Vittorio LussanaAmmorbante, insulso, contraddittorio: uno dei più brutti festival di Sanremo degli ultimi anni. Una rottura di ‘scatole’ infinita, composta da cariatidi e luoghi comuni, balletti della ‘foca’ e inutili farneticazioni, veline esposte come ‘pezzi di carne’ e parolacce gratuite. Belèn Rodriguez ha pienamente dimostrato di essere una ‘furbetta’: si è fatta una cultura sulla storia della trasgressione sanremese e, pur di mostrarci la sua ‘farfallina’ tatuata sull’inguine si è fatta cucire il perizoma sotto al vestito: roba da augurarle presto una lombocruralgia diagnosticabile solo tramite risonanza magnetica. Hanno deluso tutti, tranne Geppi Cucciari e Rocco Papaleo: la prima le ha suonate giustamente al gruppo organizzatore del festival, il secondo ce l’ha messa tutta nel tentativo di far emergere la kermesse dalla stucchevole melassa in cui Morandi continuava a immergerla. La Canalis era carina e in splendida forma, con le sue gambe toniche e perfette. Ma anche su di lei qualcuno ha pensato bene di dover rovinare ogni cosa con un trucco pesantissimo, da ‘travone’ di viale Zara. Su Celentano avevo pensato di stendere un ‘velo pietoso’. Ma come si fa a rimanere silenti di fronte a un arrogante parolaio che pretende, senza essere né un editore, né un giornalista, di dettare la linea editoriale a delle testate di informazione? Nel giornalismo comandano coloro che contano, che ‘pesano’: chi ha dei lettori fedeli, un gran numero di contatti su internet, dei solidi sponsor alle spalle, oppure, più semplicemente, del danaro liquido. Solo per prendere il tesserino da giornalista pubblicista bisogna guadagnare almeno 5 mila euro in due anni. La qual cosa significa che si viene iscritti all’albo professionale più per ‘cassa’ che per competenza. Altro che corporazione mediatica che non avrebbe nient’altro da fare se non attaccare Celentano: bisogna farsi un ‘mazzo’ per emergere, in questo mestiere, che il nostro 'molleggiato' neanche se lo immagina. Per non parlare di quando si viene ammazzati in quanto inviati in zona di guerra, oppure perché si è ‘pestato i piedi’ a qualcuno. Ma che caspita ne sa, Celentano, del giornalismo? Si vergogni, per favore, che il suo cattolicesimo è vuoto come i giorni di vento. Già ne abbiamo pochi di ‘casini’: cosa crede che siano i ‘leghisti’ se non dei cattolici impazziti, che ragionano secondo un unico e univoco ‘metro ideologico’ di riferimento? Niente da fare: ci si mette pure Celentano a fare lo ‘sborone’. Rimane pur vero che questo Paese sta attraversando tempi ‘spaesanti’. Una giustificazione che da sola rappresenta e interpreta il brutto risveglio di un popolo da una ‘sbronza berlusconiana’ iperpropagandista e ultramediatica, a cui è mancata ogni valida e coerente alternativa sul fronte progressista. Sono almeno dieci anni che combatto contro testate come ‘Avvenire’ e ‘Famiglia Cristiana’ per farle uscire da ogni rigidità integrista, per aiutarle a confrontarsi con la modernità. E sul più ‘bello’ arriva lui, Celentano, che si mette a sparare loro addosso ‘da destra’ perché non parlano di Dio, del paradiso e dell’al di là, mandando in ‘vacca’ ogni sano sforzo laico di ragionare con le religioni su un terreno di essenzialità filosofica, per farle emergere dalla ‘sbobba’ mistico-escatologica. E’ proprio il misticismo quel che rende le religioni oscurantiste e inattuali! Non beve solo acqua questo qui, quando gli si secca la gola. La verità, insomma, è una soltanto: il festival di Sanremo non è più una gara tra canzonette in cui riflettere su tematiche poetiche e musicali, bensì un’occasione in cui sovraesporsi al fine di ‘puntellare’ all’infinito le proprie carriere artistiche personali. Se questa rassegna non saprà tornare alle proprie origini, credo che ben presto tutto il ‘baraccone’ dovrà chiudere i battenti, perché agli italiani non lo ordina di certo il medico di doversi sorbire ogni anno conduttori che non azzeccano il nome di una band internazionale neanche per ‘bucio di culo’, ‘veline’ e ‘lustrini’ che idealizzano un ruolo sociale della donna unicamente rispondente a canoni di bellezza ornamentale, di subalternità puramente decorativa al maschilismo più atavico degli ‘italioti’, secondo la canonica ‘anticaglia’ della ‘divisione dei ruoli’. Questa è robaccia, amici miei: una ‘pagliacciata’. Spiace dirvelo, ma le cose stanno proprio così.


