Tra i preziosi libri consultabili nelle librerie, autentici evergreen, c'è la possibilità di riscoprire le peculiarità della saggezza popolare in grado di tramandare interessanti filosofie di vita legate all'alimentazione. L'Italia è il Paese d'Europa con un vasto patrimonio culturale costituito da detti popolari e da proverbi, espressione del tessuto sociale di una località. Nasce da questa riflessione il volume Il Mangiar Saggio di Gianna Ferretti (Aiep Editore - pagg. 112 - euro 9,30), una raccolta di numerosi proverbi legati all'alimentazione, provenienti da tutta Italia. Tra gli argomenti, oltre a quelli legati più propriamente al bene, al male, alla salute, alle malattie, all'amicizia, all'andamento delle stagioni e all'amore, spuntano gli effetti positivi e negativi esercitati, da questo o da quell'alimento, sulla salute dell'uomo. Sono queste le tematiche più dibattute della società. Diventano chiacchiere da salotto, focalizzano l'attenzione di molte persone curiose di comprendere l'importanza di una giusta alimentazione, sono vere occasioni per discutere e decidere quali comportamenti adottare di fronte a particolari cibi. È l'argomento più sentito dagli italiani, specie quando è la conseguenza del tipo di alimentazione. Il volume è curioso e interessante, colpisce il lettore per la cultura contenuta nelle pagine del testo, sempre in stretta correlazione con la località segnalata. Con un lessico semplice e chiaro passano in rassegna in una veloce sequenza i detti popolari italiani, alla luce delle conoscenze più recenti in tema di alimentazione e di salute. Una particolare attenzione è rivolta alla storia e alle piccole curiosità del cibo. Molti proverbi antichi, legati alla gastronomia, racchiudono sagge verità bene evidenti in questo Millennio, poiché crescono le conoscenze sulla composizione chimica degli alimenti. Le persone maturano una maggiore consapevolezza in tema di nutrizione e di dietetica, al punto di conoscere approfonditamente anche diverse peculiari sfaccettature. I proverbi contribuiscono in maniera meno incisiva a creare pregiudizi su certi alimenti, sebbene siano prive le basi scientifiche in grado di ritenere che gli stessi cibi possiedano proprietà negative per la salute.
(recensione tratta da www.globalist.it)