Tiziano PergolizziQuando il debito lordo di uno Stato è divenuto enorme e le condizioni economiche sono diventate difficili, la semplice logica economica vuole una sequenza di ‘bancarotte’ quasi per ‘reazione a catena’. Questo fenomeno si chiama ‘deflazione da debito’ o ‘crisi deflattiva’: si tratta di una condizione che si affronta ricapitalizzando il sistema, ovvero cercando di reimmettere capitali freschi nel circuito globale per trarne nuovi profitti. Ma ricapitalizzare significa raccogliere quote enormi di danaro, vuol dire operare trasferimenti colossali di ricchezza che il Fondo monetario internazionale e Wall Street hanno già imposto, negli ultimi anni, a tutto il mondo e che assai difficilmente, ora, possono riproporre al fine di ricreare nuove condizioni di ripresa della domanda globale. Ma è mai possibile che il mercato non sia in grado di rimettere in equilibrio, seppur lentamente, tutto il sistema? Tale quesito corrisponde a chiedersi se un eroinomane sia capace di disintossicarsi da solo. Dato, però, che per molti, in Italia e in Europa, il mercato da sempre rappresenta la ‘panacea’ di tutti i mali, perché allora non metterlo alla prova? Naturalmente, questa è proprio l’ipotesi da considerare impraticabile: si continuerà a far finta di nulla, nell’illusione di poter ancora guardare dall’alto in basso chi non sempre è disposto ad acquistare prodotti ‘griffati’ che costano, senza motivazione alcuna, un’iradiddio, o continuare a colpevolizzare quelle potenze economiche emergenti, come l’India o la Cina, le quali già da tempo si presentano per proprio conto sui mercati internazionali in quanto non più disposte a vendere le proprie merci a imprese che si limitavano a porre il proprio marchio di fabbrica sul prodotto finito.


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