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Vittorio Lussana - Roma/Milano/Bergano - Mail - mercoledi 22 febbraio 2012 18.37
RISPOSTA A MAURIZIO: carissimo, sai bene che su molte cose, con me, sfondi una 'porta aperta'. Tuttavia, ti ricordo anche che, proprio per non ripetere gli errori del passato, sarebbe ora che noi tutti ci consigliassimo vicendevolmente un atteggiamento maggiormente 'voltairiano' su queste cose. Io sono il direttore resposnabile di questo sito eppure, alla Voltaire, mi batto anche perché non vengano chiuse delle testate che non la pensano come me. Se non riusciremo a comprendere queste sottigliezze e continueremo delle dispute a colpi di clava anziché di fioretto, questo Paese non riuscirà a fare il salto di qualità che esso necessita. Fidati: te lo dico da giornalista che, su molte cose, è pienamente d'accordo con te. Attaccare i cattolici frontalmente, pretendendo di dir loro cosa debbono o non debbono scrivere, è stato un atteggiamento 'cialtronesco', alla 'carlona', diciamo così, che ha rischiato di fare un vero e prorprio favore alla stampa dei vescovi. Decidiamoci tutti ad assumere atteggiamenti di maggior tolleranza e ricominciamo a ragionare con calma sulle cose. Un saluto.
VL
maurizio - ra - Mail - mercoledi 22 febbraio 2012 15.17
come mai "A ognuno il proprio mestiere" non valse quando comici come Grillo e Benigni intevennero nello stesso Festival con arroganti e spregevoli epitteti molto più gravi di ql espressi da Celentano ? ricordo che non furono questi comici tacciati di"dottori e esperti 'tuttologi' dalla "banda" (me lo conceda) dei giornalisti! Stranamente il loro intervento, non so s per quale congiuntura astrale, si rivelò deterimnante di lì a poco al triste destino di Craxi e poi , meno ma sempre out, di Berlusconi! )e non è ancora finita!) Ma guarda che casi del destino! ma STAVOLTA Celentano mi sembra abbia colpito l'altra parte della medaglia!mi vien da dire chi di spada ferisce di spada..perisce? Quidni ben venga la chiusura di ell'Avvenire, di famiglia Cristiana e perchè no, dell'unità al fatto quotidiano. E finalmente in galera tutto l'apparato "di mani pulite" tra giudici e ex giudici oggi dirigenti di partito. L'Esilio ad hamamet delle dirigenze delle coperative e quelle di parito rosse che lìhanno sempre fatta franca! o stavolte di qualche millimetro ci si potrebbe anche spostare?
Ilaria - Roma - Mail - mercoledi 22 febbraio 2012 15.1
Sono completamente d'accordo con lei, Lussana.
Maria Giovanna - Pesaro - Mail - mercoledi 22 febbraio 2012 14.56
Condivido. Condivido ogni sacrosanta parola.
