Nel libro d'esordio di
Emanuela Carniti Merini, 'Chirurgia d'affetto', edito da
Onirica Edizioni, costante è il riferimento alla madre,
la poetessa dei Navigli che ha segnato la storia della letteratura. Una silloge di grande intensità emotiva, dove la poesia diventa necessaria per rivelare gioia e dolore, stupore e amarezza innanzi all'esistenza. Emanuela Carniti si dichiara al mondo. E lo fa con estrema spontaneità, sempre con un pensiero rivolto alla madre
"inventata", "desiderata". Le parole si susseguono con un flusso espressivo calibrato e attento, il verso non cede e resiste fino alla fine con una potenza a volte spiazzante.
Emanuela Carniti è testimone attenta di un mondo precario, dove è assente ogni equilibrio economico e sociale, dove è sempre più difficile
"trovare un lembo di fragile certezza". Prende forma, di pagina in pagina, quella 'chirurgia d'affetto', quell'urgenza dell'anima ad affrontare la quotidianità, in tutte le sue sfumature. Non è un abbandono a ciò che avviene intorno: non esiste rassegnazione e sconforto, ma una volontà forte di reagire alla realtà, con determinazione e coraggio. Diventa indispensabile sgombrare la mente da
"dogmi inchiodati" per poi ricomporsi
"con leggiadri passi e la fatica di un ritorno". Nella poesia
'Passeri' evidente è il simbolismo: il piccolo animale è infatti associato a Venere e alla notte, incarnato nell'aria, quindi espressione di libertà. Il passero racchiude anche un significato inconscio, diventa il ponte tra la terra e il cielo, tra volontà umana e divina. Emanuela non a caso li descrive come
"forieri di morte/di passaggi tra qui e l'aldilà" e
"i piccoli Caronte del destino". La poetessa si pone in prima persona a denunciare le atrocità di un 'bambino-soldato', tocca il dramma della guerra, si paragona a un cane randagio, poiché lei di politica non sa e si considera lontana dagli schemi incompresi del potere di chi ci governa. Ricorrente è la solitudine che si manifesta
"nelle notti più buie", "nell'incedere del sonno", dove ci sono
"muri che fanno sfondo al dolore". L'autrice ha bisogno di nutrirsi di poesia. Le parole assumono un valore sacro, autentico, sono il frutto di una creatività che pulsa. La poesia di
Emanuela Carniti si manifesta limpida e musicale, mai scontata: è respiro dal valore universale, reso ancor più forte da un legame di sangue materno, che è ricchezza interiore e dimora di infinite emozioni.