"Sono molto contento di essere qui: è la soddisfazione, un po' amara, dei sopravvissuti". Così, con la sua abituale ironia,
Franco Ferrarotti, già
'enfant prodige' della
sociologia italiana, premio per questa disciplina
dell'Accademia dei Lincei nel 2001, ha salutato il pubblico riunitosi nella sala convegni
dell'Istituto centrale per i Beni sonori e audiovisivi di
vìa Caetani in
Roma per festeggiare i suoi
90 anni. Novant'anni di cui almeno
76 vissuti molto intensamente, con un'attività intellettuale prolifica e continua. Per
Ferrarotti, che è di
Palazzolo Vercellese, anzi di
Rovella, un piccolo borgo il cui nome sembra derivare da
'Rubella', evocando scenari d'antiche rivolte contadine, sino a quel
Dolcino da Novara protagonista, in quella zona, di epiche lotte medioevali, tutto inizò a
14 anni, nel
1940. Quando - come lui stesso racconta nel documentario biografico di
Claudio Bondi 'Le opere e i giorni' di cui è stata proiettata una sintesi - il giovanissimo
Franco si trovò a vivere alcuni anni, per motivi di salute (disturbi respiratori) a
Sanremo, nota per il clima mite e (almeno allora) per l'aria pulita. Ma
Sanremo era fornita anche di un'adeguata
biblioteca comunale, dove il ragazzo piemontese iniziò a leggere le opere dei primi sociologi italiani: da
Lombroso a
Ferri, da
Michels a
Pareto. Poi, il dramma della
guerra (vissuto in gran parte a Torino, tra la fame e i bombardamenti) e il lungo tunnel dell'occupazione nazista e della lotta partigiana, a cui
Ferrarotti partecipò con alcune azioni. Nel
1949, divenuto amico, tra gli altri, di
Cesare Pavese e di
Giulio Einaudi, Franco si laureò, a
Torino, con una tesi sulla
sociologia di Thorstein Weblen. Racconta lo stesso
Ferrarotti: "Me la firmò Nicola Abbagnano, filoso esistenzialista molto interessato alle nuove discipline, dopo che il titolare di Filosofia teoretica si era rifiutato"... Cominciò così la sua lunga avventura accademica e, soprattutto, di ricercatore sul campo, tra
Londra, Parigi, Chicago, Torino e la
Ivrea di
Adriano Olivetti - di cui fu anche stretto collaboratore - e le
borgate romane, esplorate in
'concorrenza' con
Pier Paolo Pasolini. Il tutto, secondo i criteri di una
sociologia intesa non come mera
fotografia della realtà, ma come strumento per cercare di
alleviare le sofferenze umane, fornendo dati adeguati sui problemi e proposte concrete per risolverli ai governanti. Nel
1962, Ferrarrotti vinse il primo concorso per cattedre universitarie di sociologia bandito in Italia, ottenendo quella presso
'la Sapienza' di Roma, dopo esser stato, dal
1957 al
1962, direttore della
Divisione fattori sociali all'Oece (oggi Ocse) di Parigi, nonché deputato al parlamento nella legislatura
1958-'63 per il
Movimento comunità di Olivetti, subentrando a lui stesso, dimissionario, nel
1959. Già nel
'51, infatti, egli aveva fondato, sempre con
Nicola Abbagnano, i
'Quaderni di sociologia', testata che poi divenne, nel
1967, 'La Critica sociologica', di cui tuttora è direttore responsabile.
'Visiting Professor' presso varie università europee e nordamericane, in
Russia, Giappone e
America Latina, Ferrarotti, nel
1978, fu nominato
'Directeur d'etudes' alla 'Maison des sciences de l'Homme' di
Parigi. "Particolarmente attento ai nuovi movimenti sociali e ai problemi della società industriale, alle forme del potere e ai temi etico-religiosi, il sociologo piemontese", ha sottolineato
Massimo Pistacchi, direttore dell'Istituto centrale per i Beni sonori e audiovisivi,
"ci ricorda concretamente come il vero intellettuale non possa mai essere 'l'usignuolo dell'imperatore'...". "Anche quando fa il 'consigliere del principe'...", ha aggiunto
Rosanna de Longis, direttrice della Biblioteca di Storia moderna e contemporanea,
"egli non deve mai rinunciare alla sua funzione di 'critica sociale', nel senso migliore del termine". Al dibattito hanno partecipato, tra gli altri,
Maria Immacolata Macioti, docente di sociologia all'Università 'Roma 3' e coordinatrice della giornata;
Roberto Cipriani, professore ordinario di sociologia a Roma 3 e presidente emerito dell'Associazione italiana sociologi;
Harta Musaraj, sociologa dell'Università di Tirana;
Sandro Bernardini, direttore del Dipartimento scienze sociali ed economiche de 'la Sapienza' di Roma;
Giuliano Campioni, storico del pensiero e studioso 'specialista' di
Friedrich Nietzsche.