Radio2 Social Club', forse il programma più 'carlocontiano', condotto da Luca Barbarossa in compagnia di Andrea Perroni. Le voci riguardanti tale rivoluzione giungono a due mesi dalla nomina, avvenuta il 9 giugno 2016, di Carlo Conti a direttore artistico di Radio Rai. Un ruolo inedito, la cui assegnazione è stata salutata con favore dall'amministratore delegato dell'ente di viale Mazzini, Antonio Campo Dall'Orto, ma accolta con sorpresa dai consiglieri di amministrazione, tenuti all'oscuro dell'intera faccenda. Com'è parso ai più, i timori che l'operazione potesse portare a uno stravolgimento dei palinsesti radiofonici avrebbero trovato conferma con quanto conseguentemente avvenuto. Costruita in anni di lavoro, la programmazione di Radio2, a differenza di quanto avviene in televisione, si è sempre contraddistinta sia per l'alto livello di eccellenza che caratterizza l'intrattenimento, come dimostrato dagli evidenti 'successi' di 'Viva Radio Due' con Fiorello e Baldini, 'Il ruggito del coniglio', i 'Socipatici', 'Radio2 Social Club' e 'Caterpillar', sia nella proposta culturale più 'sperimentale' e attenta alle novità, che su tale frequenza, differentemente da altre emittenti più commerciali, hanno trovato 'voce' e hanno potutto essere accolte da un più ampio bacino di utenza. Nell'era della 'viralità internettiana', caratterizzata da una certa omologazione e appiattimento dei gusti e delle proposte e in cui le radio sono ormai dedite al 'chiacchiericcio' da bar, ha avuto quasi del miracoloso il perdurare, stagione dopo stagione, di trasmissioni quali 'Babylon', 'Mu', 'Musical Box' e 'Rock and Roll Circus', che hanno sempre stimolato l'ascoltatore, facendo cultura e assumendosi un ruolo da cassa di risonanza per tutte quelle tendenze e manifestazioni artistiche che, altrimenti, rischiavano di rimanere inascoltate e nascoste al pubblico nazionale. Per questi motivi, le notizie delle cancellazioni dai palinsesti radiofonici si sono abbattute come un 'fulmine a ciel sereno', colpendo in particolar modo le realtà più di 'nicchia', dal punto di vista degli ascolti. Tali scelte hanno destato perplessità, proprio perché giunte in un'annata estremamente felice, che aveva visto le radio, quasi tutte, attingere finalmente all'universo della cultura indipendente, portando all'attenzione del vasto pubblico artisti fino a poco anni fa conosciuti solamente da un ristretto numero di fedelissimi (si pensi a 'Cosmo', 'I cani' o 'Calcutta', solo per citarne alcuni). In pochi, tuttavia, sono rimasti sorpresi. Il nuovo direttore artistico, in un'intervista al quotidiano 'Avvenire' del 5 agosto ha cercato di spiegare cosa gli 'frulla' per la testa: "Radio Rai ha un pubblico maschile e anziano. La vera sfida è perciò quella di 'ricollocarla', facendole riconquistare la generazione dei 'quaranta-cinquantenni' abituati ad ascoltare la radio privata e che si sono allontanati dalla Rai. Negli anni", ha spiegato il conduttore toscano, "le 'private' si sono rafforzate, sono diventate sempre più professionali, i grandi network lavorano benissimo e hanno una fortissima identità. Per questo, purtroppo, hanno superato in termini di 'numeri' gli ascolti di Radio Rai. Che però ha una sua specificità. Ed ha una forza che è la sua arma in più: l'informazione". Lamentando, quindi, una "perdita d'identità musicale", Carlo Conti aveva anche annunciato di voler intervenire maggiormente sui palinsesti di Isoradio, "daremo loro una linea musicale ben precisa" e di Radio2, sulla quale "lavorerò di più, già a partire da questa estate, improntandola a un modo di trasmettere più dinamico e dando una linea musica ben precisa dalla mattina alla sera". Il tutto con il progetto di rivedere "un certo tipo di intrattenimento: non è necessario parlare sempre e ininterrottamente". Segnali, forse, di una politica aziendale rivolta all'abbattimento dei supposti 'sprechi', o mirante all'incremento degli ascolti, anche a discapito della qualità. Sembra dunque legittimo supporre come le sopracitate trasmissioni musicali, condotte da Carlo Pastore e Matteo Bordone, in cui si ascolta musica proveniente da ogni dove e se ne parla addirittura, possano essere parse superflue agli occhi del nuovo direttore artistico. Con un misto di rassegnazione e tristezza, le redazioni dei sopracitati programmi hanno affidato ai profili social le loro parole di amaro commiato. Il conduttore di 'Mu', andato in onda per tre anni nei fine settimana, così si è espresso: "L'idea di una radio di 'sottofondo', fatta solo di hit da classifica e poche parole, non è compatibile con quello che so e mi piace fare davanti al microfono. Per questo, la notizia che 'Mu' non ripartirà a settembre è triste, ma prevedibile, coerente con il nuovo corso di Radio2". In un lungo post su Facebook, Carlo Pastore di 'Babylon' ha invece rivendicato l'assolvimento della funzione di 'servizio pubblico' svolta in sei anni durante le serate dei week-end, nell'informare e proporre all'ascoltatore le più interessanti novità, in primis di musica elettronica, incluse quelle di matrice 'nostrana'. Unanime l'indignazione, la rabbia e le dimostrazioni di affetto sui social da parte degli ascoltatori. Allo stesso modo, pressoché tutte le testate hanno dato un certo risalto alla notizia, in taluni casi con toni di pesante critica. La replica del diretto interessato non si è fatta attendere. Sempre sul profilo social, il presentatore ha sottolineato in questi giorni l'infondatezza delle notizie trapelate nelle scorse settimane. Questo perché solamente "tra pochi giorni saranno presentati i palinsesti definitivi di Radio Rai e, allora, vi accorgerete che, anche a 'Radio2', quasi tutti i programmi sono stati confermati nella loro collocazione (o in collocazioni migliori). Quindi, le accuse e il polverone di questi giorni si sono sollevate da notizie e affermazioni non corrette". Carlo Conti ha poi aggiunto: "Sia 'Mu' che 'Babylon' sono regolarmente in palinsesto, mentre gli unici non confermati sono i miei amici Max Giusti e Giovanni Vernia per i quali spero si possa trovare quanto prima uno spazio". L'inatteso 'cambio di rotta' è stato peraltro confermato sulla pagina di 'Babylon' nella stessa giornata. Che la stampa e i diretti interessati abbiano preso un colossale 'abbaglio'? Oppure. le critiche feroci e le petizioni in favore di alcune 'riconferme' hanno determinato un 'ripensamento' delle scelte annunciate in precedenza? Un 'bel dì', sapremo.


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