"La prima cosa che Niccolò Taverna sentì fu l’odore. Il lezzo greve dei corpi che bruciavano nei fopponi, le grandi fosse comuni scavate in città e nelle campagne, veri e propri varchi per l’inferno che ardevano senza sosta, ma che non sembravano mai sufficienti per accogliere i morti che riempivano le strade”. È con queste parole che si apre l’ultima creazione di Franco Forte: ‘Il Segno dell’untore’, edito da Mondadori per i tipi della collana ‘Omnibus’. L’apprezzato scrittore di romanzi storici si concentra, ancora una volta, su un periodo storico accattivante e misterioso. Corre l’anno del Signore 1576. La peste si abbatte su Milano e il giovane notaio criminale Niccolò Taverna, il personaggio protagonista di questa vicenda, affronta uno dei momenti più difficili della sua vita e viene chiamato a risolvere due casi: un furto sacrilego al Duomo e un brutale omicidio. Le domande a cui rispondere si susseguono una dopo l’altra: chi ha assassinato il Commissario inquisitoriale Bernardino da Savona? E perché? Chi ha rubato il candelabro di Benvenuto Cellini dal Duomo? La moglie Anita diviene vittima dell'epidemia e, purtroppo, viene portata al Lazzaretto con scarse speranze di guarigione. La trama del romanzo si snoda non perdendo di vista tutte le caratteristiche della Milano del 1500, dominata dalla corona di Spagna e minacciata dalle continue epidemie di peste. ‘Il segno dell’untore’ di Franco Forte si rivela un ottimo ‘giallo storico’, che vede all'opera un credibile investigatore del tardo cinquecento, affiancato da due validi assistenti che sembrano usciti da un romanzo picaresco: il colossale Rinaldo Caccia, l’uomo forte ma non privo d'ingegno della squadra, e il piccolo portoghese Tadino José del Rio, esperto di parola e coltello. Non è semplice la posizione del Notaio Niccolò, poiché segue un’indagine incalzante con lo spettro incombente della Santa Inquisizione, che pesa ovunque. Per risolvere il caso di omicidio si espone al pericolo. La stesura si scopre con una scrittura precisa e attenta ai particolari: tutta la trama è rigorosamente documentata e concentrata sul periodo storico. Inoltre, si può notare l’utilizzo di tecniche investigative singolari, che non lasciano nulla al caso. Niccolò Taverna si muove e sviluppa le sue indagini in una città, Milano, ricostruita perfettamente nella coerenza degli eventi realmente accaduti. È un romanzo che si presenta come un continuo amalgamarsi e intersecarsi fra il thriller e romanzo storico, dove emerge non solo il magistrato e la sua vicenda personale, ma tutto ciò ché ruota attorno a lui, con quello che comporta un momento storico così difficile. Nei confronti di quest’opera, che apre il 2012 per la collana ‘Omnibus italiani’, Mondadori sta facendo una forte campagna di marketing e di promozione con una strategia precisa. Si vuole, infatti, che i lettori captino il grosso mutamento che ci sarà per i rilegati di questa casa editrice. Non a caso, in questo romanzo sarà coniugato un prezzo più aggressivo e abbordabile dal pubblico rispetto al passato: 15 euro anziché i soliti 20.
(recensione tratta dal sito www.periodicoitalianomagazine.it)