Alla luce del voto
inglese, in
Italia si continua a equivocare sul valore delle
riforme e del
referendum stesso, che si configura come
dannoso anche per la tenuta del quadro politico. Di fronte alla necessità della
revisione dei Trattati e all'unificazione delle legislazioni nazionali sarebbe persino necessario spostarne la data e
'spacchettarne' i quesiti. La posizione, chiara e legittima, assunta da tempo da
'Area socialista', vedo che sta riorientando anche il
Psi, che a questo punto deve modificare la sua posizione e votare
'No'. Renzi rischia di fare la fine di
Cameron, che voleva
'bruciare la casa salvando i mobili': è rimasto
senza casa e senza mobili. Il referendum, messo in piedi con maggioranze trasformistiche e
'spallate' parlamentari, non rappresenta la necessità reale di cambiamento del nostro Paese. Sarà, invece,
un'assemblea costituente, eletta da tutti i cittadini subito dopo il voto, a impegnare responsabilmente la politica democratica verso nuovi obiettivi di riforma. Votare
'No' aprirà la strada al
vero riformismo al posto di quello attuale,
'pasticciato' e puramente di facciata.
Presidente del Comitato socialista per il 'No' al referendum costituzionale