Vittorio LussanaIo ho visto. Ho assistito al vostro squallido spettacolo di politicanti d’accatto, che propongono una morale in cui la furbizia e l’egoismo forniscono ogni giustificazione possibile per permettervi di fuggire dalla verità. Io vi vedo, vi osservo, vi leggo e vi ascolto. E, soprattutto, vi conosco. Vi aggrappate al più minimale e risibile dei dettagli per continuare a nascondere a voi stessi la vostra ipocrisia, il vostro totale squilibrio mentale. Ogni idea può esser buona per voi. Anche la più rivoluzionaria o la più eversiva. Voi siete vuoti. E fate perfettamente il paio con coloro che ritengono di dover assaltare quei figli di poveri che si ritrovano costretti, per 4 soldi, a sorvegliare un cantiere sulle Alpi dalla follia di personaggi ridicoli, privi di ogni passato, ‘figli di papà’ che giocano alla rivoluzione senza esser mai appartenuti alla Storia. Voi siete lo ‘specchio esatto’ di coloro che tanto dite di odiare: i comunisti e gli anarco-insurrezionalisti. Per irresponsabilità, piattezza logica, irrazionalità e ignoranza. Mi è duro scrivere questo, poiché ciò testimonia le mie ragioni. Che sono tutte lì, messe in fila, una dietro l’altra, schierate come un plotone. Ma io non l’ho mai chiesto, non l’ho mai voluto. Io non volevo aver ragione ma, al contrario, avere torto: ci voleva tanto a comprenderlo? Si trattava di una richiesta fantascientifica? Io chiedo solamente di essere smentito, dai fatti e dalle notizie di ogni giorno. Eppure, per l’ennesima volta avete dimostrato l’incapacità di superare questo vostro ridicolo codice ‘bidimensionale’, di non riuscire ad andare al di là dell’area geometrica del rettangolo. Se vi odiassi, potrei per lo meno appropriarmi delle mie ragioni come un vincitore su di un campo di battaglia alla ricerca del proprio bottino. E invece non vi odio: non ne sono capace, poiché se così fosse, nessuna parola potrebbe più tradursi in uno scritto. Ma a furia di ribaltare la verità, la Storia non può far altro che estrarre la ‘carta’ della ragione, quella che vive al di sopra di tutte le ragioni. In un Paese completamente dissociato da se stesso, la razionalità e la ragione non servono a nulla: né ai tanti giovani ragazzi alla ricerca di una prima occupazione, né ai disoccupati che soffrono la propria miseria come una vergogna, né tantomeno a coloro che vorrebbero guadagnarsi onestamente il proprio futuro. La ragione non serve a niente se c’è chi ritiene di potervi passar sopra con indifferenza. Nessuna programmazione, nessun valore culturale, storico, filosofico o religioso è moneta corrente per gente come voi, poiché sareste immediatamente pronti a scambiarla con l’ultimissima disonestà intellettuale, come se ogni cosa fosse solamente cronaca. Invece, vi sbagliate di grosso: il mondo è Storia. E quando si decide di non dare alcun peso alla Storia, si condannano coloro che sono realmente innocenti. Con un personaggio della statura politica di Bettino Craxi non c’entrate proprio niente. Mi dispiace, ma è questo il giudizio della Storia.




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ARBOR - MILANO - Mail - sabato 5 ottobre 2013 20.32
Vorrei ricordarle cosa riferiva Platone di quando Socrate doveva bere la cicuta e i discepoli gli suggerivano di fuggire. Diceva Socrate: le leggi che mi condannano sono sbagliate e liberticide, ma come potrei infrangerle io che per tutta la vita ho insegnato ai miei concittadini che il bene comune sta nel rispetto delle leggi, qualsiasi esse siano ?
E Socrate non è fuggito in Tunisia per sfuggire alle leggi, fosse Craxi il più grande statista del millennio (cosa del tutto opinabile nonostante gli show di Sigonella, ecc.) il suo comportamento lo squalifica senz possibilità di appello. Idem per Berlusconai che, forse, le sue malefatte le ha compiute in modo molto più rozzo ed infantile, d'altra parte devo riconoscere che c'è una certa differenza nella statura (non solo in termini metrici) tra i due.
