Massimo FilipponiIl popolo italiano protesta, dalle 15 alle 19. Poi, sai: i pupi, stasera c'è il film, la partita. Visto? Siamo stati bravi, ci siamo fatti sentire! Eravamo 100 mila.  Maddecché? La questura ha detto che eravate 50 mila! Illusi! Hai visto la Santanchè, la ‘pitonessa’? E perché, la Moretti del Pd: eddaje no??? Comunque, dai, tutti domenica a Roma: vieni? Certo! Almeno se ‘famo’ anche quer panino co la porchetta! E tu? No, io non posso: ho promesso al pupo che gioca l'Inter, che faccio? Non ce lo porto? Me so’ fatto prestà 50 euro da mia suocera! Però gliel’ho detto: t'ho portato allo stadio, mo' per un mese basta! Solo una ‘ricarichetta’ da 10 euro per il telefonino e basta. Ma fammi sapere: tu voti Renzi? Noooo, Cuperlo! Qui ci vorrebbe Berlinguer, mi sono messo pure la maglietta del ‘Che’! Ha ragione Berlusconi: è tutta invidia! Dammi retta: Renzi è il futuro e Berlusconi se ne deve da annà! In galera. Ma dimmi un po’: adesso che fai? Niente, non lavoro, la ditta ha chiuso e ringrazio Dio che ci aiutano mio padre e mia suocera, altrimenti… Vabbé, dai: speriamo finisce presto sto’ comizio che stasera c'è la ‘coppa’. Ah no! Io, il calcio, proprio no! Sono tutti uguali, ‘magnano’ e basta! Stasera mi vedo una puntata del commissario Montalbano. E l'uomo campa....  Pensate che bello se, invece, si scendesse in piazza pacificamente in 100 mila ognuno con il proprio libretto di disoccupazione, ognuno armato di un cesto di uova. Centomila, duecentomila davanti al Senato, al parlamento, alle prefetture e alle banche finché le cose non cambiano veramente. Non da qui al 2015-2016, ma da qui a un mese. Un Tizio sotto infarto non ha bisogno di aspettare la riforma della sanità: ha bisogno di un intervento immediato, di pronto soccorso. Ecco, noi siamo un popolo sotto infarto.


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