Di per sé, la parola olistico vuol dire: studiare fenomeni e sistemi complessi con un approccio interdisciplinare e globale. Quindi, ci troviamo di fronte a qualcosa in antitesi con la metodologia tradizionale analitica, che invece studia separatamente le varie componenti dei fenomeni. Ma, spesso e volentieri, ciò che è olistico, per un gioco anche di suoni e assonanze, è anche ‘ostico’, se non difficile, almeno paranoico. Ecco, tra tutti i ‘minestroni’ che ci si inventa di giorno in giorno per spiegare la vita che è tutto fuorché un ‘minestrone’, proprio ne abbiamo piene le ‘scatole’. Di corsi del tipo: “Il risveglio del corpo col massaggio interiore”, o “la guarigione delle radici malate della vita", proprio non ne possiamo più. Basta! Non rendiamo difficile qualcosa che per natura è semplice. Qual è lo strumento che ti permette di impastare e modellare (perché un massaggio significa questo) qualcosa dentro il tuo corpo e di svegliarlo? Il più delle volte, ci svegliamo con la sveglia (qualcuno ancora lavora per fortuna) che più che massaggiare ti ‘spara’ un rumore nelle orecchie. Oppure, ci svegliamo per lo stimolo di correre al bagno. E quello esiste, quello c’è per tutti: non si impasta niente, non si modella nulla. Semplicemente, le scorie del nostro cibo arrivano fino all’intestino per essere naturalmente espulse. Così come con l’urina: il rene filtra ciò che è dannoso per il sangue e lo invia a ‘santa’ sacca vescica, che in quanto sacca deve costantemente essere svuotata. Gli uomini e le loro radici, come dice il Bolelli: l’uomo è un essere vivo, che si muove sulle proprie gambe. Quindi, sarebbe molto più logico e sensato pensare a un moto perpetuo delle cose, perché una cosa è certa: non siamo piante, né arbusti, né bulbi. Certe discipline “di bianco vestite” servono più a chi le insegna che non a chi le apprende. Anche perché, il più delle volte, svuotano drasticamente le tasche di persone già povere di altro, come l’autostima, la concretezza o la positività.