Purtroppo è più forte di me, non riesco proprio a farne a meno: se durante il giorno ad amici, conoscenti, gente che incontro nella mia attività con cui ho condivisioni politiche più o meno combacianti, non rompo le scatole non sono contento. Criticare la destra italiana e le sue malefatte non mi interessa: più o meno è come sparare sulla croce rossa. E’ scontato, banale, ripetitivo. Lo sappiamo. Punto. Mi interessa, invece, ripensandoci "come i cornuti", come si è soliti dire a Roma, capire cosa ci passa nella testa a noi che ci collochiamo a sinistra, noi che spesso saliamo sui pulpiti con grandi temi internazionali e internazionalistici. Ripensandoci bene, a queste ultime primarie ho visto compagni ripudiarsi l'un con l'altro, darsi vicendevolmente del traditore, cancellarsi dalle amicizie, battagliare dietro a stendardi tra bianchi e neri, Partiti che oramai hanno come quorum il prefisso di Milano scagliarsi con malefici anatemi contro l'altro Partito che conta, invece, quanto il prefisso di Como, solo perché uno e andato a votare e l’altro no! Ripudi, rotture di amicizia, fratricidi psicologici e virtuali degni della più agguerrita faida borgiana! Ricapitoliamo: le primarie non erano elezioni di un Segretario di un Partito, bensì consultazioni interne tra estimatori, simpatizzanti e militanti della sinistra o del centrosinistra. Giusto? Bene. Qualcuno mi spiega perché non "doveva", pena un processo da santa inquisizione, andare a votare? Cosa sarebbe accaduto se, per esempio, si fosse candidato anche Rizzo, o Diliberto, o Ferrero? A parte una eventuale figura bella o brutta, ci sarebbe stata per lo meno una ‘conta’ tra gli elettori di sinistra, di questa o quella corrente o Partito. Ci sarebbe stata una scelta, a prescindere dalle alleanze, su cosa gli elettori avrebbero eventualmente voluto. Non è detto che se uno va a votare è perché, necessariamente, vuole un ‘inciucio’, ma si può, come in questo caso, andare a votare per dare un peso, un indirizzo di percorso, segnare un marcamento. Diversa, poi, è la scelta in fase di elezioni politiche: allora sì che vale una logica di scelta di campo, per non accettare connivenze o ‘pastelle’ politiche. Ma in queste primarie, sia i detrattori, sia i sostenitori erano giustificati sia nell’andare, sia nel non andare, mentre non lo erano affatto le invettive, gli odi, gli sbertucciamenti tra quelli che stanno allo 0.5 contro quelli che sono all’1,2 e gli altri all’1,9 per cento. Ricordiamoci sempre: siamo rimasti in 6 e abbiamo fondato 9 Partiti. Ai cacciatori di untori da mettere alla gogna in quanto rei di essere andati a votare per scegliere chi vorrebbero a capo della sinistra vorrei ricordare che voi, sì voi inquisitori, alle ultime elezioni, volevate convincerci, nella più becera persuasione cieca, di votare al solo scopo di salire a qualsiasi costo nelle sale del potere. E chi non è andato a votare, lo avete incolpato della disfatta della sinistra. Ricordiamoci che essere di sinistra non significa solo mettersi la maglietta di Che Guevara, ma avere idee e mettersi in gioco. Anche a costo di brutte figure.