Il mondo intero si è ispirato al
Tevere. Un corso d'acqua che, più o meno cinquemila anni fa, nella zona dove in seguito sarebbe sorta l'antica città di
Roma, scorreva tra le due rive ed era chiamato, dalle popolazioni più antiche, '
Hal', ovvero l'acqua, il fiume che dà la vita e che, per questo motivo, veniva adorato e ringraziato. Sui promontori laterali del fiume sorsero i primissimi villaggi, formati da capanne circolari con tetti di fango e paglia. Gli abitanti che si trovavano sulla
riva sinistra dell'Hal si dedicavano alla pastorizia e alla transumanza, mentre chi risiedeva sulle alture della
riva destra praticava, invece, l'agricoltura. Entrambe le popolazioni, tuttavia, si nutrivano dei pesci di questo fiume:
l'Hal preistorico, l'Albula, il Rumon del paleo popolo etrusco.
Marco Terenzio Varrone (Rieti, 116 a. C. - Roma, 27 a. C.) fa derivare il nome
'Tevere' dal regolo dei
Veienti Thebris, il
Thybris degli Etruschi; altri, invece, lo fanno discendere da
Tiberino, re degli Albani, che sarebbe perito nelle sue acque;
Tiberis era invece la definizione della 'gens' Latina;
Tevere, infine, quella dell'odierno popolo di Roma. Un simile retroterra storico-culturale non poteva non rappresentare uno 'spunto' per un lavoro cinematografico di prim'ordine: quello del regista
Massimo Saccares e del suo film intitolato, appunto,
'Tevere', il fiume dei romani sin dal suo sgorgare dal
monte Fumaiolo, in Emilia Romagna:
'Qui nasce il fiume sacro ai destini di Roma'. Il
Fumaiolo, in realtà, non apparteneva alla
Romagna, bensì alla vicina
Toscana. Ma
Benito Mussolini fece 'carte false' per modificare quei confini regionali e fare in modo che fosse la terra in cui era nato il 'Duce' ad aver dato origine al
'sacro fiume' di Roma. A pochi chilometri dalla sorgente, il
Tevere lascia dunque la
Romagna per entrare in
Toscana, nella provincia di Arezzo, attraversandola per un breve tratto con regime torrentizio. Tra
Pieve Santo Stefano e
Sansepolcro, assieme a tre affluenti minori, il corso d'acqua dà vita al
lago di Montedoglio, una bellissima riserva naturale. Il fiume attraversa poi
l'Umbria, scendendo da quota 300 a quota 50 metri sul livello del mare, nella
valle Tiberina. Alla fine del tratto collinare del suo percorso venne realizzata, durante gli anni cinquanta, una diga, finalizzata alla generazione di energia elettrica, all'epoca destinata soprattutto alle
acciaierie di Terni. Tale sbarramento alimenta due bacini artificiali: il
lago di Corbara, direttamente a valle dell'impianto idrico e il successivo piccolo
lago di Alviano, 500 ettari di ambiente umido che ospita un'oasi naturalistica. Il tratto finale del 'corso umbro' del Tevere, di circa 50 chilometri, costituisce il
Parco fluviale del Tevere. Infine, l'ingresso nel
Lazio: maestoso, con cascate e scrosci d'acqua degni del fiume sacro.
Il film 'Tevere' di
Massimo Saccares racconta in immagini i sentimenti che questo fiume riesce a smuovere nell'animo di chi lo osserva e di chi lo vive. Dal
Tevere emergono storie e personaggi altrimenti invisibili: la campionessa di canoa; il console americano; l'attrice svedese in bicicletta; il necroforo; il pescatore di anguille; la donna che pulisce il pescato; il maestro d'ascia veneto da anni residente a Roma; il giovane che ha investito i suoi risparmi nella gestione di un barcone sul fiume. Non poteva mancare
Silvio Parrello, citato da
Pier Paolo Pasolini nel suo primo romanzo,
'Ragazzi di vita', col nomignolo
'er pecetto', che racconta i suoi
tuffi nel Tevere all'epoca dell'incontro con il grande romanziere e poeta, lì presso i 'piloni' di
ponte Marconi, allora in costruzione. Infine, i frequentatori dei vari circoli sul fiume, dove la
Società Romana di Nuoto, fondata nel 1889 per iniziativa di
Romano Guerra, ha l'importanza che merita rappresentando, in ordine cronologico, la prima società italiana esclusivamente natatoria. Durante la sua storia ultracentenaria, la società ha sempre avuto come sede il celebre barcone situato sul fiume dove sono state girate le scene più emozionanti del film: lo stesso luogo in cui abbiamo potuto assistere alla sua proiezione. Le vicende raccontate sono tutte storie vere, momenti di vita immortalati per un attimo, come se non avessero passato, né futuro. Il regista ha studiato l'elemento umano che vive in una simbiosi amorosa con lo storico fiume. Ed è per questo suo 'realismo' che
Massimo Saccares può considerarsi tra i più apprezzati documentaristi italiani. L'ottimo montaggio di
Giorgio Cristiano della
Amc, l'Associazione dei montatori cinematografici e audiovisivi, ha reso scorrevole le immagini, dando poesia alle intuizioni del regista, impegnato anche nel sociale con l'associazione
'Non smettere di abbracciarmi', costituita da
Massimo Saccares per aiutare chi soffre di disturbi alimentari gravi come l'anoressia, la bulimia e altre patologie che abbracciano la sfera psicologica.
'Non smettere di abbracciarmi', bisogna sottolinearlo, da anni si batte con coraggio per offrire una risposta alle richieste d'aiuto che si levano dalle giovani vittime di queste terribili malattie. In quest'ottica, risulta fondamentale il compito che deve essere svolto anche dalle famiglie e dai docenti scolastici nel saper interpretare in tempo i primi campanelli d'allarme di una condizione di disagio nei confronti del cibo. Si tratta di patologie che colpiscono, in particolar modo, l'universo femminile e le fasce più giovani della popolazione, rappresentando una delle principali cause di morte delle donne di età compresa tra i 14 ed i 25 anni. Dunque,
Massimo Saccares, presidente dell'Associazione di volontariato
'Non smettere di abbracciarmi', si distingue anche nelle varie
'Cross' del Tevere, organizzate da
'Italia Marathon Club' stabilendo, nella
maratona di Roma per i 5 chilometri, l'onorevole tempo di 22 minuti 38 secondi. Insomma, stiamo parlando di una di quelle persone che rende veramente onore alla città di Roma in diversi campi. Di questi tempi, non è poco. E il film
'Tevere', da lui ideato, prodotto e diretto, rappresenta un affresco variegato di tanti mondi diversi, accomunati e riuniti sul fiume sacro della capitale d'Italia. Un'opera che merita pienamente di essere segnalata, al fine di riscoprire
la vera essenza della 'città eterna': il suo mitico fiume.