Tommaso CrudeliSarebbe interessante intervistare la Gabbanelli per sapere cosa ne pensa della puntata della trasmissione di Santoro dedicata a Di Pietro. Una intera trasmissione, circa due ore, tutte dedicate solo a Tonino, a quest’eroe sfortunato con i congiuntivi ma anche con i rogiti immobiliari, tanto che qualcuno ha ironizzato sul nome della trasmissione, ‘Servizio Pubblico’, a fronte del servizio privato di cui Di Pietro sarà sicuramente stato soddisfatto. Un’intera trasmissione in cui i grandi fustigatori Santoro e Travaglio, sempre pronti a denunciare i giornalisti a loro dire in ginocchio davanti a potenti intervistati, in sostanza hanno indirizzato la trasmissione verso la tesi che sì, Di Pietro ha un po’ pasticciato, soprattutto all’inizio della carriera, tra Partito, beni immobili e finanziamenti, ma era inesperto e poi non si fidava di chi aveva intorno. Eppoi, diciamo la verità, anche il servizio della Gabbanelli, in fondo, era un po’ pasticciato. Solo Mentana, nei pochi momenti in cui è intervenuto, si è svincolato da questa melassa, ma per tutta la trasmissione non c’è stata nemmeno una domanda veramente in grado di mettere in difficoltà Di Pietro. Nessuno che abbia chiesto niente sul figlio Cristiano, il ‘trota’ dell’Idv. Ma Renzo Bossi, una volta che sono state scoperte le sue marachelle, è stato fatto dimettere da consigliere regionale. Il ‘trota’ dell’Idv, invece, le sue marachelle le ha commesse quando era ancora consigliere provinciale, telefonando a un dirigente del ministero dei Lavori pubblici, di cui suo padre era ministro, per segnalare i nomi dei professionisti da nominare per incarichi e collaudi. Adesso è consigliere regionale, con relativo compenso e, probabilmente, vitalizio. Ma, trote a parte, una domanda a Di Pietro vogliamo farla noi. Ormai è chiaro a tutti che per molti anni il finanziamento pubblico dell’Idv non è stato gestito e controllato dal Partito ma da un movimento politico, curiosamente omonimo, a stretto controllo del medesimo Di Pietro, di sua moglie e della fedele amica Silvana Mura. Si parla di decine di milioni di euro, forse 60. Tutto regolare, ovviamente, tutto ai sensi di statuto. La domanda è questa: onorevole Di Pietro è disponibile a farci vedere i relativi estratti conto bancari? Ne converrà che questo è l’unico modo per vedere inconfutabilmente la destinazione dei denari, come i casi Lusi e Fiorito insegnano. Ci ha sottoposto a un diluvio di certificati catastali, di spiegazioni su rogiti di acquisto, di vendita, di riacquisto, di mutuo, atti di affitto, di comodato, ma lei lo sa bene, alla fine quello che conta sono “i piccioli”. Tutti qui si fidano di lei, di sua moglie e della fedele Silvana Mura. Ma come lei insegna, carta canta. E allora, per trasparenza, per rispetto dei suoi elettori, ma anche e soprattutto del suo onore, che va preservato, le tiri fuori queste carte, le faccia cantare.




(articolo tratto dal quotidiano 'L'opinione delle Libertà')
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