Ogni anno, questo
giorno della memoria, per noi
socialisti assume significati sempre nuovi, alla luce delle reinterpretazioni che riaffiorano e dei nuovi e crescenti riconoscimenti che vengono fatti alla memoria di
Bettino Craxi, sia per l'azione politica lungimirante, sia per la schietta e limpida analisi sulla nazione, che scelse la
liquidazione violenta della sua classe dirigente e dei
Partiti, aprendo la strada alle incognite e alle incertezze proprie del momento che viviamo in
Italia, in
Europa e nel
Mediterraneo. Se, a distanza di anni, si riaccende attorno alla sua figura e alla sua fine
un dibattito sempre attuale, questo avviene perché egli fu una personalità della
sinistra e un
uomo di Stato difficilmente archiviabile nel dimenticatoio polveroso di una
prima Repubblica da
'rottamare'. Il sistema politico democratico, dopo la fine di quel periodo é più fragile: i Partiti pressoché scomparsi; la sinistra più debole; le correnti figlie del comune alveo del socialismo italiano in via di liquidazione.
Bettino Craxi morí sotto i colpi di una giustizia che si comportò, come disse il
capo dello Stato, "con particolare durezza". Ma non vi sono errori umani e materiali che possano nascondere
la grandezza della figura, dell'uomo politico e dello statista. Molti socialisti lo stanno ricordando in queste ore, così come molte personalità democratiche, (sottolineo: senza strumentalizzazione alcuna), perché é finita la fase dell'utilizzo interessato della tragica fine dei
socialisti italiani.
Responsabile Esteri del Partito socialista italiano