Giuseppe LorinDopo Firenze, Bologna e Genova, nel 2019 sarà Matera la capitale europea della cultura. Una scelta, quella assunta dal parlamento e dal Consiglio europeo, che sin da subito abbiamo apprezzato in quanto riconoscimento a una città che può associare, nel suo programma, anche il proprio territorio regionale di riferimento. Confidiamo, pertanto, che tale titolo venga assegnato, in futuro, anche a un'altra città italiana, che lo meriterebbe pienamente: Paestum. Il giovane Gabriel Zuchtriegel, direttore del museo archeologico nazionale di Paestum, nato a Weingarten nel Baden-Württemberg, dovrà mettere in pratica tutta la professionalità e la cultura che, sin dal 2010, sta applicando con successo sul nostro territorio: da Heraclea nel Metaponto ai templi della Basilicata, da Pompei alla 'polis sul Sele', ovvero Poseidonia. Paestum racchiude le radici dei nostri progenitori del sud d'Italia e la nostra Storia più antica: quella della 'grande Grecia' stabilitasi alla foce del Sele, sulle cui rive venne innalzato, per ringraziamento all'approdo, l'Heraion, il tempio dedicato ad Hera Argiva, moglie di Giove. Le metope arcaiche riproducono il mito e l'epos greco della distruzione e della fuga da Troia; di Medea; delle imprese di Eracle; della morte del gigante Alcioneo proprio per mano di Eracle; le fatiche di Sisifo; il suicidio di Aiace. Scene in sequenza nel 'filmato di pietra' che in tutti e quattro i lati della costruzione viene 'riprodotto' nelle sue autentiche dimensioni, al fine di mostrare un primordiale movimento delle figure sovrapposte, scolpite per rendere meglio la 'cinesi' (dal greco 'kìnesis': movimento, ndr) dell'opera architettonica. È anche vero che il professor Zuchtriegel, quotidianamente si impegna affinché venga conosciuto il ricco patrimonio archeologico del bacino del Sele, dove approdarono i rifugiati di Troia. Per diversi anni, il Museo archeologico nazionale di Paestum, pur tra molte difficoltà, è stato diretto dalla professoressa Marina Cipriani, che nonostante le mancate elargizioni a sostegno della cultura archeologica è riuscita a realizzare la 'dislocazione' delle diverse sezioni museali. Secondo indiscrezioni, il neodirettore, Gabriel Zuchtriegel, ha nei suoi prossimi progetti la messa a punto dell'area archeologica dell'Heraion, con il relativo museo ricco di testimonianze del primo sbarco. È certo che Paestum e il suo territorio possono narrare alle altre città europee in quale modo le realtà culturali del Cilento possono raccordarsi e lavorare con quelle di tutto il 'vecchio continente', sviluppando progetti creativi che rispondano alle sfide che l'Europa fronteggia. Sommariamente, ne ricordiamo alcune: Elea; Velia; Padula; il Vallo di Diano e Sala Consilina. Si pensi alle risposte che la cultura può dare alle sfide dell'Europa: a) una crescita economica continua e lungimirante; b) la pianificazione urbana integrata di una città della cultura e della conoscenza, che possa portare a sintesi sviluppo economico, cultura, creatività e tecnologie digitali; c) una crescita sostenibile, coniugando la creatività e le tecnologie per la produzione e l'efficienza energetica e la valorizzazione delle risorse ambientali scarse; d) crescita inclusiva, attraverso la promozione del dialogo interculturale anche alla luce dei cambiamenti in atto nel bacino del Mediterraneo nell'ambito dell'inclusione sociale. Il professor Gabriel Zuchtriegel è un tedesco del Baden Württemberg che ama molto ricordare i mitici 'viaggi in Italia' del XVIII secolo: il Grand Tour descritto da Goethe e il ritratto stesso di Johann Wolfgang von Goethe in atteggiamento di riposo tra i reperti archeologici. Siti come nutrimento della mente e distacco dalla quotidianità, insomma. Per esempio, ai primi di giugno del 2016, proprio nel parco archeologico di Paestum si è assistito a un'iniziativa di rievocazione storica, 'I giorni romani di Paestum', ideata e promossa dall'associazione culturale 'S.P.Q.R.' di Roma, affiancati dai gruppi 'Cultus Deorum' di Ostia Antica, 'Mos Maiorum' e 'Romanitas'. Dal Tempio della Pace all'Anfiteatro, dal Foro al Comitivm, le matrone, i senatori, i patrizi, i plebei, i gladiatori e i commercianti hanno dato prova della loro vita a Paestum. Nelle botteghe e nelle 'tabernae' è stato dato 'sfogo' di forgiatura delle armi, degli attrezzi più comuni, degli strumenti medici, dei profumi e delle essenze, dei cibi e dei vini speziati della colonia romana a Paestum. Il mare cristallino e il cielo turchese hanno sancito il successo dell'iniziativa, che ci auguriamo possa essere ripetuta con l'augurio di una candidatura di Paestum a futura capitale europea della cultura. Una città non viene designata a tale 'rango' unicamente per ciò che è, o per ciò che ha, oppure per quanto ha fatto, bensì per quel che propone di fare. Il titolo viene cioè assegnato soprattutto per il programma di eventi culturali particolari che la città candidata intende organizzare nel corso dell'anno in questione. In tal senso, il concetto è completamente differente, per esempio, da quello di 'Patrimonio mondiale dell'Unesco'. Il patrimonio e la vita culturale permanente della città sono senz'altro riconoscimenti importanti, ma costituiscono soltanto una base per l'organizzazione di ogni altro avvenimento. Ogni presentazione di candidatura sottoforma di 'opuscolo turistico' della città risulterebbe, quindi, inappropriata. Al contrario, nel caso della capitale eruopea della cultura è importante produrre un progetto rivolto al futuro, senza peraltro che risulti trascurata la Storia su cui la città basa la propria identità. Sono d'importanza essenziale il carattere innovativo della manifestazione e, in tale contesto, lo spazio riservato alle forme culturali contemporanee, nonché la capacità di favorire la creatività, facendo intervenire artisti tanto locali quanto europei. Il programma va inoltre sostenuto da un dinamismo culturale che deve valorizzare l'identità dei luoghi, elaborando prodotti culturali innovativi. Siamo dunque in attesa di ciò che verrà proposto a Matera per il pubblico europeo. Dopodiché: arrivederci a Paestum!


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