È l'amore e il ricordo della donna amata, vista morire uccisa dagli
Yankee, a mantenere in vita colui che tutti, ormai, davano per morto. Nel film
'The Revenant', il redivivo, in visione nelle sale italiane non solo del circuito
Massimo Ferrero Cinemas, la storia è in dissolvenza incrociata con la fantasia. Diretto da
Alejandro González Iñárritu e scritto in collaborazione con
Mark Lionel Smith, la pellicola racconta la vita e le vicende di un esploratore delle
Montagne Rocciose, cacciatore di pelli soprattutto per la produzione di cappelli di castoro, che venne scelto come
'guida' durante una spedizione commerciale nel
Nord Dakota, i territori in cui nasce il fiume
Missouri. Separato dal gruppo per cacciare in solitaria, il cacciatore incontrò un
'grizzly' con due cuccioli: l'orso attaccò
Hugh Glass, che provò a difendersi sparandogli senza, tuttavia, riuscire ad abbatterlo. Sopravvissuto all'aggressione del gigantesco animale,
Hugh Glass dovette poi lottare fino allo stremo con chi riteneva suo amico. Il soggetto è tratto dal romanzo omonimo di
Michael Punke, edito nel 2002, ma una delle principali fonti sulla vita di
Hugh Glass sono i racconti di un suo amico,
George C. Yount, trascritti dal prete cattolico
Orange Clark nel
1851 e poi trasformati in un libro dallo storico
Charles Lewis Camp, nel
1923. La storia romanzata di
Hugh Glass, personaggio realmente esistito nel XIX secolo, magistralmente interpretato in questo film da
Leonardo Di Caprio, possiede alti momenti emotivi offerti dalla lingua dei
Pawnee, 'indiani' del
Nebraska, qui da noi tradotta grazie ai sottotitoli. La voce di
Powaqa, l'attrice
Melaw Nakehk'o, nella sua breve ma incisiva apparizione ci ricorda riti ancestrali della natura.
Powaqa è la moglie di
Hugh Glass 'adottato' dai
Pawnee, uccisa anni prima durante un attacco delle giubbe blu, gli
Yankee, per discriminazione razziale su base etnica presso il loro villaggio indiano. Gli indiani
Pawnee, definiti con disprezzo
"selvaggi", continuano la ricerca di
Powaqa e, pur di avere sue notizie, cercano di svendere le pellicce 'abbandonate' dagli amici di
Hugh Glass, regalando i loro cavalli. I cacciatori francesi rifiutano, tuttavia, il baratto.
Hugh Glass, nel frattempo, viene lasciato in fin di vita dai suoi compagni, cacciatori di pelli di castoro che cercavano di portarlo su una collina, trascinandolo su una barella di fortuna. Ma le sue precarie condizioni di
'sbranato' dall'orso avrebbe rallentato i loro piani. La sua sorte viene così affidata al figlio
Hawk, interpretato da
Forrest Goodluck, di razza
Pawnee e al suo amico
Bridger, interpretato da
Will Poulter. Purtroppo, l'antagonista di
Hugh Glass, il cacciatore
Fitzgerald, è nel gruppo e cerca di soffocarlo con uno straccio. Il tentativo di omicidio viene scoperto da
Hawk, sopraggiunto inaspettato, ma lo spietato
John Fitzgerald, interpretato da
Tom Hardy, lo pugnala azzittendolo definitivamente, mentre
James Bridger era distante.
Hugh Glass riuscirà comunque ad avere la forza e l'energia per sopravvivere al dolore psicologico per la perdita dell'unico figlio, alle ferite, al freddo e alla fame. Attraversa i territori abitati dagli
Arikara, una popolazione di nativi americani che intratteneva scambi commerciali con i cacciatori bianchi, anche se, occasionalmente, attaccavano e derubavano gli esploratori e, per questo, era considerata imprevedibile. Cruda e spietata, la fuga di
Hugh Glass sul cavallo di razza
'Appaloosa frost', che si schianta al suolo permettendo così di rifugiarsi e riscaldarsi nel proprio ventre, liberato dalle interiora.
Fitzgerald, intanto, giunge con
James Bridger nel forte del capitano
Andrew Henry, al fine di ritirare il compenso di 300 dollari pattuito per la sorveglianza di
Hugh Glass, la loro guida sbranata dall'orso.
Bridger riconosce dall'incisione a forma di lumaca, la borraccia della loro 'guida'. Il capitano
Henry, interpretato da
Domhnall Gleeson, suppone che la borraccia appartenga a
Hawk, che crede sopravvissuto alle intemperie e decide di mandare un gruppo di uomini alla sua ricerca. A tarda notte, il gruppo s'imbatte, invece, in
Glass, che affamato ed esausto viene condotto a
Fort Atkinson. Dopo avere scagionato
Bridger dalle accuse di tradimento e abbandono,
Hugh Glass parte insieme al
capitano Henry alla ricerca di
John Fitzgerald, che nel frattempo è fuggito nei boschi. Separatisi alla ricerca di tracce del fuggiasco, l'ufficiale viene ucciso da
Fitzgerald con una fucilata.
Glass, rinvenuto il cadavere del capitano, ne carica il corpo sul cavallo e continua l'inseguimento con un astuto travestimento, che gli permetterà di ingannare il cacciatore
Fitzgerald, attirandolo e costringendolo a ingaggiare con lui un feroce
'corpo a corpo'. Seppur gravemente ferito,
Hugh Glass riesce a prevalere, rinunciando alla propria vendetta e affidando l'incombenza a un gruppo di indiani
Ree sopraggiunti nel frattempo, fra i quali vi è anche la figlia del capo, salvata da uno stupro dallo stesso
Hugh Glass. John Fitzgerald, interpretato da
Tom Hardy, viene scalpato e sgozzato secondo le usanze 'indiane', prima di essere lasciato in balìa delle correnti del
Missouri. Ottenuta comunque giustizia,
Hugh Glass, a cui gli indiani risparmiano la vita, sembra finalmente liberato dall'ira e dalla sete di vendetta. Il film si chiude con il protagonista, spossato e sofferente, disteso sulla neve, confortato dalla visione e dalle parole della moglie
Powaqa nella lingua dei
Pawnee, gli 'indiani' del Nebraska. Il finale ricorda la visione che
Maximus, il gladiatore, ebbe prima di morire, così come in altre scene alcune sensazioni riportano ai film
sull'antica Roma. Lo sceneggiatore ha attinto a varie situazioni già viste, ma resta indiscusso l'impegno interpretativo di
Leonardo Di Caprio, che ha in
Marlon Brando de
'Il Padrino' il proprio mentore. Eccellenti, infine, sia la fotografia di
Emmanuel Lubezki, sia il montaggio di
Stephen Mirrione, un professionista dal cognome italiano.
Una curiosità storica Che fine fece il vero
Hugh Glass? Le notizie degli anni successivi non sono certe, ma si sa che
Glass continuò a guidare spedizioni di caccia nei territori del
nord'America, attraversati dal fiume
Missouri. Nel
1833, mentre si trovava insieme ad altri due uomini nei pressi del fiume
Big Horn, tra il
Montana e il
Wyoming, fu attaccato da un gruppo di
Arikara mentre attraversava un corso d'acqua ghiacciato: tutti e tre vennero uccisi e gli
Arikara si presero il loro
'scalpo'.