Susanna SchimpernaLa coincidenza non sarà necessariamente significativa, ma c’è. E i sostenitori del movimento ‘NoTav’, gli ‘squatters’ di Torino e gli anarchici l’hanno notata. L’11 luglio ultimo scorso, presso il Tribunale di Torino, è giunto a sentenza il processo contro Nina e Marianna, due ragazze ‘NoTav’ arrestate a settembre per reati gravi (la prima assolta, la seconda condannata a 8 mesi sulla base di testimonianze confuse e contraddittorie) e, nel medesimo giorno, cadeva l’anniversario del suicidio in carcere di Maria Soledad Rosas, che nel 1998, imprigionata come ‘NoTav’ con accuse pesantissime, dopo il suicidio, sempre in carcere, del suo compagno Edoardo Massari, decise di morire anche lei. Considerati pericolosi ecoterroristi, Baleno e Sole, come venivano chiamati e ancora oggi sono ricordati, non erano colpevoli degli attentati loro imputati. Ma, all’epoca, erano i ‘mostri’. Non si salvò nessun giornale dalla tentazione di aizzare l’opinione pubblica. Troppo lunga sarebbe la lista degli opinionisti che ora si presentano come difensori dello Stato di diritto e, allora, contro due idealisti che avevano commesso l’unico reato di autoemarginarsi da una società di cui non approvavano le regole, scatenarono penne intinte nel veleno. Sole aveva 23 anni, la misero in isolamento: temevano che potesse uccidersi, quindi giù vessazioni. Mentre i giornalisti le inventavano un verosimile, ma falso, “torbido passato”, i carcerieri la perquisivano (anche due volte al giorno, perquisizioni corporali interne) o la svegliavano di notte per accertarsi che fosse viva. Alla morte di Edo, non volevano consentirle di partecipare al funerale. S’impuntò e si fece sentire Furio Colombo, voce nel deserto, ma per questo chiara, forte, udibile: anche grazie a lui, alla fine il permesso arrivò. Chissà cosa temevano, da uno ‘scricciolo’ prostrato dallo sciopero della fame e dal dolore. Elena Garberi e Marianna Valenti – anche per loro solo due nomi, facili da ricordare: Nina e Marianna – sono state arrestate il 9 settembre dello scorso anno, tenute quasi due settimane in carcere e, in seguito, un mese e mezzo ai domiciliari. Vari gli addebiti. Come racconta, però, Simonetta Zandiri, che con passione e puntigliosità ha seguito il processo udienza dopo udienza, le accuse sono cadute e le testimonianze si sono dimostrate confuse e contraddittorie. Marianna avrebbe portato con sé uno zaino pieno di pietre: peccato che si sia rivelato davvero troppo pesante non solo per lei, ma per un sollevatore di pesi. Un agente che lamenta di aver inciampato in un sasso non può con sicurezza dire che Nina o Marianna l’abbiano messo lì apposta: gli pare solo che prima non ci fosse. Certo, il concorso morale. Ma allora ingabbiamo tutti quelli che appoggiano il movimento, non soltanto due ragazze perché si trovavano lì. Insomma, prove che Nina e Marianna abbiano lanciato sassi non ce ne sono, ma serviva una sentenza che “salvasse la faccia”. I simpatizzanti ‘NoTav’ e i simpatizzanti del buonsenso si sono radunati davanti al Tribunale. E speriamo che a nessuno accada quello che è accaduto l’altro giorno a Tobia Imperato, lo storico dell’anarchismo, arrestato anche lui, poi messo ai domiciliari e, ora, finalmente con libertà di movimento, che venerdì scorso, in Tribunale per il processo preliminare, ha avuto un’avventura che, spedendomi una foto, ha descritto sobriamente così: “Il processo è incominciato bene. Mi han già buttato giù dalle scale del Tribunale”.




(articolo tratto dal sito www.glialtrionline.it)
Lascia il tuo commento

Nessun commento presente in archivio