La speranza è rinata: è questo il vero risultato miracoloso emerso dalle europee 2014. Matteo Renzi ha catalizzato la voglia di cambiamento, di giustizia, di fuoriuscita dalla crisi, di quasi 11 milioni di donne e uomini del nostro Paese. Ha saputo raccogliere e unire un’area vasta di opinione che va ben oltre il tradizionale elettorato del Pd e, al tempo stesso, consolidare lo ‘zoccolo duro’ del Partito, senza cui sarebbe stato impossibile arrivare così in alto nel consenso popolare. La vagheggiata vocazione maggioritaria ha trovato, finalmente, un interprete capace di mettere il Partito in sintonia con le corde più vere e profonde del nostro Paese, strappandolo alle sirene dei populismi, già pronti dopo la sconfitta ad allearsi a formazioni continentali razziste o xenofobe, se non apertamente neonaziste. E che la scelta da parte degli elettori sia stata ben riposta è dimostrato da un fatto nuovo: primo tra i Partiti in Europa, il Pd ha i numeri per incidere sulle politiche di Bruxelles in misura reale, senza alcun complesso di inferiorità verso gli altri big europei. Come promesso durante la campagna elettorale, grazie a Matteo Renzi e alla sua conquistata statura di leader europeo il Pd potrà davvero battersi perché alle politiche del rigore si affianchino quelle degli investimenti, della crescita, della ripresa occupazionale, mantenendo così gli impegni assunti con tutte le elettrici e gli elettori durante la campagna elettorale. E a battersi in prima linea dalla circoscrizione centro-Italia, ci saranno personalità per le quali avevo espresso la mia sincera simpatia, come Simona Bonafè (256.926 voti), Enrico Gasbarra (90.259 voti), Nicola Danti (77.101 voti). Voglio cogliere, tra l’altro, l’occasione per ringraziare tutti coloro che ci hanno dato una mano a conseguire la loro netta affermazione. L’Italia potrà riacquistare quella dignità e quel rispetto calpestati al tempo dei risolini ironici della cancelliera tedesca e dell’ex presidente francese alle spalle dell’allora premier, Silvio Berlusconi, uscito dallo scontro elettorale perdente e ridimensionato. Ora, però, non è tempo di cullarsi sugli allori. Adesso è il momento dell’azione, delle riforme, senza se e senza ma. Ognuno di noi deve dare un contributo nel proprio piccolo; ognuno di noi deve sentirsi responsabile e complice del cambiamento dell’Italia. Questa nuova linfa deve travasarsi a ogni livello istituzionale e della società. Come coordinatore della maggioranza in Campidoglio mi metterò con ancora più entusiasmo e convinzione al servizio di questa sfida epocale. Sono certo che non mi farete mancare il vostro apporto ideale e, quando necessario, la giusta critica, nella consapevolezza che ciò è quanto ci viene richiesto per far ripartire la nostra città e tutto il Paese. Un saluto fraterno e caloroso.
Coordinatore del Gruppo consigliare del Partito democratico di Roma Capitale