L'On. Riccardo Migliori è parlamentare di
Alleanza Nazionale eletto in Toscana.
Vi è oggi
un’anomalia italiana sottaciuta dai grandi media impegnati in modo quasi maniacale sul cosiddetto
conflitto di interessi e strumentalmente disattenti sullo scarso tasso di presentabilità e
omogeneità europea della sinistra italiana.
A differenza delle sinistre europee, siano esse al governo o all’opposizione nei rispettivi Paesi,
la sinistra italiana non ha una vera e riconosciuta leadership, ha un rapporto condizionante col sindacato storico di riferimento, preferisce la delegittimazione dello schieramento avversario al confronto programmatico in quanto
in balia di rissose ed elitarie iniziative accademiche di carattere illuminista più che dedita a ‘ricucire’ nei confronti del Paese reale.
Non c’è partito della sinistra europea aderente all’Internazionale Socialista che ha al suo interno una corrente denominata
“Comunisti Unitari”, che è ufficialmente alleata con un partito che si chiama
Partito dei Comunisti Italiani, che è elettoralmente collegato con un partito che si definisce
Partito della Rifondazione Comunista che - tra l’altro -, discende direttamente dal più forte Partito Comunista dell’occidente nei confronti della cui storia ed evoluzione ci si sofferma ad una
sbrigativa analisi sui ‘nuovi segni della Storia’ dopo la caduta del Muro di Berlino.
L’anomalia è ancor più tale perché non è solo
senza riferimenti europei a sinistra, lo è anche nel
rapporto col ‘centro’, visto e considerato che questo partito anomalo della sinistra italiana è anomalo anche nell’alleanza elettorale e programmatica con un partito quale
la Margherita che, sia nei legami coi
liberali europei o col Ppe, solo casualmente e non in modo organico-strategico è alleato in Europa con nessun
‘Ds europeo’.
Tale
anomalia risulta ancor più stringente dall’ulteriore
allargamento dell’Ue ed ancor più preoccupante per la babele di lingue che caratterizza lo schieramento, allorché si tratta di
assumere posizioni di politica estera non propagandistiche.
La
Margherita ha votato
la missione di pace in Iraq, i
Ds hanno
tre diverse politiche estere, lo
Sdi è
fieramente filoccidentale e filoatlantico, il
Pdci è gemellato col
Partito Comunista Cubano, i
Verdi si sentono i
referenti dei no-global, Rifondazione presenta mozioni per l’uscita dell’Italia dalla Nato.
L’anomalia della sinistra italiana e l’esigenza di una sua ristrutturazione può avere
conseguenze sull’intero sistema politico italiano.
Nonostante il buon risultato elettorale alle amministrative, non è infatti del tutto
scongiurata l’ipotesi di una scissione Ds tra una ‘sinistra-sinistra’ ed una ‘sinistra blairizzabile’ e comunque riformista.
Certo è che la
sconfitta tattica di Cofferati, determinata dalla coerenza antagonista di
Bertinotti circa il referendum
sull’articolo 18, ha rallentato la possibilità di creare una
seconda sinistra del 20% da Rifondazione a Salvi, che avrebbe determinato il conseguente
spostamento al centro dei resti della ex maggioranza di Pesaro.
Tale ipotesi avrebbe potuto (potrebbe?) criticizzare l’attuale schema bipolare perché, condannando la ‘sinistra-sinistra’ all’opposizione, finirebbe per
far gravitare verso il ‘centro’ il nuovo Partito Socialdemocratico potenzialmente alleato con un ‘nuovo centro’ spogliato di An e Lega Nord.
Spero si tratti di
fantapolitica, perché convinto che
il bipolarismo sia il seme di una nuova democrazia compiuta e partecipata dove conti il popolo e non le pregiudiziali.
La
Terza Repubblica non può essere
il ritorno alla Prima, ma la sintesi tra la statualità della Prima e il bipolarismo della seconda.
Cofferati permettendo, ce la faremo…
Parlamentare di Alleanza Nazionale