Susanna SchimpernaClaudio Rocchi ‘Volo Magico’ non era ancora morto e già si erano scatenati gli ‘avvoltoi’. Perché non è che essere angeli preservi dal fango, al contrario: i miserabili di fronte agli angeli diventano ancora peggiori, si eccitano, si esaltano. Claudio l'aveva capito. Con fatica, sbalordimento, ma era riuscito a comprendere, lui che certe squallide dinamiche proprio non le conosceva. Un po' come se a una persona senza olfatto si volesse spiegare un odore. Avendo capito, certo, era rimasto senza parole. Ma non si era sporcato, contaminato, imbruttito. Anzi: proprio aver visto il peggio l'aveva reso ancora migliore, completo. E' questo ciò che gli è accaduto nella sua settima vita, paralizzato in un letto.


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Mario Beccaris - Settimo Torinese - Mail - venerdi 5 luglio 2013 4.14
"... uno stato di grazia che anche da adulti ci può consentire di conservare intatta la capacità di provare meraviglia..."

Sì!

Carlo Alberto Turrini - Massarosa (LU) - Mail Web Site - domenica 30 giugno 2013 23.40
Pensando alla scomparsa di Claudio, mi sembra terribilmente attuale il motto: "Muore giovane chi è caro agli dei". E non sto parlando di giovinezza anagrafica, bensì di uno stato di grazia che anche da adulti ci può consentire di conservare intatta la capacità di provare meraviglia. Claudio possedeva questo dono, basta ascoltare le sue canzoni per rendersene conto. Perciò nulla potrà scalfirne il ricordo in chi lo ha amato, e lo ama, proprio per questo. La speculazione di cui parli è solo l'eterno abbaiare degli sciacalli, impotenti di fronte allo splendore della luna.


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