Periodico italiano magazine e la compagnia teatrale
‘Fatti d’Arte’ hanno presentato, in questi giorni, presso il
teatro Studio Uno di Roma, il doppio spettacolo
‘Manuale distruzione’ e
‘Tutto sui tacchi di tutti’. La prima di queste rappresentazioni ha vinto il
Premio della critica al Roma Fringe Festival 2013, la rassegna del teatro indipendente svoltasi quest’estate presso la splendida location di Villa Mercede, nel popolare quartiere capitolino di San Lorenzo.
‘Manuale distruzione’ è infatti un monologo molto particolare, in cui la protagonista, l’attrice pugliese
Mariantonia Capriglione, racconta le proprie esperienze professionali: giunta dalla Puglia carica di speranze e di sogni, la ragazza decide di fare l’attrice e che il teatro è la sua vita. S’impegna, perciò, in un spasmodico ‘tour de force’ tra accademia d’arte drammatica, diete per regolare la propria conformazione fisica ‘boteriana’ ed esperienze di dura ‘gavetta’ professionale. Alla fine, scopre la verità: il sistema soffre di una mentalità maschilista e piccolo borghese; la deriva estetizzante dell’intero mondo dello spettacolo le rinfaccia continuamente di non essere una ‘taglia 42’; la ‘bella presenza’ rimane il requisito primario anche per ruoli minori da caratterista. La ragazza cerca di ‘sfondare’ con tutti i mezzi, sino a mettersi uno spazzolino da denti in gola per riuscire a vomitare. Le crisi di bulimia si insidiano pericolosamente nella testa, insieme alla paura di essere immeritatamente rigettata dal mercato artistico e professionale pur possedendo, ormai, un ricco curriculum di esperienze e un’ormai raggiunta professionalità. La deriva diviene autolesionistica, sino alla consumazione dell’Io più interiore. E lo sguardo si spegne in una rabbia lucida, che sconfina nel cinismo. Della ragazza ingenua e felice, innamorata del proprio lavoro, non v’è più traccia.
‘Manuale distruzione’ è insomma uno spettacolo che ha il merito di rappresentare pienamente la società italiana nelle sue più incivili arretratezze, da rivoluzionare in tutti i settori. A cominciare da quello artistico, ancorato al contrattualismo spicciolo del ‘do ut des’ e a una cultura brutalmente omologativa, che appiattisce ogni merito individuale sino alla totale disintegrazione di ogni valore di dignità personale. Un monologo realmente innovativo nei suoi contenuti di denuncia civile e sociale.
Direttore responsabile di www.laici.it e di www.periodicoitalianomagazine.it