Mai come questa volta il Pdl merita di perdere le elezioni. Ci chiediamo, infatti, per quale motivo quelle forze e personalità politiche sedicenti liberali, raggruppatesi per quasi 20 anni attorno al cavalier Berlusconi, non abbiano attuato praticamente nulla di quel che hanno teorizzato. E perché il centrodestra italiano abbia finito con l’appiattirsi attorno a un clericofascismo vecchio e stravecchio come il cognac scaduto di un bar di periferia. La verità è che il cosiddetto ‘Popolo delle Libertà’ ha sempre fatto fatica ad ammettere il proprio ‘liberalismo parolaio’, quelle metodologie ingannevoli, arretrate e persino puerili, che hanno solamente evidenziato le consuete ipocrisie del cattolicesimo amorale italiano. Si difende la famiglia convenzionale e poi si va con le ‘escort’; ci si atteggia a moderati ‘tutti di un pezzo’ e poi si divorzia due o tre volte, oppure ci si porta a letto la segretaria ‘decorativa’, secondo una concezione della donna paragonabile a una pianta di ficus da mettere sul pianerottolo, davanti alla porta di casa. Sì, è vero: a sinistra in molti sono ancora lì a teorizzare la dittatura delle maestranze, anziché comprendere definitivamente che la realtà sociale italiana è ‘gruppuscolare’ e che, dunque, un sano aziendalismo di ‘squadra’, composto da team affiatati ed efficienti, potrebbe rilanciare il nostro ‘sistema-Paese’, reindirizzandolo verso quell’interesse generale che, purtroppo, agli italiani, popolo di individualisti, proprio non si riesce a far entrare nel cervello. Basterebbe notare come, da Roma in giù, sia praticamente impossibile riuscire a mettere una qualsiasi cosa ‘nero su bianco’, neanche una partnership societaria o il pagamento della donna delle pulizie, secondo una cultura che non è affatto quella di una società ‘liquida’, bensì è tipica di un ‘tessuto’ collettivo che è stato fatto letteralmente ‘a brandelli’, affinché si possano sempre cambiare le ‘carte in tavola’ in ogni situazione perseguendo finalità puramente opportunistiche. Un liberalismo ‘straccione’, insomma. Pertanto, noi riteniamo che continuare a ribadire una concezione mediatica puramente percettiva, superficiale e poco approfondita della politica rischi di bloccare ogni possibile evoluzione di questo Paese. E che determinate forme di ‘plebiscitarismo’ continueranno a produrre uno scenario politico di basso livello, composto quasi esclusivamente da personaggi politici alquanto mediocri. Berlusconi ha di fatto paralizzato l’Italia, pur di mantenerla ‘inchiodata’ al tempo degli scontri ideologici e dei ‘microfoni di Dio’. E chi ci è andato di mezzo sono stati i cittadini, la piccola imprenditoria a conduzione familiare, i manager veri e onesti ai quali, oggi, è persino semplice non tanto chiedere di ‘buttarsi a sinistra’, ma per lo meno di astenersi dall’esprimersi, al fine di provocare un profondo e autentico processo di rigenerazione interna del centrodestra italiano.