Vittorio Lussana - Roma/Milano/Bergamo - Mail - mercoledi 22 febbraio 2012 14.35
RISPOSTA AL SIG. MAURIZIO: carissimo lettore, dalle mie parti si è sempre detto: "Fabbro ferraio fai il tuo mestiere...". Credo sia una buona regola di comportamento civile, da sottolineare in un Paese in cui tutti ormai sono dottori o si professano esperti 'tuttologi'. Io non vado da Celentano a dirgli come deve cantare, poiché, mi dispiace, per me vale la regola: "A ognuno il proprio mestiere": Celentano faccia il suo, che Avvenire e Famiglia Cristiana penseranno a fare il loro. Se poi questo basta a essere catalogati come corporativisti, moralisti, giustizialisti, ipocriti e opportunisti non me la prendo, poiché non mi porta a mutare la mia opinione nemmeno di un millimentro: il festival di Sanremo dovrebbe essere una gara tra canzonette nella sua semplicità più essenzialista, non un'occasione per sovraesporsi snaturando la manifestazione stessa, la quale infatti propone sempre vecchi personaggi e raramente dimostra la capacità di individuarne dei nuovi. Infine, le ricordo che anche chi era convinto che Hitler avrebbe invaso la Polonia nel 1939 veniva accusato di moralismo. Un cordiale saluto. VL
maurizio - ra - Mail - mercoledi 22 febbraio 2012 13.1
penso invece che sia stato un bellissimo festival. Non certo si può pretendere qualcosa di nuovo visto che si parla di canzonette e spettacolo. Direi che la serata rivaival dei gruppi stranieri sia stato veramente di buon gusto e di elevata qualità e tutto sommato anche musicalmente 1festival riuscito rispetto a molti di quelli precedenti. Inoltre le "caraitidi" hanno dato addio al festival a modo loro. Il momento di commozione di Morandi anche a me ha fatto passare veloce ricordando immagini di una generazione. Ppresto o tardi dovranno incamminarsi inesorabilmente nel triste destino della vita. Non vogliamo regalargli neanche un degno funerale? Penso sia stato un saluto molto garbato che anche con le parolacce hanno veramente descritto un periodo storico che è stato veramente così. Poi se volgiamo farla tanto lunga per giustificare il vento d'odio del berlusconismo come amoralità sociale tutto fa brodo! La sua polemica su Celentano, Sig.Lusanna, non la condivido. La reputo opportunista e ipocrita. Come professionista non certo mi ergo paladino solo quando parla Celentano e quando toccano il mio ordine professionale togliendo le tariffe minime e liberalizzando spregiudicatamente il nostro ruolo di "proffessionisti" capaci e competenti. La seguo nei suoi articoli e post precedenti sull'argomento e per il rispetto e l'attenzione che le porto le chiederei più coerenza. O devo dare ragione a Libero e al Giornale che sempre denunciano come un tipo di giornalismo abbia diversi pesi e misure (mi riferisco anche alle proposte del precedente governo sulla giustizia e sulle riforme dell'apparato pubblico e dell'art 18!) Penso proprio che ora si possa veramente tastare il polso ha chi ha coerenza con la propria coscienza. Se si continua di questo passo nell'incoerenza perchè uno come Celentano non si può permettere di esprimere una opinione al pari del suo calibro di giornalista?. Non può solo perchè non rispecchia l'andamento lento dell'ipocrisia e opportunismo. dilagante? Che faccio dico ai miei clienti che siccome sono un professionista non devono permettersi di giudicare il mio prodotto professionale perchè sono iscritto all'albo e ho fatto più gavetta di loro? Orsù oltre a essere diventati bacchettoni, moralisti, giustizialisti anche presuntuosi ..anche no..
Teng C.L. - italia - Mail - lunedi 20 febbraio 2012 18.1
Abbiamo ancora netta e presente tra noi la suddivisione popolare che prevede quelli con i soldi più rispettabili di quelli che non ce li hanno. Nessuno però si chiede qual'è il grado di preparazione culturale e scientifica di entrambi i gruppi ne andranno mai a valutare la onestà di loro ed il vero motivo per cui certi sono ricchi, rispettabili, hanno tutto e fanno tutto quello che desiderano e gli altri invece ...soltanto una gran fatica e mille arrabbiature quotidiane. Oramai il Festival è decisamente da revisionare e magari da reinventare, proviamo a farci lavorare quelli che i soldi non ce li hanno? Un ricordo alla memoria del premio nobel Renato Dulbecco , scienziato che simpaticamente anni fa presentò anche lui Sanremo.


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