Cordiali Saluti
Vittorio Lussana - Roma/Milano/Bergamo - Mail - venerdi 4 ottobre 2013 13.34
RISPOSTA AL SIG. ARBOR: innanzitutto, credo la sorprenderebbe sapere che, in gioventù, io fossi tutt'altro che 'craxiano'. Craxi l'ho scoperto dopo, ovvero quando tutti lo avevano ipocritamente abbandonato al proprio destino. In secondo luogo, se lei leggesse bene alcuni miei servizi del passato - presenti anche nell'archivio di questo sito web e intorno ai quali ho anche pubblicato un libro - potrebbe forse comprendere la parzialità del suo giudizio. In particolar modo, nel merito di episodi come quello di Sigonella, dell'abbattimento dell'inflazione e del contenimento del costo del lavoro attraverso un decreto che tagliò di 4 punti quell'indennità integrativa speciale la quale aveva realmente generato un ammasso di circolazione monetaria mostruosa, con un tasso di inflazione superiore al 20% annuo. I suoi giudizi seguono la consueta retorica protestataria di molta parte della sinistra italiana, perfettamente speculare al populismo del centrodestra italiano. Un dato che, ancora oggi, impedisce alla sinistra medesima di proporre con piena credibilità ai cittadini un nuovo disegno di società per il futuro, poiché gente come lei si ostina a non voler approfondire determinati fatti e contingenze storiche. Compreso, per esempio, quello dell'innalzamento del debito pubblico, come se la riforma del sistema sanitario nazionale fosse stata decisa e messa in atto, a suo tempo, dal Governo Craxi e non dagli esecutivi di solidarietà nazionale degli anni 1976-'79. Una riforma che, comunque, eliminò la selva di mutue esistenti in precedenza - tipo l'Inam, non so se ricorda... - razionalizzando un modello di welfare che, tuttavia, già allora aveva creato una voragine finanziaria imbarazzante. Un disavanzo che i democristiani, oltretutto, avrebbero voluto nascondere e che proprio il Governo Craxi volle contabilizzare. Poi ci sarebbero anche le varie questioni legate al finanziamento illecito ai Partiti, successivamente esplose con Tangentopoli. Fatti intorno ai quali anche ex magistrati come Antonio Di Pietro potrebbero confermarle la sincerità dimostrata da Bettino Craxi nell'illustrare un intero sistema di reperimento delle risorse, creato appositamente dai democristiani già nei decenni precedenti. E come egli si sia ritrovato costretto, di fronte a Partiti sostenuti anche da potenze straniere o da organizzazioni criminali, a rendersi competitivo attraverso la creazione di un nuovo ceto imprenditoriale e produttivo, in grado di rilanciare il nostro 'made in Italy'. Il tutto, affiancato da un grande lavoro di ammodernamento delle industrie di Stato e del sistema delle Partecipazioni statali, affidato a manager di notoria esperienza e capacità. Tutto questo, la Storia ben presto lo dirà apertamente. E già lo sta chiarendo, almeno in parte. Ciò non potrà che liberare la figura politica di Bettino Craxi da una demonizzazione tanto ingiustificata quanto ingiusta, che non solo è stata spesso supportata da prove assolutamente indiziarie - come dichiarato in varie sedi giuridiche e istituzionali - ma che ha vieppiù reso il leader del Psi il principale bersaglio di una campagna assai male indirizzata e depistante, che invece avrebbe dovuto colpire al cuore un intero cinquantennio di dominio cattolico-democratico praticamente incontrastato. Su Craxi vi siete di molto sbagliati: si fidi. E mi permetta di sottolinearlo a lei e ai tanti amici della sinistra italiana che continuano a dare di 'cozzo' contro un giudizio storico il quale, al contrario, sta cercando di rimettere molte cose al loro posto, al fine di evitare di rimanere definitivamente travolti da una marea populista tanto generalista a sinistra, quanto cafona e irresponsabile a destra. Mi dia retta: lascia agli storici la possibilità di formulare un giudizio freddo, scientifico: vedrà che, alla fine, molti 'conti' torneranno. Al netto degli errori che lo stesso Bettino Craxi ha indubbiamente commesso. Cordialmente. VL
ARBOR - MILANO - Mail - venerdi 4 ottobre 2013 12.32
Mio buon Lussana,
non vedo proprio alcunchè possa far rimpiangere il craxismo, anche dal punto di vista storico. Ritengo che di tale personaggio gli storici potranno citare esclusivamente un'arroganza di chi non accettava critiche ma senza meriti evidenti, come indicano la mancanza di una qualsiasi azione modernizzatrice del Paese e (least but not last) un incremento demenziale dell'indebitamento che ci ha lasciati con le pezze al sedere. Certo Berluscuni ne ha seguito (forse accentuando) la scia. Ma questo non giustifica i santini acritici che si basano su un'infatuazione giovanile.
Proprio Lei dovrebbe evitare commenti su odii ideologici, perchè anche l'inverso è altrettanto negativo dal punto di vista dell'analisi storica.
Laura - Bergamo - Mail - giovedi 3 ottobre 2013 16.25
Argomentazioni interessantissime, coinvolgenti come sempre.
Vittorio Lussana - Roma/Milano/Bergamo - Mail - mercoledi 2 ottobre 2013 18.35
RISPOSTA AD ARBOR: solo una persona accecata dall'odio ideologico non riesce a distinguere il giudizio storico-politico da quello giudiziario. Anche lei preferisce la cronaca alla Storia. Pertanto, 20 anni di 'berlusconismo' se li è meritati tutti.
Distinti saluti.
VL
ARBOR - MILANO - Mail - mercoledi 2 ottobre 2013 15.54
Rispondo a Cristina,
certo la storia dovrebbe insegnare qualcosa agli uomini, ma purtroppo gli uomini sono sempre gli stessi ed è molto difficile cambiarli, in particolare i loro convincimenti che rimangono finchè vivono. Veda un po' il buon Lussana che non si rende conto che dopo Craxi (giudicato e condannato) abbiamo avuto Berlusconi (che ne replica l'iter giudiziario), ciònonostante insiste a proporci il santino di Bettino che, a dispetto delle leggi, non era sindacabile: perchè ? Corsi e ricorsi della storia ? no sono i ricorsi di chi la interpreta, e non si può sperare che i fatti li convincano
Cristina - Milano - Mail - mercoledi 2 ottobre 2013 15.20
Veramente un pezzo bellissimo!! Leggendolo non si può che darle ragione, come quasi sempre... L'amarezza che mi coglie mi costringe a pormi la consueta domanda, ormai diventata retorica: E' possibile che la Storia non sia mai di insegnamento per nessun paese del mondo (guerre, fame nel mondo, violenze perpetrate etc)? I "corsi e ricorsi storici" non significano nulla?


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