Sono una persona curiosa e di fronte ad uno spunto interessante mi piace approfondire. Mentre leggevo il libro di Enzo Soresi, 'Il cervello anarchico' (Utet edizioni, collana ‘Frontiere’) sul potere della mente nella salute e nella malattia, mi sono soffermata sul punto in cui l'autore afferma che “in natura, le specie animali che si drogano sono molteplici. Nel Kansas circa 5mila bovini ogni anno vengono soppressi perché tossicomani”. Si tratta di mucche che nei pascoli scoprono erbe inebrianti e iniziano a cibarsi esclusivamente di quelle, manifestando comportamenti anomali che ne decretano l'abbattimento. Ora, a parte la considerazione che è meglio morire un po' allegre piuttosto che in sé, la cosa mi ha portato subito alla mente l'immagine degli asini e dei cavalli che amano la birra sino a ubriacarsi. E' partita quindi una ricerca che ha dato risultati interessanti e poco noti: gli animali che, per caso o per istinto, assumono sostanze ‘psicotrope’ sono moltissimi: i pettirossi americani migrano dal Canada alla California e, probabilmente, dalle parti della Napa Valley si cibano in quantità di bacche di caprifoglio, che hanno un effetto analogo a quello di un paio di Martini con ghiaccio, tanto che il volo diventa disordinato e finiscono spesso a volare a bassa quota sino a schiantarsi sui parabrezza delle auto. Molti proprietari di gatti avranno potuto osservare gli effetti psicotropi dell'erba gatta sui loro mici, che la assumono in parte per regolarizzare il transito intestinale, ma che ne apprezzano l'effetto collaterale in termini di disinibizione. Il gatto, infatti, inizia a rotolarsi, a strusciarsi e a miagolare in modo caratteristico per effetto del 'nepetalattone', una sostanza analoga ai feromoni felini e, quindi, eccitante. Quasi tutti i felini hanno in natura il proprio stupefacente preferito: i giaguari, per esempio, si cibano di un'erba chiamata ‘Banisteriopsis caapi’, che sembra aumentare le capacità sensoriali prima della caccia, ma si cibano anche della corteccia della vite selvatica, la quale ha un effetto purgante ma, tra gli effetti collaterali, presenta anch’essa un’attività psicotropa. I wallaby, animali simili ai canguri, sono da sempre grandi estimatori dei papaveri (dai quali si estrae l'oppio) e hanno imparato a superare le recinzioni dei campi coltivati a scopo medicinale per delle vere feste in cui poi ballano, corrono e girano in tondo sino a cadere stremati:
“Confusi e felici”, direbbe Carmen Consoli. Anche gli elefanti hanno una buona predisposizione per gli alcolici, tanto che un branco, nel 2007, in Asia seminò il panico dopo essersi ubriacato con birra di riso. Mentre i cugini africani si provocano uno stato di ebbrezza andando alla ricerca dei frutti fermentati della ‘marula’, con cui i locali producono un vino tipico della savana chiamato ‘buganu’. I ricercatori hanno scoperto che gli elefanti sono soliti ubriacarsi se vivono una condizione di stress, cosa che li accomuna a noi umani. Le pacifiche renne associate alla figura di Babbo Natale sono altrettanto ‘birichine’ e si cibano di ‘Amanita muscaria’, un fungo velenoso dagli effetti allucinogeni che provoca comportamenti bizzarri: sembra infatti che vaghino nei boschi credendo di volare (anche se capire cosa creda una renna ci sembra impresa ardua). I cavalli, invece, sballano quando mangiano erbe che contengono una molecola chiamata ‘swainsonina’, la quale provoca disordini neurologici e, se assunta in quantità, provoca confusione mentale o profonda letargia. Anche i mammiferi di piccola taglia non si fanno mancare l’abitudine a un ‘cicchetto’ rilassante: pipistrelli, toporagni e ptilocerchi della Malesia sono ghiotti di frutta molto matura, piena zeppa di alcool derivante dalla naturale fermentazione dello zucchero, ma ne sono talmente assuefatti che riescono a camminare e volare dritti, mentre i cercopitechi dei Caraibi sono diventati alcolisti e, per cercare il rum di cui sono golosi, non esitano ad assaltare i bar creando il panico tra i turisti e gli avventori. Per finire, anche la piccola ‘Drosophila’, il moscerino della frutta amato dai biologi, è una ‘cattiva ragazza’: abituata a vivere nella frutta fermentata è solita procurarsi uno stato di ebbrezza in cui assume comportamenti sessuali eccessivi e promiscui. Così come i delfini inseguono i pesci-palla perché questi, nella loro scia, rilasciano una sostanza eccitante. Sul perché gli animali assumano sostanze psicoattive le ipotesi sono differenti: c'è chi sostiene che il cervello sia predisposto a queste sostanze poiché ne possiede i recettori e chi dice che gli effetti siano secondari ad altre funzioni di queste sostanze, come l’essere antimicrobiche o purganti. Nel frattempo, 'cin cin'.