Vittorio CraxiL'accelerazione dei processi politici e decisionali del Governo ha introdotto elementi di chiara contraddizione e confusione all'interno del Pd: un conto è sostenere la delega per la riforma del lavoro, come accaduto nella direzione del Partito democratico, una posizione che il nostro Partito può anche assumere come linea di indirizzo politico generale; un altro è teorizzare, come si è fatto, l'inutilità e l'irrilevanza del sindacato, e non solo della Cgil. Quest'ultimo dato rappresenta un presupposto di revisionismo politico-culturale inedito per un Partito della sinistra e, come tale, penso vada contrastato. Nella confusione, si sono usati toni autoritari, i quali inconsciamente hanno generato un clima da 'scontro sociale' che non può essere, da parte nostra, accettato. Si fa un gran parlare di analogie con gli anni '80 del secolo scorso in merito allo scontro di allora tra Governo e sindacati, ma non sono del tutto d'accordo con paragoni di questo genere: gli esiti della manovra sulla 'scala mobile' furono tutti positivi, poiché si era consapevoli che essi avrebbero introdotto elementi per un'efficace politica dei redditi. La fine delle tutele e dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, che dovrebbe produrre più occupazione, in particolar modo giovanile, darà invece dei risultati che si faranno giudicare, o che sono ancora tutti da giudicare.




Responsabile Politica estera del Partito socialista italiano

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