Vittorio CraxiUna brutta campagna elettorale lascerà inalterati i nodi di fondo che spaventano la società italiana: il rischio che il sistema vada polverizzandosi e che esso non possa rimettere radici sane per ricostruire sui danni provocati dalle politiche economiche inique e dalle riforme istituzionali annunciate, che non riqualificano la democrazia italiana. Dopo il voto, bisognerà mettere mano alle riforme istituzionali attraverso una nuova Assemblea Costituente: non è pensabile ridisegnare il sistema istituzionale se le forze che hanno prodotto l’intesa non usciranno dalle urne con la maggioranza assoluta dei voti. L’Europa è rimasta troppo sullo sfondo, in questa campagna elettorale, proprio mentre si sono aperti fronti preoccupanti a est e a sud: gli effetti di queste crisi non sono solo politici o relativi all’aumento degli immigrati, ma sono e saranno, soprattutto, di natura economica. Su questo, bisogna avere una linea chiara di difesa degli interessi nazionali, ora che il rischio della perdita delle posizioni acquisite dall’Eni in Libia è imminente e le conseguenze possono essere letali per il nostro fabbisogno. Una campagna elettorale troppo concentrata su problemi locali ci ha fatto smarrire le questioni di fondo che riguardano proprio l’Italia, un Paese decisivo per l’unità europea e la sua coesione con l’est e con il sud. Sono convinto più che mai, che la forza politica di un socialismo moderno, adatto ai nostri tempi, laico, riformista e liberale non si sia smarrita dentro agli accordi di natura elettorale, una parentesi, che come tale andrà considerata.




Responsabile politica estera del Partito socialista italiano
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